Auto e Motori
Mobilità a noleggio in crescita in Italia nonostante le tasse
Nonostante norme datate e una fiscalità penalizzante, il noleggio cresce: flotta a 1,4 milioni di veicoli e boom dell’elettrico, ma il car sharing soffre.

In un’Italia che cambia il proprio rapporto con l’auto, il noleggio si ritaglia uno spazio sempre più rilevante nel panorama della mobilità.
Una trasformazione silenziosa, ma profonda, che attraversa tanto il settore privato quanto quello aziendale. I numeri parlano chiaro: nel 2024 quasi un’auto nuova su tre è stata immatricolata per il noleggio, con una quota importante destinata a modelli elettrici e ibridi plug-in. Un’evoluzione che racconta di nuove abitudini, di esigenze diverse e di un mercato che prova ad adattarsi, pur tra mille ostacoli normativi e fiscali.
A raccontare questo scenario in rapida evoluzione è il 24° Rapporto ANIASA, l’associazione che rappresenta, all’interno di Confindustria, le imprese del settore dei servizi di mobilità. Il quadro che ne emerge è fatto di luci e ombre, con dinamiche che differenziano nettamente il noleggio a breve da quello a lungo termine e un car sharing in evidente difficoltà.
Lungo termine, l’Italia scopre la mobilità senza possesso
È il noleggio a lungo termine il vero protagonista della rivoluzione in atto. Nel 2024 ha toccato quasi 1,3 milioni di veicoli in flotta (+6% rispetto al 2023), superando i 12,5 miliardi di euro di fatturato. E tutto ciò è avvenuto in un anno in cui, paradossalmente, le immatricolazioni sono calate del 15%. Segno che si consolida il modello di business basato sulla durata dei contratti – l’80% oltre i 36 mesi – e su un’offerta capace di intercettare nuove fasce di pubblico, inclusi privati e partite IVA.
Il dato forse più interessante è proprio questo: sempre più cittadini scelgono il lungo termine non solo per motivi economici, ma anche per praticità, flessibilità e per accedere a veicoli moderni e meno inquinanti senza dover affrontare l’acquisto diretto. A fine anno erano oltre 268.000 i soggetti attivi nel settore: 95.000 aziende, 3.000 pubbliche amministrazioni e ben 170.000 privati.
Un trend confermato anche nel primo trimestre del 2025: le immatricolazioni del lungo termine sono cresciute dell’11,5%, a fronte di un giro d’affari in aumento del 10% e una flotta salita del 4,7%.
Breve termine tra concorrenza e costi in aumento
Diverso, e più sfumato, il quadro del rent-a-car. Nel 2024 il giro d’affari ha superato gli 1,5 miliardi di euro (+5%), con 4,7 milioni di noleggi effettuati e 38 milioni di giornate di utilizzo. La flotta è cresciuta leggermente, toccando le 140.000 unità (+2,3%). Ma il settore sta vivendo una fase di transizione complicata, compressa tra l’aumento dei costi di gestione – tra danni, furti e canoni aeroportuali – e una concorrenza sempre più aggressiva sul piano tariffario.
I prezzi giornalieri medi sono calati dell’1,5%, in un contesto in cui crescono gli operatori, soprattutto locali, spesso inesperti e incapaci di offrire un servizio all’altezza. Il risultato? Un aumento delle lamentele da parte dei clienti e margini operativi sempre più esigui per le aziende strutturate.
Nel primo trimestre del 2025, la fotografia del settore resta instabile: crescono fatturato (+6,4%) e numero dei noleggi (+0,8%), ma calano i giorni di utilizzo (-3,5%), la flotta circolante (-5,5%) e le immatricolazioni (-2,7%). Numeri che indicano una domanda ancora viva, ma resa fragile da fattori esterni.
Car sharing, crisi di un’idea senza supporto
Nel 2019 sembrava l’alba di una nuova era: 10 milioni di noleggi in un solo anno. Oggi, quella visione si è offuscata. Il car sharing ha chiuso il 2024 con poco più di 4,2 milioni di noleggi e una flotta ridotta a 3.300 mezzi, per metà inutilizzabili a causa di danneggiamenti e furti. Il crollo della domanda, l’assenza di sostegni strutturali e l’incapacità di integrare il servizio nel sistema di mobilità urbana stanno mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del settore.
Roma e Milano continuano a rappresentare l’80% dell’offerta disponibile, ma il cambio d’uso è evidente: i noleggi sono sempre meno “istantanei” e sempre più lunghi – la media è ormai di 126 minuti – a dimostrazione che il modello orario per cui era nato il car sharing è ormai superato. Senza interventi rapidi da parte delle istituzioni, questa forma di mobilità rischia di implodere, con effetti negativi sul trasporto urbano e sulla sostenibilità ambientale.
Il nodo fiscale e normativo
Se da un lato i numeri testimoniano una domanda crescente e un ruolo centrale del noleggio nella transizione ecologica, dall’altro il comparto resta penalizzato da norme obsolete e da una fiscalità tutt’altro che incentivante. A oggi, infatti, le attività di noleggio sono ancora regolate da un articolo del Codice della Strada risalente al 1992, quando le auto a noleggio erano poche migliaia. Oggi siamo a 1,4 milioni di veicoli e le regole non sono cambiate.
A questo si aggiunge il limite alla detraibilità dell’IVA sulle auto aziendali, bloccato al 40% da una deroga europea del 2007. Deroga che scadrà presto, aprendo uno scenario incerto se non verranno introdotti correttivi strutturali.
Secondo il Presidente di ANIASA, Alberto Viano, è arrivato il momento di una svolta normativa e fiscale. Solo con regole chiare, stabili e allineate agli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea il noleggio potrà esprimere appieno il suo potenziale, diventando un volano per il rinnovo del parco circolante italiano e un alleato credibile nella sfida climatica.
- Flotta totale noleggio veicoli in Italia: 1,4 milioni di unità
- Quota mercato nuove immatricolazioni (2024): 28% del totale auto nuove
- Quota elettriche noleggio: 32% delle BEV in Italia
- Quota plug-in noleggio: 48% delle PHEV in Italia
- Fatturato lungo termine (2024): oltre 12,5 miliardi di euro
- Fatturato breve termine (2024): 1,5 miliardi di euro
- Flotta car sharing: 3.300 mezzi (100% ibridi/elettrici)
- Durata media contratti LTN: oltre 36 mesi nell’80% dei casi
- Soggetti attivi nel lungo termine: 268.000 (di cui 170.000 privati)