Elettriche in viaggio: più colonnine in autostrada e tempi di ricarica ridotti - Affaritaliani.it

Auto e Motori

Ultimo aggiornamento: 14:51

Elettriche in viaggio: più colonnine in autostrada e tempi di ricarica ridotti

L’Italia corre verso la mobilità elettrica: cresce la rete di ricarica, anche in autostrada, con sempre più aree di servizio pronte ad accogliere le EV.

Redazione Motori

L'Italia elettrica prende sempre più velocità. A certificare questo slancio è il nuovo monitoraggio di Motus-E,

che fotografa una rete di ricarica in costante crescita e sempre più diffusa anche lungo le autostrade, dove si gioca una delle partite cruciali per la transizione verso la mobilità elettrica.

Al 30 giugno 2025, sono 67.561 i punti di ricarica pubblici attivi sul territorio nazionale, con un incremento di 10.569 unità rispetto allo stesso mese del 2024. Una progressione importante, che nel solo secondo trimestre dell’anno ha visto l’installazione di 1.569 nuove stazioni, segno di una filiera viva, che investe e accelera. Ma è soprattutto il dato relativo alla rete autostradale a colpire: 1.159 punti di ricarica attivi (più 49 in fase di attivazione), contro i 963 dello scorso anno e i 657 del 2023. Numeri che raccontano una trasformazione visibile anche per chi, ogni giorno, percorre le principali arterie del Paese.

La notizia ancora più rilevante è che oggi il 45% delle aree di servizio autostradali è dotato di colonnine di ricarica, e questa copertura è ulteriormente potenziata da 2.527 punti attivi entro 3 km dalle uscite, con una significativa prevalenza di ricarica veloce: l’85% dei punti è in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Tradotto in esperienze reali, significa che oggi è finalmente possibile affrontare viaggi lunghi in auto elettrica con maggiore serenità, programmando le soste in modo efficiente e riducendo drasticamente l’ansia da autonomia.

«La situazione in autostrada è nettamente migliorata  spiega Fabio Pressi, Presidente di Motus-E e permette oggi di viaggiare in elettrico lungo le principali direttrici italiane senza particolari preoccupazioni». Ma la partita non è ancora chiusa: permangono disomogeneità territoriali, in particolare nel Mezzogiorno, dove l’infrastruttura è ancora meno capillare. «Occorre lanciare quanto prima le gare per l’assegnazione dei servizi di ricarica sulle tratte ancora in ritardo», aggiunge Pressi, sottolineando l’urgenza di completare il disegno di una mobilità davvero inclusiva e accessibile a tutti.

Un tassello chiave in questa evoluzione sarà la Piattaforma Unica Nazionale (PUN), promossa dal MASE e realizzata da GSE e RSE con il contributo di Motus-E. Il suo compito? Offrire una visione condivisa dello stato dell’infrastruttura, semplificare la pianificazione e diventare il perno del nuovo aggiornamento del PNIRE (Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei Veicoli Elettrici). Un documento strategico che, se ben calibrato, dovrà dialogare in modo coerente con il PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, su cui poggiano gli obiettivi italiani per la decarbonizzazione.

Altro segnale incoraggiante riguarda la riduzione dei punti installati ma non connessi alla rete elettrica, problema che fino a pochi anni fa rallentava l’effettiva operatività delle colonnine. Oggi questa quota è scesa al 14,5%, rispetto al 17,9% del 2024, un dato che testimonia un miglioramento nella collaborazione tra operatori e distributori locali. Tuttavia, gli iter autorizzativi restano ancora un ostacolo: snellirli sarà fondamentale per non disperdere il potenziale di sviluppo accumulato finora.

Sul piano territoriale, il primato nella diffusione della ricarica spetta alla Lombardia, con 13.763 punti attivi (+2.861 in un anno), seguita da Lazio (7.142), Piemonte (6.561), Veneto (6.176) ed Emilia-Romagna (5.282). Guardando alle Province, Roma conferma la sua leadership con 5.644 colonnine pubbliche installate, seguita da Milano (4.604), Napoli (3.092), Torino (2.963) e Brescia (1.892). Questi dati non solo confermano l’impegno dei territori più avanzati, ma disegnano una mappa nazionale in continuo aggiornamento, in cui anche le città del Sud iniziano a ritagliarsi un ruolo più attivo nella trasformazione energetica.

In definitiva, la transizione elettrica lungo la rete viaria italiana è più che avviata. Il percorso non è privo di ostacoli, ma oggi è possibile riconoscere un’inversione di tendenza concreta: quella che da “sperimentazione” sta diventando “sistema”. Cresce la fiducia nei viaggi a lunga percorrenza in elettrico, si moltiplicano le soluzioni di ricarica veloce, migliorano i tempi di connessione alla rete e le tecnologie di gestione energetica. L’Italia, pur con qualche ritardo iniziale, si sta attrezzando per accompagnare davvero i propri cittadini verso una nuova idea di mobilità. Una mobilità che non è più una promessa, ma una strada – letteralmente – percorribile.