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Ore 17:58: Milano ricorda Falcone e Borsellino nei giardini via Marcello
Giovanni Falcone con Paolo Borsellino, l'altro giudice ucciso dalla mafia nei drammatici attentati del 1992

Ore 17:58: Milano ricorda Falcone e Borsellino nei giardini via Marcello

Alle 17.58, accompagnata dal suono della sirena di un automezzo dei vigili del fuoco e poi dal silenzio suonato dalla tromba del maestro Raffaele Kholer, Milano si è raccolta intorno alla stele dedicata ai giudici Giovanni Falcone  e Paolo Borsellino, nei giardini a loro dedicati in via Benedetto Marcello 4. 


La commemorazione a trent'anni dalla strage di Capaci


Sono passati trent'anni dalla strage di Capaci dove il 23 maggio del 1992, la mafia assassinò il giudice Falcone facendo esplodere una bomba al tritolo sull'autostrada tra l'aeroporto di Punta Raisi e Palermo. Nell'attentato morirono insieme al giudice la moglie e magistrato Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Ogni anno, in questa giornata di memoria, le autorità e le scuole, a partire dal vicino Liceo Scientifico Volta, si ritrovano in questi giardini per rendere omaggio alle vittime delle stragi del 1992, uomini e donne che hanno dato la vita lottando contro la criminalità organizzata, la corruzione, l'illegalità.

Intervenuto anche il coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia, Alessandra Dolci

 Alla commemorazione, iniziata alle 17, sono intervenute le associazioni impegnate nella diffusione della cultura della legalità tra i più giovani a partire da Libera, con la rappresentante Lucilla Andreucci, il coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia, Alessandra Dolci, il presidente onorario di Libera, Nando dalla Chiesa, e il Comune di Milano. Presenti anche tantissimi studenti che in questi giorni hanno ricordato il trentennale della strage di Capaci durante incontri, approfondimenti e laboratori. E hanno dato voce ai loro pensieri intervenendo insieme alle autorità e scrivendo frasi sulle lenzuola esposte nei giardini.

Dalla Chiesa: "Rischio che persone usino nome pur non praticando l'antimafia"

"Esiste il concreto rischio che poche persone usino un nome celebre dell'antimafia, chiedano un patrocinio, che una qualsiasi associazione e un qualsiasi consigliere comunale li prenda sottobraccio perche' il nome è suggestivo, per poi trovarsi persone che cominciano ad avere titolo di parlare per l'antimafia e l'antimafia non l'hanno mai praticata". Lo ha spiegato alla stampa Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, a margine della commemorazione che si e' tenuta oggi ai giardini Falcone e Borsellino di Milano in ricordo del trentennale della strage di Capaci.

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