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SEAT 2025: ricavi in crescita, utile in calo per dazi e mix
Ricavi +6,9% a 11,2 mld, ma utile operativo a 16 mln (ROS 0,1%). Pesa il mix e i dazi UE sulla Tavascan; CUPRA +37% e traguardo del milione.

Nel bilancio dei primi nove mesi del 2025, SEAT S.A. si muove con passo misurato in un contesto che non fa sconti.
A fronte di ricavi in aumento del 6,9% a 11,2 miliardi di euro, l’utile operativo si assottiglia a 16 milioni, con un ritorno sulle vendite dello 0,1%. È l’effetto combinato di un mix meno favorevole, dell’impatto dei dazi UE sulla CUPRA Tavascan prodotta in Cina e di costi di produzione ancora tesi lungo la filiera. “I risultati dei primi nove mesi riflettono le difficoltà che abbiamo affrontato”, osserva Markus Haupt, CEO di SEAT e CUPRA. “Operiamo in un mercato complesso e dinamico, ma restiamo impegnati sull’elettrificazione, sulla globalizzazione di CUPRA e su un modello sostenibile. Manteniamo un dialogo costruttivo con la Commissione Europea per la questione dei dazi sulla Tavascan”.
Al di là della pressione sui margini, il quadro commerciale racconta una domanda che tiene. Le consegne complessive crescono del 4,1% a 439.500 veicoli tra gennaio e settembre, nonostante un ritmo produttivo calibrato: a Martorell, una delle linee è stata adeguata per ospitare la futura famiglia di veicoli elettrici urbani, tra cui la CUPRA Raval. È un passaggio industriale che spiega parte della tensione sui conti, ma che prepara il terreno alla prossima ondata di prodotti e a una catena del valore più adatta alle BEV di volume.
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Nel portafoglio, CUPRA recita il ruolo del trascinatore. I suoi volumi nei nove mesi schizzano del 30,5%, sostenuti dalla coppia CUPRA Terramar e CUPRA Tavascan; e nel perimetro allargato, il brand firma 245.300 consegne da gennaio a settembre, il 37% in più rispetto al 2024. C’è anche il traguardo simbolico del milione di vetture prodotte, festeggiato con una Formentor uscita proprio da Martorell: un promemoria di quanto il marchio catalano sia diventato centrale nella strategia del gruppo. Sul fronte delle alimentazioni, l’accelerazione è chiara: i modelli PHEV e BEV di SEAT S.A.crescono complessivamente del 79,4%, mentre le elettriche pure avanzano dell’84%. Tavascan e Born pesano ormai per il 23% delle vendite del marchio, portando in dote mix tecnologico e posizionamento di prezzo, ma anche la maggiore esposizione a costi batterie e materie prime.
La partita dei dazi UE sulla Tavascan resta il tema più sensibile. Oltre alla dinamica di prezzo, i dazi impattano le strategie di sourcing e le rotte logistiche, imponendo un fine-tuning continuo tra produzione in Cina e approvvigionamenti europei. È qui che entrano in campo le leve tipiche della fase: gestione dei ricavi, programmi di controllo dei costi, una gamma rinfrescata e razionalizzata. “Rimaniamo concentrati sulla qualità dei margini, in particolare per i veicoli elettrificati”, afferma Patrik Andreas Mayer, Executive Vice President per Finanza e IT. Il messaggio agli investitori è di disciplina: proteggere il cash flow operativo mentre si costruisce la base industriale della transizione.
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Sul mercato, l’orizzonte di fine 2025 e del 2026 appare ancora impegnativo. La domanda europea si muove a scatti, tra normalizzazione degli incentivi e maggiore selettività del credito; al tempo stesso, la concorrenza globale sulle auto elettriche stringe i prezzi e accorcia i cicli prodotto. In questo scenario, la pipeline di novità diventa l’assicurazione sul futuro: SEAT Ibiza e SEAT Arona di nuova generazione, insieme alla CUPRA Raval attesa per l’inizio 2026, mirano a presidiare i segmenti strategici con contenuti digitali, ADAS evoluti e costi d’esercizio sotto controllo. L’elettrificazioneè la direzione, ma passa da volumi sostenibili e da piattaforme capaci di scalare sul costo per kWh.
La tenuta dell’azienda, intanto, si misura nella capacità di manovra industriale. L’adeguamento di Martorell indica un investimento nel medio periodo: meno pezzi oggi per farne di più e meglio domani. Il rovescio della medaglia è un utile operativo compresso, che riflette sfide temporanee anziché una frenata strutturale. Se la curva di apprendimento su software, integrazione BEV e supply chain delle batterie procede come previsto, il mix potrà gradualmente migliorare, diluendo l’effetto dei dazi e dei costi non ricorrenti.
Resta il nodo reputazionale, che CUPRA continua ad alimentare con performance e riconoscibilità. La Formentor resta l’icona, la Tavascan la vetrina tecnologica, la Born il presidio dell’elettrico “maturo”: tre puntelli che hanno permesso al marchio di imporsi in Europa e di spingere la globalizzazione in mercati extra UE. Per SEAT, il 2026 porterà il rilancio della gamma urbana e un riposizionamento coerente con la domanda reale, fatta di qualità percepita, connettività e sicurezza.
In sintesi, il 2025 di SEAT S.A. è un passaggio di transizione: ricavi in crescita, utile che soffre, ma consegne in tenuta e un motore CUPRA che gira forte. La rotta rimane tracciata: investire nell’elettrificazione, difendere i margini con una gestione rigorosa e trasformare la pressione dei dazi UE in opportunità di ripensamento industriale. Il resto lo diranno i prossimi lanci e la velocità con cui Martorell saprà sfornare la nuova generazione di city EV. Fino ad allora, la bussola resta puntata su qualità del mix, agilità operativa e un equilibrio finanziario che consenta di navigare il breve senza perdere di vista il medio periodo.
 
   
   
   
  