Renault: strategia ibrida ed elettrica secondo Sébastien Guigues direttore generale Italia - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:32

Renault: strategia ibrida ed elettrica secondo Sébastien Guigues direttore generale Italia

Con Sébastien Guigues al timone, Renault spinge su ibrido ed elettrico accessibile, fabbricato in Europa, e invoca incentivi stabili per far crescere il mercato.

di Giovanni Alessi

Il nuovo DG di Renault Italia Sébastien Guigues legge il mercato italiano con realismo:

l’elettrico avanza, ma la domanda è discontinua e sensibile al prezzo, incentivi e disponibilità di prodotto. In questo quadro Renault, spiega, ha scelto una via pragmatica. Cinque anni fa, quando l’esito della transizione era tutt’altro che scontato, il gruppo ha impostato una strategia “a due gambe”: ibrido come tecnologia ponte e elettrico come destinazione. L’idea è economica prima ancora che tecnica: allargare la base della clientela senza comprimere i margini, proteggendo il valore residuo e l’efficienza industriale.

Strategia a due gambe: ibrido oggi, elettrico per tutti

La prima gamba è il full hybrid. Modelli come Rafale al 100% ibrida, Austral e Symbioz con mix elevati hanno creato massa critica e resa commerciale. Guigues rivendica un vantaggio di generazione: Renault è già alla seconda ondata di ibrido, prepara la terza e consolida economie di scala su motori, centraline e software. La seconda gamba è l’elettrico“giusto”: non SUV da tre tonnellate, ma auto piccole e medie a costi aggiustati, prodotte in Europa per accorciare la filiera, ridurre il rischio logistico e stabilizzare i conti. Con Renault 5, Renault 4 e, a ruota, Twingo elettrica, l’obiettivo è l’accessibilità: un’equazione in cui costo totale di possesso, qualità del prodotto e rete commerciale devono funzionare come un solo sistema.

Incentivi: dal “Black Friday” alla prevedibilità

Gli incentivi hanno mosso la domanda, ma a ondate. Guigues apprezza la misura, contesta il metodo: finestre brevi e plafond a esaurimento trasformano l’acquisto in una corsa al click, con picchi e cadute che complicano la pianificazione industriale e la gestione delle scorte. L’alternativa è un meccanismo stabile e pluriennale, ad esempio tre anni con una dote definita per chi rottama e acquista elettrico con requisiti chiari. Per i conti di un costruttore fa la differenza: la prevedibilità consente di ottimizzare turni, produzione e campagne, alleggerendo la pressione sui margini e riducendo il ricorso a sconti tattici che erodono valore.

Twingo elettrica: la prima EV “di famiglia”

La nuova Twingo elettrica nasce elettrica perché è una citycar del Ventunesimo secolo. Guigues la immagina come la prima auto a zero emissioni per molte famiglie italiane: seconda vettura di casa, perfetta per tragitti quotidiani, senza l’ansia dell’autonomia vacanziera. L’argomento è industriale e commerciale: una EV compatta, leggera ed efficientecosta meno da costruire, consuma meno energia in uso e tiene sotto controllo il TCO, accelerando il passaparola positivo. L’imperativo è che resti una “vera macchina”: guida solida, abitabilità intelligente, connettività intuitiva. Se il prodotto centra questi punti, l’elettrico diventa scelta razionale oltre che valoriale.

Filiera europea, costi e pricing sostenibile

Fare elettrico in Europa non è solo una bandiera. È un modo per presidiare qualità, tempi e fornitura delle batterie, mitigare rischi geopolitici e lavorare su logistica e magazzino. In termini economici significa più controllo sul costo industriale e maggiore coerenza sul prezzo. Con Renault 5 e Renault 4, il gruppo punta a massimizzare piattaforme e componenti comuni, spalmando gli ammortamenti su volumi più ampi. La “piccola” Twingo elettrica completa il triangolo con un entry point che può allargare la base e stabilizzare la rotazione in concessionaria, riducendo gli incentivi commerciali e sostenendo il valore residuo.

2035 senza strappi: un mercato plurale

Alla domanda sul 2035, Guigues rifiuta l’idea dello “switch off”: i mercati non cambiano per decreto, cambiano quando la proposta di valore vince sul campo. Per questo la combinazione ibrido + elettrico resta la rotta. Nel breve, l’ibrido assorbe i ragionamenti di mobilità extraurbana e alleggerisce l’ansia da ricarica; nel medio, l’elettrico “giusto” conquista i centri urbani e i pendolarismi, crea familiarità con le colonnine e alimenta la curva di adozione. L’equilibrio industriale dipende da tre variabili: incentivi prevedibili, costi delle batterie in calo e infrastruttura che segua i volumi. Se questi fattori si muovono insieme, la transizione diventa non solo sostenibile ambientalmente, ma anche sostenibile nei conti.

Italia, domanda e valore: la scommessa Renault

L’Italia è un laboratorio severo: alta sensibilità al prezzo, forte tradizione di usato e un parco circolante anziano. Qui la strategia Renault punta su tre leve. La prima è il prodotto: un ibrido maturo che abbatte i consumi reali e un elettrico compatto fatto per le città. La seconda è la rete: un presidio capillare che deve spiegare il TCO e accompagnare il cliente nella ricarica domestica. La terza è la produzione europea: argomento che vale fiducia, tempi e stabilità di fornitura. Se la Twingo elettrica diventerà davvero la prima EV di famiglia, allora la proposta “a due gambe” avrà centrato l’obiettivo: crescere quota e margini senza perdere la bussola dell’accessibilità.