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Dal CorSera al Sole, l'informazione dei big non tira più: crollo senza fine
Vendite quotidiani

Dal Corriere della Sera al Sole 24 Ore, dalla carta al digitale: crollo senza fine

Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, ma anche i giornali di settore come il quotidiano economico Il Sole 24 Ore: la crisi dell’informazione non fa sconti a nessuno. Dalle vendite cartacee passando per il digitale, i numeri parlano chiaro: la stampa italiana sta vivendo un momento di profonda crisi. Dietro il crollo non un’unica motivazione, ma un mix di fattori esplosivi. Come la perdita di autorevolezza degli strumenti (e delle voci) più tradizionali dell’informazione. Il dilagare sempre più convincente dei social (da Instagram a Facebook, passando per Tik Tok e Twitch), che oltre a essere un terreno fertile per pubblicità e sponsorizzazioni, stanno diventando canali di divulgazione semplici, immediati e alla portata di tutti (soprattutto per i più giovani).

O ancora: la questione dei prezzi. Chi è più disposto a pagare per leggere un pezzo di carta o un articolo online? Le formule di abbonamento sono da rivalutare? Il boom dell'informazione online, libera e indipendente, di cui Affaritaliani.it è precursore (primo quotidiano digitale fondato nel 1996 in Italia), sta minando il futuro delle grandi testate? Le ipotesi sono molte, ma una cosa è certa: per sopravvivere serve “cambiare pelle”. Soprattutto se i numeri non quadrano.

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Partiamo con l'analizzare le grandi testate storiche per eccellenza: Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa e Sole 24 Ore. Se andiamo a sviscerare i numeri Ads di maggio 2023 confrontati con il mese precedente vediamo che per via Solferino il calo (tra cartaceo e digitale) è dello 0,68%: si passa da oltre 247mila copie a 246mila. Numeri che se confrontati con i dati 2018 appaiono in netta decrescita: cinque anni fa il Corriere faceva, sempre secondo il report Ads, 292mila copie tra abbonamenti digitali e carta. Un crollo di ben 46mila copie: 9,2mila all’anno. Per Repubblica la situazione è forse ancora più grigia: a maggio 2023 le copie vendute sono 151mila, mentre nel 2018 il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari sfondava quota 211mila con 60mila vendite di scarto. Restando nello stesso gruppo, ovvero Gedi, La Stampa non performa meglio: a maggio 2023 siamo a 87mila, nel 2018 si passa a 150mila: la differenza in tal caso è di 63mila.

Classifica quotidiani 2023 cartacei e digitaliClassifica quotidiani 2022-2023 cartacei e digitali
 

Classifica quotidiani 2019Classifica quotidiani 2018-2019 cartacei e digitali
 

 

 

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