Carabinieri e ACI uniscono le forze per educare i giovani alla guida responsabile - Affaritaliani.it

Auto e Motori

Carabinieri e ACI uniscono le forze per educare i giovani alla guida responsabile

Firmato un nuovo protocollo tra Arma dei Carabinieri e ACI per educare i giovani alla mobilità responsabile e alla guida sicura, con il supporto delle scuole e dell’UE.

Redazione Motori

Nel cuore verde di Roma, all’interno del Villaggio Arma allestito a Villa Borghese dal 4 al 6 giugno, l’Arma dei Carabinieri e l’Automobile Club d’Italia hanno dato vita a un’intesa destinata a lasciare il segno.

Non un semplice atto formale, ma un accordo che parla direttamente a milioni di giovani italiani e al futuro della sicurezza stradale nel nostro Paese.

L’obiettivo del protocollo firmato è tanto semplice quanto ambizioso: ridurre il numero di incidenti, feriti e vittime della strada, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione. Per farlo, Carabinieri e ACI metteranno in campo le proprie competenze e infrastrutture, a partire dai Centri di Guida Sicura ACI e dal modello didattico Ready2Go, già collaudato con successo in tutta Italia. Il protocollo prevede inoltre il coinvolgimento diretto delle scuole, grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, e l’accesso a progetti finanziati dall’Unione Europea.

Ma al di là degli strumenti, ciò che colpisce è lo spirito dell’iniziativa: unire due istituzioni simbolo dell’identità italiana per lavorare fianco a fianco su un tema che riguarda tutti. L’educazione alla mobilità responsabile, infatti, non è più soltanto un obiettivo didattico, ma una vera e propria urgenza sociale. Troppe volte i dati sulle vittime della strada parlano chiaro: l’imprudenza alla guida, la distrazione, l’eccesso di velocità continuano a essere tra le principali cause di incidenti, e troppo spesso coinvolgono ragazzi giovanissimi.

Il Comandante Generale dell’Arma, Gen. C.A. Salvatore Luongo, ha sottolineato come questo accordo sia una nuova tappa nel cammino che i Carabinieri portano avanti da sempre per la tutela della collettività. “Agire insieme per formare i giovani, renderli consapevoli dei rischi e promuovere comportamenti corretti alla guida è un dovere morale, oltre che un impegno istituzionale”, ha dichiarato. Dello stesso avviso il Commissario Straordinario dell’ACI, Gen. Tullio Del Sette, che ha parlato di un progetto che mira a trasformare la prudenza in un valore condiviso, attraverso la comunicazione, la cultura e la pratica.

L’accordo, infatti, non guarda solo al presente ma intende anche rafforzare la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del motorismo italiano, un elemento che da sempre intreccia tecnica, passione e identità nazionale. Proprio per questo, come ha ricordato Andrea Abodi, Ministro per lo sport e i giovani, la firma dell’intesa arriva in un anno particolarmente simbolico: 211 anni dell’Arma dei Carabinieri e 120 anni dell’Automobile Club d’Italia. Due storie parallele che si intrecciano oggi con l’obiettivo comune di costruire un futuro più sicuro sulle strade.

L’accordo, nel concreto, non resterà chiuso tra le mura delle istituzioni. È stato pensato per arrivare nei licei, negli istituti tecnici, nei centri di formazione. Saranno organizzate giornate di sensibilizzazione, simulazioni, attività pratiche e teoriche, puntando a coinvolgere non solo gli studenti, ma anche insegnanti e famiglie. La sicurezza stradale è un’educazione che si impara e si trasmette, una responsabilità che si coltiva giorno per giorno, anche con il supporto delle nuove tecnologie e delle infrastrutture moderne, come i simulatori e le piste dedicate alla guida sicura.

Scegliere di firmare questo protocollo proprio durante il Villaggio Arma a Villa Borghese non è un caso. Quella cornice, immersa nella città ma a due passi dalla natura, è simbolo di come tradizione e modernità possano dialogare. Così come l’accordo stesso è un ponte tra istituzioni storiche e nuove generazioni, tra dovere civico e passione per i motori, tra memoria e futuro.

Il messaggio che arriva da Roma è chiaro: sicurezza, educazione e consapevolezza devono camminare insieme. Perché non si tratta solo di rispettare il codice della strada, ma di prendersi cura della vita – propria e altrui – ogni volta che si sale a bordo di un veicolo.