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Facebook, per Qwant è necessario tutelare la privacy di chi naviga in rete

Facebook travolta dallo scandalo sull’abuso dei dati sensibili di 50 milioni di utenti, in cui pare essere coinvolta anche la società di consulenza politica Cambridge Analytica, sull’utilizzo dei dati per veicolare messaggi e propaganda a fini elettorali. In Italia, l’AGCOM ha richiesto a Facebook informazioni circa "l'impiego di dati per finalità di comunicazione politica da parte di soggetti terzi".

“L’attuale dibattito che vede coinvolti Cambridge Analytica e Facebook porta l'attenzione dell'opinione pubblica, ancora una volta, sul tema della privacy e ci permette di capire come questa, non sia qualcosa di astratto.” – Ha commentato Fabiano Lazzarini, Country Manager di Qwant Italia. – “L’utilizzo sofisticato, tramite tecnologia, dei dati delle persone, permette di influire nel tempo, in modo scientifico e costante, sulle scelte che ognuno di noi compie quotidianamente: non solo legate ai consumi, ma soprattutto relative alla costruzione delle nostre opinioni e idee inerenti alle sfere più importanti e intime della nostra esistenza. Tutto ciò, riportato ai milioni di utenti implicati nel caso, ci apre gli occhi su come masse di popolazione possano essere influenzate e spinte in determinate direzioni.”

La forte consapevolezza di queste tematiche e di ciò che le tecnologie di profilazione possono realmente fare, è alla base del progetto Qwant, il motore di ricerca europeo che non traccia in alcun modo le ricerche degli utenti e che fa del rispetto della privacy e della imparzialità dei risultati la propria forza. E’, infatti, importante sottolineare come un browser sia ancora più potente rispetto a un social network nella raccolta dei dati e quindi nella creazione del profilo dell’internauta, sulla base del quale verranno decisi i messaggi da veicolarci per influenzare le masse.

“Ci troviamo dunque di fronte a un caso che non stupisce gli operatori già consci delle dinamiche in atto, ma che permette all'opinione pubblica di iniziare a prendere coscienza di una tematica che sarà sempre più centrale per garantire libertà alle persone.” Continua Lazzarini. “L’accesso alle fonti informatiche deve essere paritario per tutti, per evitare la compromissione dei risultati soprattutto durante le sfide elettorali. Siamo disposti ad andare più in profondità per risolvere il problema, anche attraverso l’istituzione di una commissione ad hoc.”Così si è espresso Giovanni Buttarelli, Garante Europeo della Protezione dei Dati.

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