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"L'Unità? Distrutta dal management". Scriverlo non è reato

Il diritto di cronaca e il diritto di critica sono salvi. Lo si ricava dall'archiviazione disposta il 24 febbraio scorso dal Gip Annalisa Marzano in merito alla querela per il reato di diffamazione aggravata dal mezzo della pubblicità presentata l'11 settembre 2014 dall'ex-ad della Nie societa' editrice dell'Unità, Fabrizio Meli, che chiedeva sin d'ora la punizione del colpevole, il giornalista Carlo Patrignani, reo con i suoi pezzi di aver compromesso fortemente la mia reputazione professionale e di svillire la gestione manageriale, arrivando ad attribuire a quest'ultima la responsabilità della crisi finanziaria. 

Ebbene, il Gip Marzano, sentite le parti ed esaminati gli atti ed in particolare gli articoli oggetto di doglianza, appurata l'esattezza del notorio dissesto finanziario della testata giornalistica comprovante la verità della notizia, rilevato che i toni e i commenti seppur vivaci ed aspri, usati nei suoi articoli dal Patrignani, sono peraltro indirizzati - nel loro complesso - ai responsabili e al management della società di riferimento, rilevato quindi che queste espressioni sebbene aspre rientrano perfettamente nei parametri del diritto di critica oltre che di cronaca espressi dal Patrignani nei suoi 'pezzi giornalistici' non avendo mai trasmodato i limiti della continenza, richiamati infine i motivi addotti dal Pm nella sua richiesta di archiviazione, ha disposto l'archiviazione del procedimento.

E, di conseguenza, ha rigettato la stessa opposizione del Meli avversa alla richiesta di archiviazione richiesta al Gip dal Pm Nadia Plastina, secondo cui i 'pezzi' del giornalista indagato sulle vicende del quotidiano l'Unità, il cambio di proprietà e i problemi finanziari sono scriminati dal diritto di cronaca: i commenti sono vivaci non per ciò solo oltrepassanti la continenza anche perchè le espressioni usate non trasmodano nè il tema della notizia nè la correttezza formale.

La disgustosa e assai spiacevole vicenda giudiziaria si è dunque conclusa con il cosiddetto non luogo a procedere in quanto non si è configurato alcun reato, come prevede il codice penale, e di conseguenza alcuna punizione ha avuto corso e, dato altrettanto importante, si è conclusa positivamente riaffermando il valore del diritto di cronaca e di critica, esercitati dal giornalista nel rispetto delle normative e soprattutto non inficiati da alcun legame professionale extra con i diversi protagonisti della vicenda, come ipotizzato dal Meli.

Il Meli, arrivato all'Unità con l'ingresso del patron di Tiscali, Renato Soru, si è imbarcato in una poco signorile querela per diffamazione aggravata in seguito a alcune affermazioni da lui ritenute dannose alla sua reputazione professionale, come: possibile che nessun organismo sindacale, interno ed esterno allìUnità, si mai accarto delle falle, glissando addirittura sulla guida, elemento decisivo per la vita di un quotidiano, ossia la gestione manageriale?. Oppure, l'Unità aspetta con il fiato sospeso un imprenditore serio e intelligente, intelligentemente serio, che la traghetti fuori dalle sacche del nefasto fallimento, dove è finita per scelte scellerate di un management che, a detta del Cdr, non ha saputo fare il suo mestiere [...] Voci e illazioni dicono di una richiesta fatta dalla Santanchè ai due liquidatori incaricati della liquidazione della Nie, la società editrice guidata da Fabrizio Meli, che ha accumulato perdite tra i 20 e i 22 milioni di euro. E ancora: [...] il bollettino medico parla infatti di malore indotto dal virus malefico della incompetenza manageriale" abbinato spesso a "scarsa vitalità della direzione, e non di come irreversibile. Sta solo un po' male l'Unità [...]. O infine stato drammatico dell'Unità, come determinato da una gestione manageriale non all'altezza, da una gestione finanziaria allegra [...]r.

Un dissesto finanziario di dominio pubblico, ben noto alla redazione, al Cdr e alla stessa Fnsi, trattato in lungo e in largo dai mezzi d'informazione e da alcuni con maggiori dettagli, oggetto di una specifica e documentatissima trasmissione di Report sui cambi di proprietà e sulla gestione del management, nonchè certificato dalla relazione dei due liquidatori, Emanuele D'Innella e Carlo Papa, pari a oltre 32 milioni di euro, ai quali andavano ad aggiungersene altri 30 milioni circa per 120 contenziosi in essere.

Ma quel che più conta - eticamente - e' la confermata autonomia e pulizia del giornalista che secondo il Meli sarebbe stato "legato professionalmente" al socio di maggioranza della Nie, Matteo Fago, per il solo fatto di aver pubblicato a gennaio 2010 con la casa editrice 'L'Asino d'oro' dei due brillanti editori, lo stesso Fago e Lorenzo Fagioli, il libro 'Lombardi e il fenicottero'.   Come dire, gli articoli sarebbero stati inficiati da un sotterraneo legame professionale, non comprovato in quanto non comprovabile.

 Non si e' accorto il Meli che a luglio 2012 usci' dello stesso giornalista, a riprova della sua autonomia e pulizia, un secondo libro 'Diversamente ricchi' per Castelvecchi editore, che l'Unita' recensi' a pagina intera e con richiamo in prima il 25 luglio e che il Pd ospito' il 25 agosto alla Festa Democratica Nazionale di Firenze e a diverse Feste Democratiche locali tra cui quella di Roma a Caracalla a fine luglio. E tra gli esponenti del Pd intervenuti a presentare il libro ci fu Matteo Orfini che per la carica che ricopriva nel Pd il Meli all'epoca non poteva non conoscere.

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