Car sharing elettrico: parte la flotta Renault 5 nei campus Luiss - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:58

Car sharing elettrico: parte la flotta Renault 5 nei campus Luiss

Nel Campus di viale Romania inaugurata la flotta di 12 Renault 5 elettriche: connettività Google, fino a 410 km WLTP e servizi h24 integrati nell’App Luiss.

di Giovanni Alessi

Il primo giro di chiave non fa rumore, com’è giusto in un campus che guarda avanti.

Oggi la Luiss ha inaugurato una flotta di 12 Renault 5 full electric per un servizio di car sharing pensato su misura di studenti, docenti e staff. Un tassello concreto della strategia Green Mobility che accompagna la comunità universitaria tra lezioni, esami e tempo libero, riducendo traffico e impronta ambientale senza rinunciare alla praticità.

La scelta della Renault 5 non è casuale. È la city-car che ha reinterpretato in chiave contemporanea un’icona pop, con un design immediato che parla ai nativi digitali e un abitacolo cucito su connettività e sicurezza. A bordo, l’integrazione con Google Play apre la strada a un ecosistema di app per musica, sport, notizie e intrattenimento: una pausa tra una lezione e l’altra può diventare una playlist condivisa, un aggiornamento di risultati o un film durante la ricarica. Sul piano dinamico, la piccola compatta elettrica promette fino a 410 km di autonomia secondo il ciclo WLTP e mette in campo 26 sistemi di assistenza alla guida, un pacchetto al vertice del segmento che aiuta nei parcheggi stretti e nelle strade cittadine più caotiche.

Il cuore digitale del servizio batte ventiquattro ore su ventiquattro. Prenotazione, sblocco, utilizzo e ricarica passano direttamente dall’App Luiss, grazie all’integrazione con la piattaforma ICT B.O.M.T.S. (Banking Operations Maintenance Telematics and Security) sviluppata da a.Quantum – Gruppo Acea. Un’infrastruttura che porta in dote sicurezza, telemetria e manutenzione predittiva, rendendo il car sharing un’esperienza a prova di imprevisti, con veicoli sempre connessi e pronti all’uso.

Il taglio del nastro nel campus di viale Romania ha messo fianco a fianco università e imprese. La direttrice generale della Luiss, Rita Carisano, ha ricordato come gli atenei abbiano “un ruolo centrale nella transizione verso una società più sostenibile”: formare professionisti, certo, ma anche cittadini in grado di leggere le sfide globali e di tradurle in scelte quotidiane. Il messaggio è chiaro: la mobilità elettrica non è un capitolo teorico, è pratica diffusa, visibile, misurabile.

 

Dal lato dell’industria, la scommessa passa dall’emozione alla tecnologia. “R5 è molto più di un’auto: è un’icona che si reinventa, capace di unire emozione, tecnologia e responsabilità ambientale”, ha sottolineato Sébastien Guigues, CEO di Renault Italia. Il linguaggio è quello delle nuove generazioni, attente all’ambiente ma desiderose di libertà e connessione: design riconoscibile, anima pop, servizi smart. E una promessa: trasformare ogni trasferimento tra campus in un’esperienza semplice, intuitiva, sicura.

Anche Acea ha rivendicato il proprio ruolo di operatore infrastrutturale in grado di connettere città, energia e servizi digitali. L’amministratore delegato Fabrizio Palermo ha richiamato il percorso del gruppo: investimenti su reti e innovazione, competenze trasversali e una visione che mette al centro l’affidabilità dei sistemi. È il terreno su cui si muove a.Quantum, la controllata guidata da Enrico Resmini, che ha tradotto l’architettura B.O.M.T.S. in un ambiente sicuro e resiliente, pensato per rendere scalabile il progetto e adattarlo a esigenze differenti.

Il car sharing elettrico non vive in solitudine. In Luiss trova già un ecosistema fatto di navette elettriche e a gas che collegano gratuitamente via Parenzo e viale Romania, punti di ricarica nei campus alimentati al 100% da energia rinnovabile e, da quest’anno, due iniziative che alzano ulteriormente l’asticella: uno studio per ottimizzare i consumi energetici delle sedi e l’avvio della flessibilità energetica, cioè la capacità di modulare domanda e carichi in funzione delle necessità della rete. Meno sprechi, più efficienza, maggiore consapevolezza.

La tempistica non è casuale. L’iniziativa nasce durante la Settimana Europea della Mobilità, quando in tutta Europa si sperimenta un modo diverso di muoversi e di abitare gli spazi urbani. In questo contesto, le dodici Renault 5 diventano un simbolo tangibile di come l’incontro tra università e imprese possa generare valore non solo per chi vive i campus, ma per il quartiere e la città: meno auto private, più condivisione, più qualità dell’aria e strade meno congestionate.

C’è poi un effetto culturale, spesso sottovalutato. Abituare migliaia di studenti a prenotare un’auto dal telefono, a ragionare in termini di kWh e non di litri, a pianificare il tragitto in base alla ricarica e non al distributore, significa seminare competenze e abitudini che restano anche dopo la laurea. È qui che un progetto di mobilità diventa laboratorio sociale: una palestra dove imparare a conciliare esigenze personali e bene comune con strumenti digitali e scelte responsabili.

Nel racconto di questa giornata tornano parole semplici e molto cercate online — Renault 5 elettrica, car sharing universitario, mobilità sostenibile, autonomia WLTP, ricarica elettrica, app Google Play — che qui prendono corpo in un servizio concreto. Il risultato è un equilibrio tra tecnologia e quotidiano: l’auto si apre con un tap, la musica scorre dagli altoparlanti, il navigatore suggerisce il percorso ottimale, l’energia recuperata in frenata allunga l’autonomia e la sicurezza attiva protegge in silenzio.

La strada adesso porta alla prova del tempo e dei numeri: tasso di utilizzo, chilometri condivisi, emissioni evitate, soddisfazione degli utenti. Ma l’impianto è robusto. C’è un costruttore che investe su un modello-chiave della transizione elettrica, c’è un gestore di infrastrutture che unisce energia e dati, c’è un ateneo che interpreta la sostenibilità come leva formativa e competitiva. Dodici Renault 5 non cambieranno da sole il traffico di Roma, ma possono cambiare il modo in cui una generazione immagina di muoversi.