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MediaTech
Ecco le risorse per il giornalismo investigativo

Arrivano anche a Milano, per Natale, i corsi di investigazione digitale dell’Associazione di Giornalismo Investigativo. L’AGI, presieduta dal professor Leonida Reitano - specializzato in tecniche investigative basate sulle fonti aperte su Internet (OSINT) - contribuisce da molti anni al dibattito sulle caratteristiche e sugli strumenti intellettuali e documentari necessari al giornalismo d'inchiesta ed è diventata la principale erogatrice in Italia di opportunità formative nell’ambito del giornalismo investigativo. Oltre al Mgiv - Master in giornalismo e analisi delle fonti documentarie -, propone moduli formativi sull’ “OSINT”, la “Social Media Intelligence” e la “Counterintelligence”. Leo Reitano è anche autore dell’unico manuale di investigazione del web, intitolato “Esplorare Internet. Manuale di investigazioni digitali e Open Source Intelligence” edito, dal 2014, da Minerva Edizioni.
Come ci spiega lo stesso Reitano, infatti, “al giorno d’oggi, per un giornalista d’inchiesta, è sempre più importante saper sfruttare al 100% tutte le informazioni provenienti dalle fonti pubbliche, aperte, comuni, considerato che, in non pochi casi, si potrebbe essere manipolati da quelle che chiamiamo “fonti confidenziali”. Non abbiamo la certezza dell’autenticità e dell’affidabilità di ciò che ci rivelano, potrebbero essere state addestrate da qualcuno che sta più in alto, risultare il megafono di qualcuno o qualcosa interessato a raccontare la sua di verità. Non che occorra rinunciarvi, ma, prima, forse conviene specializzarsi nell’acquisizione di dati e informazioni sicure, provenienti dalle fonti aperte - che, seppur poco sfruttate, offrono inestimabile e illimitato materiale informativo per le nostre ricerche - che, tra l’altro, si potrebbero rivelare d’aiuto nel giudicare la validità delle notizie derivanti da fonti confidenziali”.

Per in ogni città, l’AGI individua e sceglie il partner adeguato all’erogazione della propria offerta formativa. Nel caso di Milano, si tratta della società United Risk Management, specializzata nel settore della legalità e della sicurezza privata, che si propone sul mercato con un approccio di “risk management” attraverso l’integrazione di tecniche investigative, attività di vigilanza, progettazione e tecnologie per la sicurezza.
Il primo corso, quello di “Holistic Counterintelligence”, si svolgerà dal 9 all’11 dicembre, e “ha lo scopo di fornire una vasta panoramica sulle tecnologie e le apparecchiature per la counterintelligence informatica e ambientale offrendo una difesa “olistica” alle minacce possibili. - dettaglia Reitano -. Il concetto di “difesa olistica” - continua Reitano - passa attraverso un approccio integrato e sinergico di tecniche di sicurezza dei dati e di bonifica ambientale da microspie e segnalatori di ogni tipo attraverso un sistema di tecniche e di protocolli operativi che spiegano quali sono le dinamiche corrette da adottare nella gestione di informazioni delicate”.
Qualche giorno più tardi, dal 16 al 18 dicembre, si svolgerà il corso di “Social Media Intelligence” “che mira a fornire gli strumenti per l’analisi in profondità di qualsiasi profilo Facebook, per svolgere un’analisi dettagliata di tutte le relazioni, interessi e attività dei soggetti investigati, per geolocalizzare in maniera diretta e indiretta gli utenti Twitter e Facebook, per analizzare le correlazioni tra individui e aziende o organizzazioni complesse, per verificare contenuti e informazioni presenti sui social network e per condurre estese ricerche sui principali social network” illustra Reitano.

“Del resto i social network - approfondisce il nostro interlocutore - si sono rivelati una miniera di dati e informazioni. Basta recuperare nome e cognome, data e città di nascita di un soggetto che, grazie ad altri software del tutto legali, si possono conseguire altre informazioni sensibili come il suo indirizzo di abitazione. Non a caso, la polizia postale basa una buona percentuale delle proprie indagini sul setacciamento delle conversazioni sui canali social.” S’impone, quindi, un invito alla prudenza agli utenti dei social che lo stesso Reitano fa proprio, seppur faccia di mestiere l’investigatore digitale: “I social sono delle bombe, in termini di estrapolazione di dati. Non a caso, i miei corsi sono seguiti non solo da giornalisti, ma anche da investigatori privati, forze dell’ordine, analisti commerciali, membri dell’intelligence. Bisognerebbe essere molto prudenti nel lasciare tracce - indelebili, nella maggior parte dei casi - della propria vita privata e professionale su piattaforme come Facebook. Anche da un semplice indirizzo web si possono ricavare informazioni fondamentali, senza investire un cent e senza ricorrere a particolari autorizzazioni: nei documenti di registrazione del sito, infatti, si può velocemente risalire al nominativo del proprietario, alla sua eventuale ragione sociale, al suo numero di telefono, al suo indirizzo mail che possono essere utilizzati come piste per ulteriori ricerche sul web, sui social, su Google e affini. I miei corsi, quindi, servono anche a proteggersi: di solito, infatti, chi sa come cercare e scoprire, sa anche come nascondere”.
Del resto è l’imprudenza, la scarsa precauzione su cui fa leva l’investigazione digitale. Reitano ci racconta come sia semplice, attraverso programmini del tutto legali, scovare nelle parti nascoste di siti web documenti molto importanti: “Ho scoperto, ad esempio, che un grande giornale d’inchiesta italiano basa la sua attività al 90% su documenti provenienti dal Ministero degli Interni e di “Grazia e Giustizia” che, in certi casi, dovevano rimanere riservati. Sui siti di grosse aziende, si possono trovare documenti di bilancio, conti economici lasciati inavvertitamente nella loro parte nascosta. D’altronde, pure il settore della sicurezza è ancora impreparato su molti fronti”.
Entrambi i corsi si terranno presso la sede operativa della United Risk Management in viale Italia 230/232 di Sesto San Giovanni e occuperanno le giornate intere. Per iscrizioni o ulteriori informazioni si possono utilizzare i seguenti riferimenti: mail: agi@fastmail.fm, s.tozzi@unitedrisk.eu; tel. 3489155506. Leo Reitano garantisce l’assimilazione di skill che potrebbero fare la differenza nell’attività giornalistica: “Non solo qui insegniamo a diventare esperti di osint, ma anche a utilizzare le metodologie hacker per interpretare e decodificare al meglio, spesso mediante l’utilizzo di supporti software, la marea di info che si trova nelle fonti aperte. Non è così complicato come può sembrare, alcuni miei allievi hanno ottenuto risultati eccezionali nel loro lavoro. In questi tre giorni di corso si possono apprendere metodologie che garantiscono un salto di qualità alla professione giornalistica”.
Anche prima dell’avvento del web e del digitale, la storia del giornalismo si è fatta grazie all’azione e al coraggio di grandi reporter d’inchiesta. Di seguito, offriamo una carrellata internazionale di alcuni nomi fondamentali da prendere come esempio per coraggio, slancio idealistico, spirito di missione.

William Howard Russell (Eire, 1820-1907)
È stato definito da David Randall "L'uomo che inventò le corrispondenze di guerra".

George Seldes (USA, 1890-1995)
Il guastafeste del giornalismo, colui che “si divertì” a infastidire e sbugiardare qualsiasi tipo di potentato. Eppure riuscì a sopravvivere sino a 105 anni!

Ryszard Kapuściński (Bielorussia, 1932-2007)
Vagabondo della Storia che in trent’anni di carriera ha raccontato rivoluzioni, guerre e colpi di stato. Sempre a fianco degli ultimi.

Robert Fisk (Inghilterra, 1946)
Il più importante corrispondente dal Medio Oriente.

Carl Bernstein - Bob Woodward (USA, 1944; 1943)
Il duo giornalistico più famoso del mondo che investigò sul caso “Watergate”. Anche se, in verità, si trattò di un lavoro di squadra della redazione del Washington Post.

Veronica Guerin (Eire, 1959-1996)
Pagò con la vita la sua lotta - giornalistica - al narcotraffico irlandese. Tributo cinematografico (non proprio fortunato) alla sua storia.
 

Anna Stepanovna Politkovskaja (Russia, 1958-2006)
Chi è il vero mandante dell’assassinio della grande giornalista russa, strenue difensora dei diritti della popolazione cecena e dura oppositrice del regime di Vladimir Putin?

Paul Steiger (USA, 1942)
Inventore e direttore di ProPublica, piattaforma indipendente per il finanziamento del giornalismo d’inchiesta, primo sito internet a vincere un premio Pulitzer.

Émile Édouard Charles Antoine Zola (Francia, 1840-1902)
Esalta il proprio talento anche come polemista scrivendo satire anti-imperiali.

Lincoln Steffens (USA, 1866-1936)
Uno dei massimi esponenti del cosiddetto “giornalismo muckraker”.

Ernie Pyle (USA, 1900-1945)
Uno dei più importanti corrispondente di guerra. Venne ucciso durante la battaglia di Okinawa.

Elizabeth Jane Cochran (Nellie Bly) (USA, 1864-1922)
Creatrice del genere di giornalismo “sotto copertura”; testimoniò, patendole in prima persona, le terribili condizioni cui erano costretti i pazienti dei manicomi americani.

John Pilger (Australia, 1939)
Ha ricevuto numerosi premi e dottorati per le sue battaglie per i diritti umani ed è stato nominato per ben due volte “Giornalista dell'Anno” in Inghilterra. E’ autore anche di importanti documentari.

Gary Webb (USA, 1955-2004)
Autore del celeberrimo “The Dark Alliance”, con cui ha denunciato il sistema americano e la CIA come produttori e distributori di droghe di massa, mirate al controllo della popolazione. La sua inchiesta, pubblicata sul “San José Mercury News”, si meritò il premio Pulitzer (e un ottimo tributo cinematografico di qualche anno fa). Il suo rimane un suicidio presunto.

Jean Léopold Dominique (Haiti, 1930-2000)
Raccontato nel bel documentario di Jonathan Demme “The Agronomist”, pagò con quattro proiettili al petto l’opposizione al regime del suo Paese basata sui primi programmi radiofonici in creolo, la lingua parlata dalla maggior parte della popolazione haitiana.

Ann Elizabeth Mary Leslie (Ann Leslie) (USA, 1941)
Come scrive David Randall, “in oltre quarant’anni, ha scritto da più di 70 paesi, e su una gamma di argomenti senza precedenti”.

Julian Paul Assange (Australia, 1971)
Inventore di WikiLeaks. Personaggio controverso, intrappolato in una controversa vicenda giudiziaria.

Anabel Hernández (Messico, 1971)
Ritenuta una delle migliori giornaliste investigative per le sue inchieste su narcotraffico e corruzione. Già inserita, da Reporter Senza Frontiere, nella lista dei “100 eroi del giornalismo”.

Ida Wells-Barnett (USA, 1862-1931)
Afro-americana, fu attiva nel contrastare il linciaggio della popolazione nera negli stati americani del Sud.

Marguerite Higgins (USA, 1920-1966)
La prima donna giornalista inviata di guerra.

Marie Catherine Colvin (USA, 1956-2012)
Reporter di guerra contemporanea, morta durante il bombardamento di Homs, in Siria.

Ida Minerva Tarbell (USA, 1857-1944)
Pioniera del giornalismo investigativo con l’inchiesta sulla Standard Oil dei Rockefeller.

Seymour Hersh (USA, 1937)
L'inchiesta che l'ha reso famoso è stata quella con cui svelò il Massacro di My Lai durante la guerra del Vietnam (1969).

Gloria Emerson (USA, 1929-2004)
Corrispondente di guerra divenuta un simbolo.

Adolfo Isuiza Urquia (Perù, ?-1992)
Torturato e ucciso per le sue inchieste sui trafficanti di droga.

Naomi Klein (Canada, 1970)
E “No Logo”, la sua bibbia “no global”.

Alfredo Corchado (Messico - USA)
Figlio di una terra in cui i potenti sono di rado messi sotto esame, non ha mai avuto paura di lavorare a inchieste su temi scottanti come la corruzione all'interno del governo, gli omicidi di donne a Ciudad Juàrez e gli spietati cartelli della droga.

Dmitrij Jur'evič Cholodov (Russia, 1967-1994)
Viene ucciso mentre indaga sulla corruzione degli alti gradi dell’esercito russo.

Marvel Jackson Cooke (USA, 1903-2000)
Giornalista, scrittrice e attivista dei diritti civili.

Richard Harding Davis (USA, 1864-1916)
Corrispondente di guerra, Harding Davis fu il primo giornalista degli Stati Uniti a coprire la guerra ispano-americana, la seconda guerra boera e la prima guerra mondiale.

Januarius Aloysius MacGahan (USA, 1844-1878)
Testimoniò le atrocità compiute dai turchi in Bulgaria.

Ben Bagdikian (USA, 1920-2016)
Uno dei maggiori critici del sistema delle comunicazioni di massa.

Floyd Gibbons (USA, 1887-1939)
Uno dei primi reporter radiofonici.

Isidor Feinstein Stone (USA, 1907-1989)
“Ogni governo è uno strumento che permette a pochi di controllare le azioni di molti... Le società umane dipendono, per le decisioni finali di guerra o di pace, da un gruppo di persone anziane che nessun direttore del personale con un po’ di sale in zucca, sotto il capitalismo come sotto il comunismo, accetterebbe di assumere.”

Henry Louis Mencken (USA, 1880-1956)
Noto soprattutto per la pungente satira della società puritana del suo Paese.

Wilfred Graham Burchett (Australia, 1911-1983)
Primo corrispondente a entrare in Hiroshima dopo lo scoppio della bomba atomica.

Ibrahim Lufty (Maldive)
Il “cyber dissidente” del regime dittatoriale delle isole Maldive.

Pedro Fernández (Repubblica Dominicana)
E le numerose inchieste sul narcotraffico della sua regione.

SEZIONE ITALIANA

Pier Paolo Pasolini (1922-1975)
Scrittore, regista, poeta e giornalista. Colui che, meglio di tutti, anticipò la dittatura (odierna) del sistema consumistico. Barbaramente ucciso, forse perché in procinto di rivelare verità scottanti.

Tiziano Terzani (1938-2004)
Non fu molto conosciuto in Italia durante la sua attività giornalistica, poiché la testata per la quale lavorava principalmente era il periodico tedesco “Der Spiegel”. Oggi è, comunque, considerato uno dei migliori reporter italiani del XX secolo.

Ilaria Alpi (1961-1994)
Il più importante premio italiano al giornalismo d’inchiesta è a lei intitolato.

Oriana Fallaci (1929-2006)
Indimenticabile reporter di guerra e scrittrice.

Giancarlo Siani (1959-1985)
Pagò con la vita, giovanissimo, i suoi articoli che denunciavano le attività criminose della camorra.

Fabrizio Gatti (1966)
Miglior giornalista italiano per il genere “inside story”.

Enzo Baldoni (1948-2004)
Reporter dalle zone “più calde” del pianeta, barbaramente ucciso e ingiustamente dimenticato anche nel nostro Paese.

Giuseppe (Pippo) Fava (1925-1984)
Oltre che giornalista e fondatore de “I Siciliani”, secondo giornale antimafia in Sicilia, fu scrittore, drammaturgo, saggista e sceneggiatore, ucciso da cosa nostra.

Milena Gabanelli (1954)
In rappresentanza di tutta la redazione di Report.

Tommaso Besozzi (1903-1964)
Nel 1950 diventa noto (ma oggi è stato completamente dimenticato) con un'inchiesta sulla vicenda dell'uccisione del bandito Giuliano dal titolo “Di sicuro c'è solo che è morto”, nella quale smentisce la versione ufficiale del fatto.

Walter Tobagi (1947-1980)
Paga con la vita le inchieste sul terrorismo brigatista.

Giuseppe (Joe) Marrazzo (1928-1985)
Le sue inchieste sulla camorra lo avevano esposto a varie minacce di morte.

Ettore Mo (1932)
Tra i più famosi corrispondenti di guerra, inviato speciale del Corriere della Sera.

Mauro De Mauro (1921-1970)
Rapito da cosa nostra e mai più ritrovato. Tra le varie ipotesi formulate sulle ragioni della sua sparizione figura anche quella relativa all'inchiesta sulla morte, secondo lui dovuta a omicidio e non a incidente, del presidente dell'Eni Enrico Mattei.

Lirio Abbate (1971)
Vive sotto scorta per essersi sempre occupato di mafia e ha subito diverse intimidazioni per aver scoperto e scritto su “L’Espresso”, prima degli inquirenti, delle infiltrazioni criminali nella capitale d'Italia.

Ruggero Zangrandi (1915-1970)
Raccontò le deviazioni dei nostri servizi segreti.

Corrado Incerti
Ha vissuto in prima linea le stagioni più tumultuose della storia internazionale e italiana.

Altri esempi importanti, dei giorni nostri, si possono recuperare dall’elenco dei “100 Eroi dell’Informazione” stilato da Reporter senza Frontiere.

Gaetano Farina

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