Novartis: #ProspettiveNuove nella lotta alla cecità evitabile
Fino al 21 giugno a Milano l'installazione per sensibilizzare nei confronti delle malattie degli occhi
Si è svolto a Milano il convegno “Traguardi e #ProspettiveNuove per l'eradicazione della cecità evitabile”, organizzato da Novartis. #ProspettiveNuove è anche il nome dell'iniziativa presentata in anteprima sul Sagrato del Duomo e che fino al 21 giugno sarà visibile in piazza XXIV Maggio (accanto alla Darsena). Si tratta di un'installazione realizzata dallo street artist di fama internazionale Cuboliquido, che con la tecnica del trompe-l'oeil coinvolge gli spettatori in una visione distorta e poco nitida, che cambia a seconda dei punti dei vista e che è simile a quella con cui sono costretti a convivere i pazienti maculopatici.
Le maculopatie rappresentano un problema piuttosto rilevante per la sanità italiana, anche dal punto di vista economica. Il primo “Osservatorio italiano sui costi della Cecità Legale” dimostra come tra il 2012 e il 2014 la spesa per i maculopatici diventati ciechi sia stata di ben 340 milioni di euro, a fronte di oltre 15.300 casi.
Il recente accordo tra Novartis e AIFA, che ha definito condizioni finalizzate a garantire un più ampio accesso alle terapie a costi sostenibili per il SSN, rappresenta uno strumento concreto per invertire questa tendenza.
“La degenerazione maculare legata all'età (AMD) è una delle principale malattie croniche nei soggetti con più di 65 anni”, ha spiegato Francesco Bandello, Direttore della Clinica Oculistica Università Vita Salute del San Raffaele di Milano. “Le maculopatie possono insorgere lentamente e nelle fasi iniziali i sintomi sono modesti, ma nel tempo determinano una compromissione più o meno severa della visione centrale, mentre quella periferica o laterale viene conservata”. In Italia, circa 65.000 persone sono affette da maculopatie, con 50.000 nuovi casi all'anno.
La vita di un ipovedente è un vero e proprio percorso a ostacoli, come ha spiegato la psicoterapeuta di IPAB Italia Stefania Fortini: “Questi pazienti non sono più in grado di riconoscere i volti delle persone care, di leggere e spesso anche di svolgere anche le più banali commissioni quotidiani in maniera autonoma. Per questo, piuttosto che diventare dipendenti dagli altri, frequentemente reagiscono chiudendosi in casa e isolandosi. Un terzo di loro arriva a soffrire di depressione”.
“Farmaci come quelli anti-VEGF hanno dimostrato di migliorare in percentuali significative la visione dei pazienti, rallentando la progressione della patologia”, ha spiegato Giovanni Staurenghi, Direttore della Clinica Oculistica dell'Ospedale Sacco, “ma questi farmaci richiedono un intervento tempestivo e continuativo nel tempo”.
Giuseppe Pompilio, Responsabile della Divisione Oftalmica di Novartis, ha chiarito come l'accordo con AIFA si inserisca in un più ampio impegno dell'azienda di Basilea sul fronte della cura di queste patologie, sia per migliorare le condizioni di vita dei pazienti, sia per alleggerire il peso sul Sistema Sanitario: “Si tratta di un modello che permetterà di programmare la spesa, con un costo-terapia fisso e più sostenibile, garantendo ai pazienti l'accesso alle migliori cure”.
Ma il vero nodo legato alla terapia è la diagnosi precoce, vista la rapidità dell'evoluzione di questo genere di malattie. Per questo motivo, tutti i partecipanti al convegno sono stati concordi nel fare un'unica raccomandazione: la vista è fondamentale e gli occhi vanno controllati sempre, non solo quando cominciano a verificarsi dei problemi. Potrebbe essere già tardi.