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Auto e Motori
Fase 2 Coronavirus, Innocenti AD Porsche Italia: Ecco cosa serve per ripartire

E’ dal 2018 che Porsche Italia ha adottato, grazie al progetto “Pioneering Award”, lo smart working e, di conseguenza, non ha dovuto stravolgere il suo modo di lavorare per affrontare questa emergenza socio-sanitaria. Emergenza che nei mesi di marzo e aprile ha causato un calo delle immatricolazioni del -85% e -98%. E’ immaginabile, quindi, una riduzione del business con nuovi obiettivi e strategie. Nonostante siano previsti un calo del PIL del 9% circa, con un 2020 che si chiuderà con una perdita di 670.000 immatricolazioni e una riduzione delle entrate per l’erario di 10 miliardi di euro, Porsche Italia crede nella ripartenza. Ognuno, però, deve fare la sua parte, soprattutto il governo ceh deve intervenire con provvedimenti ad hoc. Con la riapertura delle concessionarie Porsche Italia potrà finalmente consegnare le auto ordinate e riprendere a fatturare, ma per i dealer restano le difficoltà che derivano da oltre 2 mesi di ricavi praticamente azzerati.  Di tutto questo ne abbiamo parlato con Pietro Innocenti, Amministratore Delegato Porsche Italia.

Emergenza Coronavirus: come si è organizzata Porsche per garantire operatività e continuità da parte della sua rete vendita?

Abbiamo cercato di rispondere fin da subito con estrema reattività a questa situazione totalmente inaspettata. Già prima del lockdown abbiamo stretto i controlli (screening temperatura corporea, autodichiarazioni, maggiori distanze nei luoghi comuni) con l’intento di offrire un ambiente di lavoro più sicuro possibile.

Da giovedì 12 marzo poi, sia la nostra sede di Padova che tutti i Centri Porsche sono stati chiusi al pubblico nel rispetto del Dpcm 11 marzo 2020 e delle imprescindibili esigenze di sicurezza e salute di dipendenti e clienti.

L’attività commerciale negli showroom è stata quindi sospesa, anche se il dialogo con i nostri clienti è continuato da remoto.  Abbiamo però mantenuto attivo il servizio di assistenza, seppur a regime ridotto. Presso quasi tutte le Concessionarie e Centri Assistenza abbiamo infatti istituito una procedura per garantire un servizio di riparazione urgente in caso di problemi di mobilità delle persone impegnate nella gestione dell’emergenza sanitaria e di coloro che avessero particolari esigenze lavorative. Per questo motivo abbiamo dovuto tenere aperto, sebbene con un presidio minimo, anche il magazzino ricambi centrale.

 Quali misure cautelari sono state adottate?

Come interventi sul business siamo subito intervenuti a sostegno delle aziende Concessionarie con misure sia a sostegno della liquidità che di aggiustamento di numerosi parametri per consentire di affrontare la crisi nel migliore dei modi.

Per quanto riguarda invece il benessere dei nostri collaboratori, abbiamo da subito stipulato una polizza assicurativa per tutti loro a copertura di potenziali rischi connessi con il contagio; inoltre siamo intervenuti a garanzia del livello di reddito anche in caso di ricorso alla Cassa Integrazione. Abbiamo poi iniziato da subito a lavorare al piano di rientro al lavoro, sapendo che la preparazione delle procedure e l’approvvigionamento di tutti i dispositivi necessari avrebbe comportato tempi lunghi.

Avete adottato lo smart working?

Sì, abbiamo attivato lo smart working per tutti i dipendenti la cui mansione fosse compatibile con la modalità di lavoro da remoto. È stato piuttosto semplice per noi dato che era uno strumento già in uso e a cui le persone erano già abituate. In Porsche Italia infatti abbiamo introdotto lo smart working già nel 2018, a seguito di una proposta arrivata al management nel contesto di un concorso aziendale chiamato “Pioneering Award”, con il quale ogni anno diamo la possibilità a tutti i dipendenti di presentare soluzioni innovative volte a migliorare le performance aziendali e le condizioni di lavoro collettive

Avete notato una maggiore operatività dei dipendenti attraverso lo smart working?

Sostanzialmente immutata nel portare avanti lavori e progetti. Chiaramente avere tutta l’azienda in smart working per quasi due mesi poteva incidere sul morale e sui processi di comunicazione, ed è qui che abbiamo messo un focus particolare proprio per evitare possibili ripercussioni negative, attivando riunioni virtuali giornaliere in tutti i reparti e vere e proprie assemblee con tutti i collaboratori ogni qual volta si rendesse utile.

Una volta rientrata l'emergenza Coronavirus, verrà mantenuto e/o incrementato?

In seguito alla diffusione del Coronavirus, abbiamo esteso il periodo di utilizzo dello smart working da un giorno a settimana a 5 giorni su 5. In questa prima fase di ripartenza, continueremo a favorire la modalità da remoto per consentire la turnazione del personale che opera all’interno dello stesso ambiente ma ci auguriamo di poter tornare al più presto tutti insieme in ufficio. Personalmente, penso che la contaminazione d’idee e lo scambio interpersonale abbia tutto un altro sapore vis-à-vis.

 Ad oggi, avete riscontrato un impatto economico del virus sul business dell’azienda?

Il nostro settore è uno dei più colpiti dall’inizio dell’emergenza da Coronavirus. I concessionari chiusi e le fabbriche ferme hanno messo in ginocchio sia i produttori sia una grossa fetta dell’economia italiana. Solo a marzo e ad aprile le immatricolazioni hanno subito un calo rispettivamente del -85% e -98%. Dovremo quindi necessariamente fare i conti con una riduzione del business, ma ci aspettiamo comunque una risposta positiva e una buona ripresa durante l’anno. Sono certo che il piano di ripartenza che abbiamo sviluppato ci consentirà di raggiungere obiettivi comunque sfidanti e i segnali di ripresa che arrivano ad esempio dalla nostra filiale in Cina, il primo mercato per Porsche, ci fanno ben sperare per il nostro futuro.

Quali sono le Sue previsioni per il futuro del sistema Paese e quali le misure, a suo avviso, che dovrebbero mettere in campo le istituzioni e le aziende in particolare per il mondo dell'automobile fermo ormai da due mesi?

Le stime più aggiornate danno una previsione di calo del PIL nel nostro Paese del 9% per quest’anno, la più grave crisi dal dopoguerra. La gravità della situazione è nota a tutti e coinvolge in egual misura tutto il settore auto, dalle city car ai veicoli industriali. Secondo le stime di UNRAE il 2020 si chiuderà con una perdita di 670.000 immatricolazioni, comportando una riduzione delle entrate per l'Erario di 10 miliardi di euro. Per il momento, con la riapertura delle concessionarie, Porsche Italia potrà finalmente consegnare le auto ordinate e riprendere a fatturare, ma per i nostri dealer restano le difficoltà che derivano da oltre 2 mesi di ricavi praticamente azzerati.  

Come azienda associata a UNRAE condividiamo le richieste che sono state presentate al Governo e che potrebbero far ripartire più rapidamente il mercato, il tutto ad un costo per lo Stato di circa 3 miliardi, quindi largamente inferiore alle perdite da 'crisi' delle vendite. Nello specifico, è fondamentale che venga sospeso temporaneamente il cosiddetto Ecomalus, che impatta su una parte della nostra gamma, e che venga istituito con scadenza dicembre 2021 un Ecobonus allargato alla fascia 61-95 g/km CO2 con adeguato aumento delle dotazioni. Chiediamo poi l'istituzione di un Bonus Stock cumulabile con l'Ecobonus per agevolare la ripartenza del mercato. È necessario anche che vengano modificate le norme per il settore dei veicoli aziendali, permettendo - come già avviene in altri Paesi Ue - la detraibilità dell'Iva al 100% con innalzamento del limite almeno a 50.000 euro, cosa che consentirebbe anche questa al Fisco di incassare maggiore gettito. È necessario quindi uno sforzo da parte dello Stato per dare ossigeno alla rete di vendita e generare una mobilità di alto livello, affinché il nostro settore in Italia possa essere all’avanguardia anche rispetto agli altri Stati europei e salvaguardare l’occupazione degli addetti.

Quali sono le strategie che l'azienda intende adottare per affrontare le conseguenze del virus sulle attività a lungo termine?

La prima cosa che abbiamo fatto in previsione della ripartenza, è stata quella di incontrare (virtualmente, ovviamente!) la rete per presentare loro un piano strutturato per rispondere alle sfide che ci attendono. È un piano che punta molto sulla responsabilità sociale con il coinvolgimento attivo dei dealer. Oltre a questo, abbiamo sviluppato una serie di misure tattiche che servono per ripartire velocemente. Parlo di offerte finanziare “speciali”, iniziative commerciali e nuovi incentivi rivolti ai nostri clienti attuali e futuri.

Il nostro obiettivo è assicurare la sostenibilità e redditività di Porsche Italia e dei nostri concessionari, confermando anche l’impegno verso il territorio.

Il 4 maggio è finito il lockdown: come state affrontando la fase 2? Come avete gestito il rientro dei vostri dipendenti al fine di garantire la loro sicurezza?

Sono cambiate sicuramente alcune abitudini quotidiane a favore di una maggiore protezione della salute di tutti. Abbiamo messo in atto tutte le misure previste per tutelare al massimo la sicurezza dei dipendenti e consentire il rientro scaglionato del personale. Parlo quindi dell’utilizzo delle mascherine in ufficio, la turnazione fra colleghi, l’igienizzazione e sanificazione degli ambienti di lavoro e così via.

Nei concessionari si lavora su appuntamento e la tecnologia ci aiuta nella gestione delle richieste dei clienti, con nuovi servizi di pick-up and delivery sia per la consegna che per il service. Fortunatamente possiamo contare su spazi grandi che consentono di mantenere le distanze di sicurezza, ma anche i servizi a domicilio sono in questo momento molto apprezzati dalla clientela.

Quello che dobbiamo avere tutti in mente come principio guida è la massima tutela della sicurezza e della salute delle persone e l’impegno individuale a rispettare le normative e le regole aziendali.

 

 

 

 

 

 

 

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