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Medicina
Curare la dipendenza dalla droga: "Un fiume di cocaina", ecco il manuale
Milano si afferma come la capitale europea del consumo di cocaina. Ma come uscire dalla dipendenza?

Secondo una recente ricerca scientifica condotta dal Dottor Ettore Zuccato, del laboratorio di Tossicologia della nutrizione dell’Istituto Mario Negri di via La Masa a Milano, nella capitale meneghina si consumerebbero circa 10.000 dosi al giorno di cocaina, con punte di 15.000 durante il week end – i cosiddetti giorni dello sballo.

Un dato allarmante ottenuto analizzando le acque reflue che sfociano nei depuratori della città, all'interno delle quali vanno a confluire le sostanze espulse con il metabolismo del corpo umano: una vera e propria mappa per stabilire le abitudini dei tossicodipendenti e i parametri dei loro consumi.

Un dato ancora più preoccupante se paragonato ai risultati delle stesse analisi condotte in capitali come Londra: in percentuale, in rapporto al numero di abitanti, Milano si afferma come la capitale europea del consumo di cocaina.

Una città dai ritmi frenetici in cui fermarsi è proibito e sballarsi è d'obbligo: questo lo scenario cui ci troviamo ad assistere. Di fronte a un panorama di consumatori che si fa sempre più variegato, sia per quanto riguarda la fascia di età, sia per quanto riguarda la trasversalità dell'uso, che riguarda tutti i ceti sociali e che non permette di formulare un identikit preciso: ogni tipologia sociale può essere coinvolta in questo tipo di dipendenza.

Partendo da questo presupposto, esistono dei segnali che indicano che una persona a noi vicina fa uso di cocaina? Come comportarsi, in quel caso? Come gestire il problema, soprattutto se riguarda un figlio o una persona minorenne?

Abbiamo chiesto aiuto al Dottor Furio Ravera, autore di Un Fiume di cocaina e socio fondatore del Gruppo Ginestra, specializzato nella cura di disturbi psichiatrici e tossicodipendenze.

 . Quali sono gli effetti immediati della cocaina sull’organismo? E quali quelli di lungo termine?

Come primo effetto sull'organismo, la cocaina determina uno stress sul sistema cardiovascolare e la circolazione cerebrale esponendo il consumatore a micro infarti  cerebrali e danni cardiaci conseguenti alla intensa contrazione coronarica. Questi sono i danni alla salute che costituiscono fattore di rischio ad ogni assunzione. Seguono poi i danni legati alla malnutrizione, allo stress fisico legato al disordine del sonno, i disturbi della respirazione legati alla lesione del setto nasale.

A livello comportamentale compaiono comportamenti aggressivi, conseguenti a sospettosità, reattività, condotta sessuale promiscua e disordinata, compromissione della responsabilità e dell'impegno lavorativo, grave compromissione dei rapporti familiari. Non è mai sottolineata abbastanza la capacità che ha la cocaina di sviluppare disturbi psicotici di tipo paranoide, con deliri di persecuzione che possono sfociare in comportamenti molto violenti, spesso a carico delle persone più vicine come i famigliari.

. Quali sono i campanelli d’allarme che possono indicare che una persona a noi vicina - un figlio, un compagno - fa uso di cocaina?

Il primo campanello d'allarme è rappresentato dal cambiamento dello stile comportamentale. Dal modificarsi del ritmo sonno/veglia, che diventa disordinato, delll'osservazione di un incremento nelle spese settimanali o mensili (la cocaina ha un suo costo). Soprattutto quando si è preoccupati per i figli, la sparizione di somme di denaro non deve essere sottovalutata ma anzi considerata con realismo.

.  Cosa fare se si sospetta che una persona a noi vicina faccia uso di droghe?

La cosa migliore è rivolgersi ad un professionista esperto. Trattare questo genere di problema necessita di molta perizia e di una matura esperienza clinica data la tendenza fondamentale del paziente ad opporsi alle cure ed occultare il suo comportamento con una serie di ingegnose falsificazioni.

. Come si guarisce dalla dipendenza da cocaina?

Per guarire dalla dipendenza da cocaina in primo luogo è necessaria la motivazione, vale a dire desiderare di liberarsi da questa sostanza più di ogni altra cosa. Paradossalmente si potrebbe dire che si potrebbe guarire in un solo giorno. Il problema che rende lunga e complessa la terapia è rappresentato dall'ambivalenza, dalla coesistenza di intenzioni opposte nella mente del paziente.

Per comprendere la difficoltà della cura di un tossicodipendente non va dimenticato che il soggetto va curato da qualcosa che ha sperimentato come molto piacevole, anche se non lo è più nell'attualità, e permane nel suo essere il ricordo nostalgico di quella esperienza. Ciò rende molto diversa la relazione terapeutica rispetto ad altri disturbi: in medicina il paziente si rivolge al medico perché lo liberi dal dolore che lo affligge e perché risolva i disagi di una malattia che odia. Nella tossicodipendenza la situazione è inversa. Il paziente spesso  è condotto dal medico dai familiari, che vivono realmente il "male" della sua malattia, mentre il paziente registra come solo disagio le continue sollecitazioni dei familiari.

Il passo fondamentale è quello di far maturare un sentimento di sofferenza per il tipo di vita che il paziente conduce, affinché possa arrivare a formulare una genuina ed autonoma richiesta di aiuto.

. In cosa consiste il percorso di riabilitazione?

La prima fase dell' intervento consiste nella disintossicazione del paziente per metterlo in condizioni di lucidità, al fine di renderlo un interlocutore adeguato per l'esplorazione psicologica. È in questa fase che viene studiata anche la sua situazione organica, con particolare attenzione al cuore e cervello. La raccolta della storia del paziente è un punto molto importante perché può permettere di individuare eventi traumatici molto significativi per l'impostazione di un intervento terapeutico mirato. Insieme ai grossi traumi vanno considerate quelle croniche disfunzioni delle relazioni nell'ambiente familiare che nel loro insieme rappresentano un trauma cumulativo. La tecnica dell'EMDR in questo caso rappresenta lo strumento psicoterapeutico che è possibile impiegare in acuto per stabilizzare il paziente ed avviarlo alla risoluzione dei traumi che sono stati individuati.

Parallelamente un importante lavoro riguarda la farmacologia che viene impiegata allo scopo di risolvere disturbi del tono dell'umore e disturbi dell'ideazione, causati dall'uso della cocaina. La Mindfulness è una tecnica di meditazione laica messa a punto per ridurre lo stress e regolare il controllo delle emozioni. Naturalmente questo tipo di intervento può essere fatto in regime di ricovero in un reparto attrezzato dalle figure professionali che possono applicare con perizia queste metodiche.

Alla fine del ricovero si giunge a disporre di una diagnosi "spendibile clinicamente", vale a dire non un'etichetta ma un profilo dei malfunzionamenti che vanno risolti affinché il paziente non ricada nell'uso della sostanza. La dimissione è il momento in cui viene consegnato al paziente il suo piano terapeutico da attuare in sede ambulatoriale o residenziale, in funzione della capacità del paziente di controllare il suo comportamento se adeguatamente assistito. L'intervento ambulatoriale è il più difficile perché necessità dell'astinenza assoluta dall'uso di sostanze mentre riprende la vita di tutti i giorni, sottoposto a innumerevoli stimoli che possono riaccendere l'intenzione di far uso della sostanza. In ambiente residenziale la cura si svolge con più facilità, perché il paziente vive in un ambiente protetto ed è perciò più facile tenersi lontano dalla droga.

Da questo punto di vista il Gruppo Ginestra garantisce un percorso di assistenza a 360°: dall'emergenza alla cura, dalla disintossicazione al recupero fino al reinserimento nella socialità. Ciò è possibile grazie al lavoro di una equipe specializzata e multidisciplinare e grazie alle diverse strutture dedicate. I ricoveri presso la clinica Le Betulle di Appiano Gentile prevedono una fase monitorata di disintossicazione e la struttura è attrezzata per la gestione delle crisi di astinenza. A questo tipo di assistenza si affianca e fa seguito un percorso di reinserimento sociale - in un contesto di “residenzialità leggera”, all'interno di appartamenti protetti in una zona semicentrale di Milano – e una fase “collettiva”, negli spazi di un centro terapeutico diurno, secondo un progetto personalizzato di sostegno alla quotidianità.

. Esiste una “prevenzione”? In che modo si può evitare che un figlio si avvicini al mondo della droga?

La prevenzione è un tema molto complesso perché necessità dell'attivazione di molte agenzie educative formative e si potrebbe anche dire di cambiamenti sociali, infatti il tema della disoccupazione giovanile non è escluso da questo argomento. La droga gode del supporto dei miti che una società coltiva, è il suo sistema di marketing: se il senso della vita si basa sul successo, sul divertimento ad oltranza, sul premio a comportamenti tracotanti, sul tempo da consumare e non da godere, sul sesso fine a se stesso come oggetto di consumo, tutto ciò diventa una sorta di impianto di rappresentazione del senso della vita e conseguentemente su questo impianto la cocaina trova il terreno ideologico favorevole per essere apprezzata. Un'educazione al piacere, al riconoscimento delle emozioni, un apprendimento alla loro modulazione, un'educazione alle relazioni, al rispetto ed alla valorizzazione dell'altro, una educazione al rispetto di sé e della propria vita come un bene unico non risarcibile possono aiutare in termini di prevenzione.

La famiglia è un'agenzia importante in termini di prevenzione, ma va riscoperto l'impegno serio nella educazione dei figli che hanno bisogno di affetto, di presenza, di regole certe, di valori e di autorevolezza educativa. Se dai figli la violazione della lealtà delle relazioni con i genitori, in termini di valori fondanti, viene considerato come un evento grave, resisteranno più facilmente agli inviti alla sperimentazione della droga. Un valore ben assorbito dai figli anche se trasmesso dai genitori, diventa un valore proprio e la violazione di esso viene percepita come un tradimento nei propri confronti.

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