Lecanumab, i risultati del nuovo farmaco danno speranza ai malati di Alzheimer - Affaritaliani.it

Medicina

Lecanumab, i risultati del nuovo farmaco danno speranza ai malati di Alzheimer

Il nuovo farmaco, anche se testato solo su pazienti in una fase non avanzata della malattia, hanno dato risultati promettenti

Oltre ad una diagnosi precoce, è fondamentale, prima di iniziare questa cura- dimostrare la presenza di beta-amiloide nel cervello di questi Pazienti (tramite una PET specifica o una puntura lombare) perché Lecanumab è un anticorpo monoclonale che si lega alla beta amiloide cerebrale rendendola così aggredibile dal sistema immunitario del soggetto.

In particolare, a differenza di altri anti amiloide come Aducanumab-Lecanumab si legherebbe a forme molto piccole di amiloide definite oligomeri che svolgono un’azione di blocco della trasmissione sinaptica, cioè di quel meccanismo che permette ai neuroni di colloquiare tra di loro e di trasmettersi informazioni.

In realtà non sappiamo ancora molte cose che possiamo riassumere nei punti seguenti:

1) Quanto durano gli effetti una volta interrotto il trattamento?

2) Quanto a lungo il trattamento può essere portato avanti?

3) Gli effetti collaterali aumentano al prolungarsi della terapia?

4) Quali sono le interazioni con i farmaci che normalmente assumono le persone anziane (quelle di gran lunga più colpite da demenza) in particolare quelli che fluidificano il sangue come gli antiaggreganti e gli anticoagulanti visto che tra gli effetti più frequenti di Lecanumab ci sono delle microemorragie a livello cerebrale?

Inoltre va sottolineato che Lecanumab per ora non si rivolge alle forme di gravità moderata e severa di Alzheimer, né a tutte quelle forme di demenza in cui la beta-amiloide non rappresenta la causa principale o la concausa della precoce morte dei neuroni e dei circuiti nervosi. Vogliamo ricordare che il nostro Paese ha –primo al mondo- in corso uno studio sistematico per la messa a punto di uno strumento di diagnosi precocissima: il progetto Interceptor finanziato da AIFA e dal Ministero della salute, iniziato nel 2018 e che si concluderà a fine 2023.