Auto e Motori
Incidenti stradali in aumento nel 2024: tutti i numeri e cosa cambia
Nel 2024 gli incidenti stradali aumentano, ma le vittime restano stabili. L’Italia torna a muoversi, ma cambia lo stile di mobilità. Tutti i dati e le tendenze.


LaPresse
Nel 2024 l’Italia ha ritrovato appieno il ritmo della mobilità pre-pandemica.
Le auto sono tornate a riempire le strade, gli spostamenti giornalieri si sono stabilizzati e la rete autostradale ha registrato percorrenze da record. Eppure, dietro la ripresa della normalità, si nasconde una realtà fatta di luci e ombre. Il numero degli incidenti è cresciuto sensibilmente, così come quello dei feriti, mentre le vittime restano su livelli ancora drammaticamente alti, con oltre tremila morti in un solo anno. Segno che la sfida della sicurezza stradale è tutt’altro che superata.
Secondo i dati diffusi da Istat e ACI, nel 2024 si sono verificati 173.364 incidenti con lesioni a persone, con un aumento del 4,1% rispetto al 2023. I feriti sono saliti a 233.853 (+4,1%) e le vittime si attestano a 3.030, una cifra solo lievemente inferiore rispetto all’anno precedente (-0,3%). A preoccupare è soprattutto la crescita degli incidenti su autostrade (+6,9%) e strade extraurbane (+4%), dove il numero di morti è aumentato rispettivamente del 7,1% e dello 0,1%. In controtendenza le strade urbane, dove le vittime calano del 2,1%.
I dati rivelano un’altra tendenza significativa: crescono le vittime tra motociclisti (+13,1%), utenti di monopattini elettrici e autocarri (+30,4%), mentre diminuiscono tra gli occupanti di automobili (-6%), pedoni (-3,1%) e ciclisti (-12,7%). Soprattutto il comparto della micromobilità evidenzia segnali di criticità, con 3.751 feriti e 23 morti tra gli utenti di monopattini, cui si aggiunge anche un pedone deceduto a seguito di incidente con questo tipo di veicolo.
Nel contesto europeo, l’Italia si colloca al 19° posto nella classifica della mortalità stradale, con 51 vittime ogni milione di abitanti, sopra la media UE (45). A livello continentale, il numero di vittime è in lieve calo (-2,2%) rispetto al 2023, con 20.017 morti complessivi registrati nei 27 Paesi dell’Unione. Il confronto con il 2019 evidenzia un miglioramento (-12,1%), ma anche una stagnazione preoccupante del trend italiano.
Alla base degli incidenti rimangono, per oltre un terzo dei casi, comportamenti scorretti come la distrazione, il mancato rispetto delle precedenze e l’eccesso di velocità. Quest’ultimo è anche il comportamento più sanzionato dopo la sosta vietata, e rappresenta il 34% delle violazioni rilevate. Restano elevate anche le multe per uso improprio dello smartphone e per guida sotto l’effetto di droghe, mentre calano lievemente quelle legate alla guida in stato di ebbrezza.
Parallelamente, il 2024 ha visto un consolidamento dei livelli di mobilità rilevati nel 2023, confermando una fase di stabilizzazione dopo la brusca interruzione causata dalla pandemia. Secondo l’Osservatorio Audimob di Isfort, nel primo semestre del 2024 si sono registrati 96,5 milioni di spostamenti giornalieri, esattamente come l’anno precedente. Tuttavia, rispetto al 2019, la mobilità complessiva risulta ancora in calo del 6%, a causa dell’affermazione dello smart working e del cambiamento degli stili di vita.
Cambia anche la qualità degli spostamenti. Le persone si muovono, ma coprono distanze più brevi. I chilometri percorsi giornalmente sono inferiori dell’11,7% rispetto al 2019. Il trasporto collettivo mostra una lieve ripresa, passando dall’8,6% del 2023 all’8% del primo semestre 2024, ma è ancora distante dai livelli pre-Covid. La quota modale dell’automobile resta dominante, con il 64,7% degli spostamenti nel 2023, in lieve calo nel 2024. Cresce invece la mobilità dolce: la quota delle biciclette elettriche sulle vendite totali è salita al 20%, il doppio rispetto al 2019.
La mobilità di prossimità, ovvero gli spostamenti solo a piedi e su tragitti brevi, ha coinvolto il 6,7% della popolazione, mentre il 13,2% degli italiani ha dichiarato di non essersi spostato affatto durante una giornata media. Un dato che segnala come il tempo trascorso a casa, anche dopo la pandemia, sia entrato a far parte di nuove abitudini consolidate.
Un altro fronte di osservazione è la sharing mobility. I servizi di monopattino in sharing sono passati da quasi 100 nel 2022 a 53 nel 2024, per effetto del ridimensionamento dell’offerta e della fine di alcune sperimentazioni comunali. Tuttavia, la domanda è rimasta stabile: segno di un uso più concentrato ma costante. In crescita anche i servizi DRT, trasporti a chiamata attivi in 41 aree del Paese, soprattutto nel Nord.
Il quadro della mobilità resta comunque dominato dall’auto privata, con un tasso di motorizzazione che supera le 700 auto ogni 1.000 abitanti, uno dei più alti in Europa. La quota di utilizzo dell’auto nel primo semestre 2024 si è attestata al 63,1%, in calo rispetto al 66,3% del 2022 ma comunque superiore ai livelli pre-pandemia. Le percorrenze complessive sulla rete autostradale, superando gli 83 miliardi di km/veicolo, sono aumentate del 2,2% rispetto al 2023. Anche l’Indice di Mobilità Rilevata di Anas ha confermato una leggera crescita, più marcata per i veicoli pesanti.
Il mercato dell’auto ha chiuso l’anno con un lieve incremento dello 0,7% nelle immatricolazioni, trainato da un buon avvio di anno che ha compensato il rallentamento tra agosto e dicembre. Anche il mercato europeo è cresciuto (+0,9%), pur restando lontano dai numeri pre-Covid del 2019. L’Italia si è confermata quarto mercato continentale, dietro Germania, Francia e Regno Unito.
A livello economico, il costo sociale degli incidenti stradali con lesioni è stato stimato in oltre 18 miliardi di euro, pari a quasi l’1% del PIL nazionale. Sommando anche i danni ai soli beni materiali, si arriva a 22,6 miliardi di euro. Una cifra enorme, che racconta quanto pesi ancora, per le persone e per lo Stato, l’insufficiente sicurezza delle nostre strade.
In sintesi, il 2024 si è chiuso con un’Italia che torna a muoversi, ma che deve fare i conti con un sistema stradale ancora fragile. Le buone notizie – il calo delle vittime tra ciclisti e pedoni, la stabilizzazione della mobilità pubblica, la crescita della micromobilità elettrica – non bastano a compensare l’aumento degli incidenti e delle percorrenze. Serve un cambio di passo culturale e infrastrutturale, perché sicurezza, sostenibilità e accessibilità non restino solo parole d’ordine, ma diventino realtà tangibili in ogni tragitto quotidiano.