Perdite Nissan contenute grazie a tagli e strategie di rilancio globale - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:39

Perdite Nissan contenute grazie a tagli e strategie di rilancio globale

Nissan chiude in perdita il primo trimestre del 2025 ma supera le attese. L’utile operativo è negativo, ma il piano Re:Nissan inizia a produrre i primi effetti.

Redazione Motori

Un utile operativo negativo per 79,1 miliardi di yen non è mai una buona notizia. Ma per Nissan, che aveva previsto un rosso ben più profondo (-200 miliardi), si tratta di un risultato che lascia spazio a un cauto ottimismo.

I dati del primo trimestre dell’anno fiscale 2025 fotografano una situazione ancora fragile, ma meno grave del temuto. La casa giapponese conferma così la traiettoria del piano Re:Nissan, il progetto di ristrutturazione che punta a riportare l’azienda alla redditività entro il 2026.

Il contesto resta difficile. Le vendite globali si sono fermate a 707.000 unità, i ricavi sono scesi a 2,7 trilioni di yen e il margine operativo è finito in territorio negativo (-2,9%). A pesare sono stati il calo dei volumi, l’effetto sfavorevole dei tassi di cambio e soprattutto l’impatto dei dazi statunitensi. Eppure, tra tagli ai costi fissi e ottimizzazione della gamma, Nissan è riuscita a contenere l’erosione dell’utile operativo. Il risultato netto resta negativo per 115,8 miliardi di yen, ma anche in questo caso inferiore alle stime più pessimistiche.

Il presidente e CEO di Nissan, Ivan Espinosa, non nasconde le difficoltà, ma rilancia: “Questi risultati ci ricordano quanto sia urgente il nostro piano di trasformazione. Abbiamo già avviato interventi concreti, ma ora dobbiamo accelerare per raggiungere una vera sostenibilità economica”. Le parole del manager segnano un cambio di tono: non basta resistere, bisogna trasformarsi in profondità.

Il piano Re:Nissan inizia a mostrare i primi frutti. La riduzione dei costi fissi ha già generato risparmi per oltre 30 miliardi di yen nel solo primo trimestre. Parallelamente, il team di trasformazione interna ha elaborato oltre 4.000 idee di risparmio, di cui 1.600 già pronte per essere attuate. Non solo: sono state decise operazioni di consolidamento su cinque impianti produttivi globali, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza della capacità installata.

Anche sul piano commerciale arrivano segnali incoraggianti. Alcuni modelli, come l’N7 in Cina e il Magnite in Messico, stanno performando bene, a dimostrazione che l’allineamento dell’offerta ai mercati locali può fare la differenza. Il gruppo intende ora rilanciare il fatturato con nuovi modelli competitivi e, allo stesso tempo, intervenire su una struttura dei costi ancora troppo rigida.

Sul fronte della liquidità, Nissan può contare su una posizione solida: 3,1 trilioni di yen disponibili, con ulteriori 1,8 trilioni in linee di credito non utilizzate. Una base che consente al gruppo di continuare la trasformazione senza doversi esporre eccessivamente sul fronte del debito. Tuttavia, le previsioni per il secondo trimestre restano incerte: il gruppo stima un ulteriore calo del flusso di cassa di 350 miliardi di yen, segno che la strada per il ritorno alla redditività è ancora lunga.

Per ora, l’azienda ha confermato solo le previsioni di ricavi netti a 12,5 trilioni di yen per l’intero anno fiscale, mentre ha preferito sospendere la guidance su utile netto e operativo. Una mossa prudente, che riflette le molte incognite che ancora pesano sul mercato globale dell’auto, tra tensioni geopolitiche, inflazione, dazi e una transizione elettrica più complessa del previsto.

Nissan, però, sembra determinata a giocare la partita fino in fondo. L’obiettivo dichiarato è tornare a generare flusso di cassa positivo nel settore automobilistico entro il 2026. Il tempo stringe, ma la prima parte del 2025 ha dimostrato che il gruppo giapponese può ancora reagire. Il percorso è tracciato, e il primo passo – seppur faticoso – è stato fatto.