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Mostre/ Le metropoli futuribili di carta del visionario Sant’Elia
Antonio Sant'Elia, Edificio industriale con torre angolare (1913). Matita nera pastello grigio e acquarello rosso su carta

di Simonetta M. Rodinò

 

Non ebbe alcuna eredità da raccogliere, né alcun percorso avviato da proseguire Sant’Elia. All’inizio della sua attività progettuale fu profondamente influenzato dalle opere dell’architetto urbanista Otto Wagner e dalla Wagnerschule di Vienna.

In occasione del centenario della morte di Antonio Sant’Elia, l’architetto futurista morto 28enne durante la Grande Guerra, due mostre rendono omaggio alla sua capacità di avere creato una sorta di archetipo di città. A Milano “Antonio Sant’Elia. Il futuro della città”, e a Como, dove nacque nel 1888, “Antonio Sant’Elia. All’origine del progetto”.

La prima rassegna che si snoda cronologicamente attraverso tre segmenti ed è ospitata alla Triennale, oltre a indagare il contesto dove egli si formò -  la Milano in divenire di fine Ottocento - ha un duplice obiettivo: celebrare da un lato la visionaria produzione dell’architetto, grazie a  circa 50 disegni originali e ad alcuni  modelli realizzati dagli studenti del Politecnico cittadino; dall’altro, guardare verso il futuro, dimostrando che il design, l’architettura e l’urbanistica sono territori ancora da esplorare, con potenzialità non del tutto sperimentate.

Sulle pareti si susseguono i disegni a matita, a china, in bianco e nero e a colori: centrali elettriche, viadotti, ponti, dighe, studi per stazioni ferroviarie e per la stazione centrale di Milano, schizzi per stazioni treni e aerei; fino a giungere a complesse strutture architettoniche che avrebbero previsto stazioni d’aerei e treni con funicolari e ascensori su tre piani stradali. Insomma tutto ciò che avrebbe dato corpo alla sua Città Nuova, ribattezzata poi Città Futurista.

La mostra si chiude poi con l’eredità diretta e indiretta della produzione di Sant’Elia: le straordinarie visioni e prefigurazioni della città futura da lui disegnate hanno anticipato forme realizzate solo nel XXI secolo: da Renzo Piano alle modellazioni di MVRDV, di Steven Holl, di Vincent Callebaut, di MAD o del recentissimo Google North Bayshore” di BIG.

A margine della piccola ma interessante rassegna infine una sorta di “bonsai-altare” a firma di Alessandro Mendini. Che in un collage di immagini interpreta nei piani e nei volumi le ipotesi urbane elaborate dal grande visionario del futurismo.

La seconda esposizione presso la Pinacoteca Civica di Como, attraverso i suoi disegni realizzati nel 1913 e la loro visualizzazione nelle tre dimensioni, permette di illustrare nel divenire la “costruzione” su carta di quegli edifici, torri, chiese, centrali, stazioni, case a gradinata… che rendono ancora oggi il suo lavoro imprescindibile nell’indagine sulla evoluzione dell’architettura.

I disegni sono accompagnati non solo da modelli tridimensionali, eseguiti per l’occasione, ma anche da importanti ingrandimenti che permettono di apprezzarne meglio la forza espressiva e scoprirne il valore della presenza nello spazio.

 

“Antonio Sant’Elia. Il futuro della città” - Palazzo della Triennale – Viale Alemagna 6 – Milano

25 novembre – 8 gennaio 2017 - Ingresso gratuito - Infoline: 02.724341 - www.triennale.org

 

“Antonio Sant’Elia. All’origine del progetto” - Pinacoteca Civica - Via Diaz, 84 – Como

25 novembre – 26 febbraio 2017 - Ingresso: € 4,00 - ridotto € 2,00   -  martedì a domenica 10-18 –

Infoline: 031 269869 - www.cultura.comune.como.it

 

 

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mostra sant'eliasant'elia mostra triennale


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