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Covid, 57% dei dipendenti ha acquisito nuove competenze digitali in pandemia

A più di un anno dall’inizio della pandemia del Covid-19, la vita dei dipendenti italiani è profondamente cambiata. Il lavoro da remoto è ad oggi una realtà diffusa in tutto il Paese e sta presentando nuove sfide e grandi opportunità di acquisizione di nuove competenze digitali.

La situazione sanitaria ha influito anche sui progetti futuri dei dipendenti, influenzando le opportunità di cambiare lavoro e i piani di mobilità per il futuro, ritardando gli avanzamenti di carriera e costringendoli ad acquisire nuove competenze digitali e adottare nuovi strumenti per garantire la sopravvivenza stessa di molte attività produttive.

Capterra ha condotto uno studio con 1000 lavoratori italiani per indagare l’impatto della pandemia sulla percezione del proprio lavoro, i piani di futuro e aspirazioni lavorative, ma anche sulla necessità di acquisire nuove competenze e adottare nuovi strumenti per mantenere l’attuale posizione lavorativa. Lo studio è stato esteso anche a livello internazionale e vi hanno preso parte lavoratori di ogni parte d’Europa e del mondo: Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Stati Uniti, Canada e Brasile. La metodologia completa della ricerca è presentata alla fine dell’articolo.

Mobilità lavorativa durante il Covid-19

Il mercato del lavoro è stato messo a dura prova a causa della pandemia del Covid-19. Milioni di posti di lavoro sono andati persi in tutto il mondo e molti altri sono stati messi a rischio dall’insorgere improvviso della crisi sanitaria. In Europa, grazie ai programmi governativi per la conservazione del lavoro e alle politiche di sostegno alle imprese, l’impatto è stato leggermente inferiore rispetto al resto del mondo.

Il resto dei partecipanti allo studio ha sperimentato i seguenti cambiamenti:

Il 5% ha ricevuto una promozione interna da parte della propria azienda

Il 4% ha accettato volontariamente un altro lavoro in un’altra azienda

Il 3% è stato licenziato o sospeso e ha dovuto cercare un altro lavoro in un’altra azienda

Il 3% è stato trasferito in un altro reparto della stessa azienda.

La mobilità lavorativa, sia interna sia esterna, ha dunque subito un’importante battuta d’arresto a causa della crisi sanitaria.

Si può riscontrare un andamento molto simile anche nel resto dei Paesi che hanno partecipato allo studio: in media, il 79% dei dipendenti nel mondo ha mantenuto il proprio posto di lavoro e solamente l’8% ha ricevuto una promozione interna, mentre il 4% è stato licenziato e si è trovato nella condizione di cercare urgentemente un altro impiego.

Olanda (12%) e Stati Uniti (10%) hanno la più alta percentuale di promozione all’interno della stessa azienda durante questo periodo di tempo, mentre la Spagna si posiziona al terzo posto (8%). Italia e Francia (5%) sono invece il fanalino di coda di questa classifica.

I dipendenti hanno dovuto sviluppare nuove competenze digitali durante la pandemia

Il lockdown ha forzato il passaggio allo smart working ed ha richiesto l’adozione di nuovi strumenti per agevolare il lavoro da remoto e per coordinare i team favorendo la collaborazione a distanza.

Nella maggior parte dei casi (37%) l’azienda stessa ha fornito ai propri dipendenti la formazione necessaria, ma rimane comunque alta la percentuale dei lavoratori che hanno dovuto provvedere da soli alla propria formazione (18%).

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