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“Horizon Europe” 95000 milioni di euro per l’Europa del futuro scientifico

“Horizon Europe” è il piano che sarà lanciato in questo semestre dall’Europa per garantirle un balzo verso il futuro scientifico e tecnologico.

Con 95000 milioni di euro (30% in più del precedente programma) è il più grande piano di ricerca e innovazione tra nazioni nel mondo.

Si inserisce in un momento chiave per il vecchio continente che sta preparando il suo piano Marshall per ripresa dopo la pandemia, Next Generation Eu. Il piano ha l’obiettivo di trasformare radicalmente l'economia europea attraverso la digitalizzazione e la lotta ai cambiamenti climatici.

Questa “fabbrica di Nobel”  poggia su tre pilastri: il Consiglio europeo della ricerca (ERC), dotato di 16.000 milioni di euro per i migliori progetti presentati dai ricercatori europei; le azioni Marie Skłodowska-Curie, con 6,4 miliardi di euro per fornire agli scienziati nuove conoscenze attraverso mobilità e formazione, e i finanziamenti per le infrastrutture di ricerca (2,4 miliardi). Questi contributi saranno arricchiti anche da altri paesi al di fuori dell'UE, come Svizzera,Norvegia e Regno Unito.

Horizon Europe sosterrà i ricercatori e non i centri universitari, affinché possa essere lo scienziato in proprio a decidere con chi lavorare.

Il secondo “step” del piano, dotato di 50.000 milioni, è destinato ad aiutare tutto il mondo scientifico che sta tra l’università e l’azienda. L’UE produce circa il 20% di tutta la ricerca e sviluppo globale e un terzo delle pubblicazioni scientifiche. Tuttavia, l'importo stanziato dalle aziende per la ricerca e lo sviluppo è equivalente solo all'1,3% del prodotto interno lordo (PIL), rispetto al 2% degli Stati Uniti, al 2,6% del Giappone o al 3,3% della Corea del Sud.

Bruxelles coprirà così il 50% del progetto presentato, mentre il settore privato si incaricherà dell'altra metà. Otto le aree di ricerca: cultura, salute, sicurezza, inclusione sociale, clima ed energia, industria digitale e spaziale, alimentazione ed agricoltura.

Oltre a questo imponente ed ambizioso programma ve ne è un altro dedicato alla creazione di “start up” impegnate soprattutto nell’intelligenza artificiale o nella mobilità elettrica.

L'UE vuole dare ai suoi ricercatori la massima flessibilità, ma considera prioritari tre aspetti: il campo della salute e la lotta alla pandemia, con 5,4 miliardi di euro dal piano di ripresa Next Generation EU, la green economy e la digitalizzazione. Al contempo ha definito priorità di lavoro su cinque missioni: cambiamento climatico, cancro, oceani, città intelligenti e cibo.

Il tutto per creare una potente massa critica di intelligenze europee rivolte al futuro.

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