Škoda corre, numeri record e nuovi mercati per la casa boema - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 10:02

Škoda corre, numeri record e nuovi mercati per la casa boema

Nel primo semestre 2025 Škoda registra risultati brillanti, mentre Audi rallenta. È la marca boema oggi il vero motore economico del gruppo Volkswagen?

Redazione Motori

Nel grande mosaico industriale del gruppo Volkswagen, un pezzo brilla più degli altri nel primo semestre del 2025: si chiama Škoda.

Il marchio boemo ha archiviato la prima metà dell’anno con una crescita a doppia cifra nelle consegne, nei ricavi e negli utili, tanto in Europa quanto nei mercati emergenti. Numeri che colpiscono non solo per il loro valore assoluto, ma anche per il confronto implicito con le performance più opache di Audi, storicamente considerata il fiore all’occhiello premium del colosso tedesco.

Con 509.400 veicoli consegnati a livello globale e ricavi pari a 15,07 miliardi di euro (+10,4%), Škoda ha messo a segno un primo semestre solido, nonostante un contesto economico instabile e le incognite globali sulle filiere. L’utile operativo è salito dell’11,8%, toccando quota 1,285 miliardi, mentre il flusso di cassa netto ha superato gli 1,4 miliardi. Ma il dato che fa più rumore è forse un altro: la quota di mercato europea. Škoda è ora il terzo marchio più venduto nel Vecchio Continente, dietro solo a Volkswagen e Toyota. Un balzo sorprendente, se si pensa che pochi anni fa era appena decima.

A fronte di questo exploit, la domanda sorge spontanea: oggi è Škoda a tenere in piedi i conti del gruppo VW, mentre Audi arranca? È una provocazione, certo, ma non priva di fondamento. I dati ufficiali di Ingolstadt per il primo semestre 2025 – non ancora completi al momento di scrivere – indicano un rallentamento nella crescita, soprattutto sul fronte dei BEV, dove la casa dei quattro anelli fatica a tenere il passo dei competitor cinesi ed europei. La crescita di Škoda, al contrario, è trasversale: coinvolge motori termici, ibridi e soprattutto elettrici, con oltre 120.000 ordini complessivi per i nuovi modelli Enyaq ed Elroq.

Non si tratta solo di volumi. A impressionare è l’efficienza industriale con cui Škoda traduce la crescita in margini: l’utile sul fatturato resta stabile all’8,5%, un livello tra i più alti del gruppo per un brand generalista. È il frutto di un modello operativo snello, di una gestione dei costi rigorosa e della spinta del programma “Next Level Efficiency+”, che sta dando i primi frutti tangibili. Il board Škoda non nasconde l’ambizione: diventare in modo stabile uno dei tre marchi di riferimento in Europa entro il decennio. E se il trend continuerà, potrebbe farlo molto prima.

Anche geograficamente, la marca ceca sorprende. La crescita in India (+107%) e il debutto in Vietnam con il SUV Kushaq, prodotto localmente, dimostrano una strategia globale intelligente, capace di valorizzare le sinergie con l’India per l’assemblaggio CKD e allo stesso tempo espandere la presenza nel Sud-est asiatico. In patria, nei mercati dell’Europa centrale e in Germania – primo mercato assoluto – Škoda consolida la leadership con quote sempre più alte. In Svezia e Austria ha già superato il 10% di share. Audi, nel frattempo, si muove con più difficoltà, anche a causa di una gamma elettrica in transizione, che fatica a trovare equilibrio tra redditività e volumi.

Il successo commerciale di modelli come Octavia, Kodiaq e Kamiq resta fondamentale, ma è l’elettrificazione il nuovo motore della crescita. L’Elroq è stato il BEV più venduto in Repubblica Ceca e Danimarca nei primi sei mesi del 2025, mentre l’Enyaq continua a tenere il podio nei mercati nordici e in Svizzera. Più che una transizione, quella di Škoda sembra un’accelerazione ben pianificata, che risponde ai gusti dei clienti europei senza rinunciare alla redditività. E i numeri lo confermano: quasi un’auto su quattro venduta oggi in Europa dal marchio è elettrificata.

Naturalmente, il confronto con Audi va letto anche alla luce delle diverse posizioni strategiche: Škoda è il pilastro dell’offerta di volume, Audi gioca nel segmento premium. Ma in tempi di trasformazione profonda del mercato e di pressioni regolatorie crescenti, anche le gerarchie interne ai grandi gruppi possono cambiare. E oggi, tra le pieghe dei bilanci, è lecito chiedersi se il peso economico di Škoda non stia crescendo più rapidamente del previsto. In altre parole: la casa boema è ancora la sorella minore del gruppo, o sta diventando la sorella forte?

È presto per dirlo, ma qualcosa sta cambiando. E nei corridoi del gruppo Volkswagen, la sensazione è che nessuno voglia più sottovalutare l’effetto Škoda.