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Trump news relegate a show. Tg Italiani a scuola negli Usa

L'informazione nel Paese? La fa solo Maurizio Crozza
Guardare i telegiornali in Italia fa venir l'ansia, anche ad un giornalista, specialmente se abituato ai notiziari americani o inglesi. Questo vale anche per la carta stampata dove i titoli tendono sempre al drammatico. Negli Usa le notizie, le “news”, sono molto apprezzate, non per nulla é la patria dei news H24, iniziata con la Cnn nel 1980. In termini d’importanza direi che nei Tg americani viene prima il meteo, poi le notizie locali, quelle nazionali, le politiche, ed infine le news internazionali e lo sport.
Ultimamente, con l’arrivo del presidente Trump (ma anche durante la campagna presidenziale), l’ordine si é un pó invertito con le notizie politiche nelle prime pagine, ma sempre sdrammatizzate. Recentemente, considerando il loro valore d’intrattenimento, le “Trump news” vengono relegate a quella che potrebbe essere la pagina dello spettacolo.
Tutte le news, comunque, vengono date sempre con spirito speranzoso e positivo. In Italia invece, ad ascoltare i Tg sembra che il mondo sia prossimo alla fine, e questo lo si intuisce dai toni, poiché i contenuti, specialmente i “sound bite” politici sono incomprensibili.
E questo vale per l'intero Tg: dalla pagina dello spettacolo a quella dello sport. Sembra che tutti parlino come enologi: “Colore meno dorato della Nosiola, profumi anche meno aerei, più ombrosi; gusto più macerativo e tannico, niente ritmo e poca profondità nel finale”. Non c’é nessun mezzobusto che abbia pietà dello spettatore. Bisogna aspettare il venerdí con lo spettacolo di Maurizio Crozza per capire cosa sia accaduto durante la settimana.
A pensarci bene, quello di Crozza é di fatto il miglior telegiornale italiano. Inizia con la politica nazionale (spesso con Renzi, Salvini e Grillo), poi passa a quella internazionale (con Merkel o Trump); e quindi allo spettacolo ed allo sport (con Massimo Ferrero), lasciando la cronaca per ultima (spesso con il senatore Razzi).
Per quanto riguarda la stampa cartacea, ho da poco capito il perché a volte in Italia i titoli sui giornali non riflettano i contenuti: visto che c’é l’abitudine di collocare la notizia in fondo, spesso per comporre tipograficamente la pagina bisogna tagliare delle righe e non essendoci il tempo di rileggere tutto il pezzo, si finisce per tagliare la parte finale.
In America, invece, vale la regola del "cosa, dove e quando" giá nei primi tre paragrafi. Inoltre, il giornalista é tenuto a capire l’argomento per poterlo descrivere in modo comprensibile al lettore, quindi se durante un’intervista il giornalista non capisce la risposta e la riporta ugualmente, é sicuro che non la capirá nemmeno il lettore, a prescindere dalla sua conoscenza della materia.