Peugeot E-3008 prototipo IBIS: più efficienza, meno costi - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:50

Peugeot E-3008 prototipo IBIS: più efficienza, meno costi

Presentato il primo prototipo con tecnologia IBIS: su Peugeot E-3008 aumenta l’efficienza, si riducono peso e tempi di ricarica. Stellantis e Saft aprono una nuova via all’elettrico.

Non è solo un nuovo componente, è un cambio di paradigma.

Con IBIS, sviluppata insieme a Saft (TotalEnergies), Stellantis riprogetta la spina dorsale dei veicoli elettrici fondendo in batteria le funzioni di caricatore e inverter. Il primo banco di prova su strada è una Peugeot E-3008 costruita su piattaforma STLA Medium: un prototipo pienamente funzionante, nato dopo anni di progettazione e simulazioni con il contributo di E2-CAD, Sherpa Engineering e dei principali centri di ricerca francesi—CNRS, Université Paris-Saclay, Institut Lafayette. L’obiettivo è semplice e ambizioso: più efficienza, meno complessità, costi sotto controllo. In una parola, accessibilità. Una promessa che intercetta il bisogno chiave della mobilità elettrica: essere competitiva non solo nelle prestazioni, ma nel portafoglio e nella manutenzione.

IBIS lavora dove tutto ha origine: dentro il pacco batteria. Eliminando l’inverter e il caricatore come moduli separati, l’architettura porta direttamente l’energia al motore in corrente alternata o continua e alimenta anche la rete, i sistemi ausiliari e i 12 Volt. Meno passaggi, meno cavi, meno perdite. Il risultato si traduce in numeri concreti: fino a un +10% di efficienza sul ciclo WLTC e un incremento di potenza del 15% a parità di capacità, con la E-3008 che sale a 172 kW contro i precedenti 150 kW. Il dimagrimento conta altrettanto: circa 40 kg in meno a bordo e fino a 17 litri di volume liberato, un margine prezioso per aerodinamica, packaging e comfort. E poi c’è il tempo, la grande valuta del presente: i primi test indicano un taglio del 15% alla ricarica in AC da 7 kW—da 7 a 6 ore—con un risparmio energetico nell’ordine del 10%.

Il progetto non nasce dal nulla. Dalla seconda metà del 2022 un primo dimostratore IBIS per uso stazionario ha validato i pilastri tecnici e generato una serie di brevetti. Portare la tecnologia su un veicolo in movimento è il salto di qualità che serve per misurarne robustezza e ripetibilità, due parole chiave quando si parla di industrializzazione. E qui entra in gioco un altro aspetto strategico: la manutenzione. Semplificando l’architettura, IBIS promette controlli più rapidi e una gestione più lineare del ciclo vita, con maggiori chance di riutilizzo delle batterie rigenerate sia a bordo sia in applicazioni stazionarie, riducendo la necessità di ricondizionamenti profondi. È un tema di sostenibilità ma anche di economia circolare, perché ogni chilowattora “salvato” prolunga l’utilità dell’investimento iniziale.

La direzione è chiara nelle parole dei protagonisti. «La semplificazione è innovazione», osserva Ned Curic, Chief Engineering and Technology Officer di Stellantis. «Ripensando l’architettura del powertrain elettrico lo rendiamo più leggero, più efficiente e più conveniente. Così offriamo ai clienti EV migliori e più accessibili». Sulla stessa linea Hervé Amossé, EVP Energy Storage Systems di Saft: «IBIS testimonia la nostra leadership. Integrandola nelle nuove generazioni apriamo una fase di soluzioni energetiche intelligenti, flessibili e sostenibili, con benefici concreti per mercato e utenti». Dichiarazioni che suonano meno come slogan e più come roadmap: rendere l’elettrico semplice da progettare, costruire e usare, abbassando le barriere d’ingresso per chi oggi guarda ai listini con prudenza.

La fase 2 del programma è partita a giugno 2025 con il sostegno del governo francese nell’ambito di France 2030 e punta a una validazione in condizioni reali, passo necessario per l’eventuale adozione in serie entro fine decennio. Se i risultati verranno confermati, IBIS potrà diventare una piattaforma trasversale, indipendente dalla chimica delle celle e dalla famiglia di prodotto. Per Stellantis significherebbe scalare la soluzione su più marchi e segmenti, armonizzando forniture e software. Ma l’orizzonte non si ferma all’auto: la stessa architettura è promettente per ferrovia, aerospazio, settore marittimo e data center, dove efficienza, affidabilità e compattezza fanno la differenza nei costi operativi.

Il valore industriale sta tutto in questa convergenza tra mobilità elettrica e infrastrutture energetiche. Ridurre componenti e passaggi ridisegna il veicolo, ma anche la fabbrica: meno varianti, più standard, iter di assemblaggio più snelli. Per l’utente finale, la traduzione è altrettanto concreta: migliori autonomie a parità di batteria o, viceversa, batterie più piccole per la stessa autonomia; ricariche domestiche più brevi; una catena di manutenzione più leggera; una seconda vita delle celle più semplice da certificare. È la strada per spostare il dibattito dall’ansia da ricarica al valore d’uso quotidiano, dagli incentivi alla sostanza tecnologica.

In questa Peugeot E-3008 di sviluppo si vede l’auto elettrica di prossima generazione: competente senza esibizionismi, efficiente senza compromessi e, soprattutto, pensata per costare meno lungo tutto il ciclo vita. Se l’elettrico vuole crescere davvero, deve vincere sul terreno dell’efficienza energetica e della ricarica veloce, non solo nelle performance. IBIS nasce esattamente per questo: togliere attrito dove l’energia si perde, trasformare la complessità in semplicità, fare spazio a un’elettrificazione più scalabile.