Auto e Motori
Motor Valley Fest 2025: Modena celebra la passione italiana per i motori con le icone di ieri e di oggi
La settima edizione del Motor Valley Fest accende i riflettori su Modena: supercar, moto leggendarie e circuiti protagonisti della cultura motoristica italiana.





Nel cuore pulsante dell’Emilia-Romagna, là dove il rombo dei motori si confonde con l’identità di un intero territorio, è tornato a risuonare il fascino intramontabile della passione italiana per l’automotive.
A Modena, capitale spirituale del motore, si è aperta ufficialmente la settima edizione del Motor Valley Fest, con il consueto taglio del nastro che ha seguito il convegno inaugurale nella splendida cornice barocca di Piazza Roma. Un evento che non è solo celebrazione, ma racconto collettivo, vetrina internazionale, momento di condivisione tra le eccellenze industriali, i grandi protagonisti e il pubblico.
Il centro storico di Modena è diventato ancora una volta un museo a cielo aperto, in cui il tempo si sospende per lasciare spazio a un’esposizione che racconta storie di audacia, innovazione e orgoglio. È il “Best of Motor Valley”, la mostra permanente allestita per l’occasione, dove si incontrano le firme leggendarie che hanno reso l’Emilia-Romagna una delle capitali mondiali della velocità e del design. Tra le auto esposte, veri gioielli a quattro ruote: la Ferrari F80, capolavoro di potenza e stile; la Lamborghini Temerario, affascinante esercizio di tecnica estrema; la Utopia Roadster di Pagani, che unisce artigianato e sogno; la nuova Maserati GT2 stradale; e ancora la Dallara Stradale, simbolo di leggerezza e prestazione pura.
La rassegna non è soltanto un’ode all’automobile. È anche un omaggio alle due ruote con la presenza di Ducati, che celebra l’identità italiana con le sue Panigale V4 Tricolore, nella versione Italia e nella speciale declinazione Lamborghini. E proprio Ducati, rappresentata sul palco d’apertura dal CEO Claudio Domenicali, ha ricordato quanto sia cruciale per il settore spingere su innovazione e sostenibilità senza mai perdere il legame con l’emozione della guida.
Ma la vera anima della Motor Valley si riconosce anche nei suoi circuiti, presenti in forze. Quattro i tracciati coinvolti: l’Autodromo di Varano de’ Melegari, che ha portato in mostra due rarissime motociclette storiche del 1927 e una monoposto di Formula SAE; Imola, con una Lotus Europa del 1966, icona di tecnica rivoluzionaria; l’Autodromo di Modena, che ha svelato una Ferrari 296 Challenge e un simulatore di guida; e Misano World Circuit, con uno dei simulatori più evoluti e la showbike Panigale V4 di Nicolò Bulega, che ha recentemente firmato successi nel WorldSBK.
Oltre ai brand, non sono mancate le scuderie storiche e i musei. La Scuderia de Adamich ha portato una raffinata Alfa Romeo Giulia GTA, la Scuderia Tricolore una Ferrari 599 GTB, mentre il Museo Ferruccio Lamborghini ha esposto una delle sue pietre miliari: la Urraco. Tutto concorre a creare un itinerario narrativo che attraversa decenni di storia, di gare e di progresso meccanico, ma anche di moda, arte e cultura, come dimostrato dalla presenza sul palco di Brunello Cucinelli, simbolo dell’eleganza italiana nel mondo.
Un evento corale, voluto fortemente dalla Regione Emilia-Romagna, rappresentata dal vicepresidente Vincenzo Colla, che ha ribadito il ruolo strategico della Motor Valley come volano economico e culturale per il territorio. Accanto a lui, protagonisti dell’industria come Andrea Pontremoli (Dallara), Hannes Zanon (Pagani), Andrea Ortenzi (Lamborghini), oltre alle istituzioni civili e militari, come l’Assessore modenese Andrea Bortolomasi e il colonnello Ciro Forte dell’Accademia Militare.
Il Motor Valley Fest non è solo una fiera di supercar, è un modo di raccontare l’Italia al mondo. Ogni vettura, ogni moto, ogni circuito è parte di un ecosistema che unisce le performance su pista all’eccellenza produttiva, il know-how tecnico al genio creativo. E Modena, ancora una volta, si conferma come l’epicentro di questa cultura, dove il motore non è soltanto un mezzo, ma un linguaggio, un’arte, una promessa.
Chi visiterà la città nei prossimi giorni avrà l’occasione di vivere da vicino questo spettacolo fatto di storia, ingegneria e passione. Una festa che non si esaurisce nei numeri ma che si misura nei sorrisi, negli sguardi stupiti dei più giovani, nel fascino senza tempo che solo i motori italiani sanno generare.