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Medicina
OMS: “I morti per Covid nel mondo sono almeno il doppio dei numeri ufficiali"

Almeno il doppio, se non il triplo, di quanto dichiarato da ogni singola Nazione. Sono i decessi causati dal Covid nel mondo. COVID-19 è diventata una delle principali cause di morte in tutti i paesi, causando indirettamente anche un numero considerevole di decessi aggiuntivi a livello globale, regionale e nazionale e ha inevitabilmente accorciato l'aspettativa di vita in molti paesi, con un impatto a lungo termine ancora sconosciuto.

Le stime preliminari dell'OMS suggeriscono che il totale globale di morti in eccesso attribuibili a COVID-19, sia direttamente che indirettamente, ammonta ad almeno 3 milioni nel 2020 ovvero ben 1,2 milioni di morti in più rispetto agli 1,8 milioni di decessi globali per COVID-19 segnalati l’anno scorso.

Una stima che ha fatto dire a Samira Asma, vicedirettore generale dell'Oms parlando con i giornalisti a Ginevra nel corso della presentazione del rapporto, che le persone morte direttamente o indirettamente a causa del Covid "sono almeno il doppio, il triplo di quelle ufficiali".

Sono i numeri contenuti nel rapporto “Global Heath Statistics 2021” che ogni anno raccoglie i principali dati sanitari mondiali.

 Al 1 maggio sono stati segnalati all'OMS oltre 153 milioni di casi confermati di COVID-19 e 3,2 milioni di decessi correlati. La regione delle Americhe e la regione europea sono state le più colpite, facendo registrare al loro interno oltre tre quarti dei casi segnalati a livello globale, con i rispettivi tassi di casi per 100.000 abitanti di 6.114 e 5.562 e quasi la metà (48%) di tutti i decessi COVID-19 nella regione delle Americhe e un terzo (34%) nella regione europea.

Dei 23,1 milioni di casi segnalati fino ad oggi nella regione del sud-est asiatico, oltre l'86% è invece attribuito all'India. Nonostante l'ampia diffusione del virus, fino ad oggi i casi di COVID-19 sembrano concentrarsi prevalentemente nei paesi ad alto reddito. I 20 paesi di questa fascia più colpiti raccolgono quasi la metà (45%) dei casi cumulativi di COVID-19 nel mondo, ma rappresentano solo un ottavo (12,4%) della popolazione globale.

Ma l’Oms sottolinea che indipendentemente dalla pandemia, le disuguaglianze esistenti, sia all'interno dei paesi che tra i paesi, impediscono interventi adeguatamente mirati in campo sanitario. Nonostante i recenti guadagni di salute globale, le persone in tutto il mondo continuano ad affrontare una complessa miscela di minacce interconnesse per la loro salute e il loro benessere. Molte di queste minacce sono radicate nelle disuguaglianze sociali, politiche, economiche e di genere e in altri determinanti della salute.

La popolazione mondiale continua a vivere più a lungo e vivere più anni in buona salute. Tra il 2000 e il 2019, l'aspettativa di vita globale alla nascita è aumentata da 66,8 anni nel 2000 a 73,3 anni nel 2019 e l'aspettativa di vita in buona salute è aumentata da 58,3 anni a 63,7 anni. Nonostante la condivisione di tendenze in aumento simili, i due indicatori risultano comunque più elevati tra le donne rispetto agli uomini e in ogni caso appaiono in relazione al livello di reddito delle popolazioni dei diversi Paesi.

 

Anche se, proprio per il forte gap esistente tra “ricchi e poveri” oggi si registra un miglioramento più marcato (+11 anni in aspettativa di vita e +5 in buona salute) proprio tra i paesi più poveri, soprattutto grazie ai notevoli progressi compiuti nella riduzione della mortalità tra i bambini sotto i 5 anni di età negli ultimi 20 anni.

La tubercolosi rimane comunque la principale causa di morte al mondo per un singolo agente infettivo. A livello globale, si stima che 10 milioni (intervallo, 8,9-11 milioni) di persone si siano ammalate di tubercolosi nel 2019, un numero che è diminuito molto lentamente negli ultimi anni ma non abbastanza velocemente da raggiungere la pietra miliare del 2020 di una riduzione del 20% tra il 2015 e il 2020.

 

Le nuove infezioni da HIV sono state ridotte del 40% dal picco nel 1998. Nel 2019, circa 1,7 milioni di persone sono state recentemente infettate dall'HIV, più di un milione in meno rispetto al 1998. Tuttavia, questo è lontano dal traguardo globale del 2020 inferiore a 500 000 nuove infezioni.

 

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