Ligabue festeggia i 25 anni di carriera e presenta la maxi tournée - Affaritaliani.it

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Ligabue festeggia i 25 anni di carriera e presenta la maxi tournée

Ligabue mette il punto. A 25 anni dal debutto discografico e dalla prima uscita fuori dai localini della sua Correggio e dintorni, con 18 dischi, due film, due raccolte di racconti, un romanzo e un volume di poesie sulle spalle. A 55 anni suonati, non ancora "too old to rock'roll" anzi pronto a una nuova sfida: il concerto più lungo della sua carriera, con tre band diverse e tre ingegneri del suono differenti a raccontare le pietre miliari della sua irrefrenabile cavalcata musicale. Sulla piccola pista di decollo del Campovolo di Reggio Emilia, luogo simbolo del successo di dimensioni mondiali del Liga (il concerto del 2005 con oltre 180mila fans rimane quello a pagamento con più presenze di sempre in Europa e uno dei primi cinque del mondo), il rocker-cantautore ha presentato a oltre 200 giornalisti di ogni media possibile, intirizziti nella notte, la serata del 19 settembre 2015.

"Dopo 25 anni mi sento bene, sono in forma, voglio tirare avanti ancora un poco", dice ad Affaritaliani.it, dopo aver proposto tre brani - "Sogni di rock'n'roll", "Certe notti" e "C'è sempre una canzone" -, solo chitarra e voce, sul piccolo palco. "A 25 anni dall'album di debutto, che venne pubblicato l'11 maggio 1990, a 20 da "Buon compleanno Elvis" e a 10 dal primo Campovolo, mi sento di fare una grande festa. Proporrò per intero quei due dischi, con gli stessi musicisti che ci suonarono e lo stesso sound di allora, quasi filologico, oltre ai brani più famosi dei successivi vent'anni. Del resto tutto è nato da "Sogni di rock'n'roll", quando ho capito che unire il sofisticato rock progressivo e testi complessi non faceva per me. L'ho scritta in un quarto d'ora, raccontava quello che avevamo fatto la sera prima con gli amici, il mio mondo piccolo, che voglio ancora portare alla gente, perché la forma canzone, una riduzione del melodramma, è questo: comunicazione. E poi sollievo, speranza, emozione, passione, divertimento."
Cosa diresti oggi al Liga degli esordi? "Ma guarda come ti muovi, e poi come ti vesti? Facevo tenerezza, per fortuna non c'erano ancora i talent!"

Che differenza c'è tra quello di allora e quello di oggi? "Venticinque anni fa ero totalmente incosciente, ora sono più attento. Ma anche più libero, canto in prima persona non mi affido più a dei personaggi."

Cosa non vorresti aver fatto? "La mia è una storia di grande successo, in cui ci sono stati due enormi scivoloni, il terzo LP che sembrava chiudesse la mia carriera e "Miss Mondo" che disegnava i miei problemi di identità. Mi sono serviti."

Come senti il panorama musicale di oggi? "La musica si è impoverita per questioni di mercato. Gli stessi giornalisti ne parlano poco. L'offerta è fruita come un sottofondo mentre scrivi sul telefonino. Ormai anch'io zoppico su Spotify."

Testo o musica? "Dal testo non si scappa. Bisogna essere attentissimi: un sacco di gente lo canterà molto più di me."

Altri film in programma? "No. Non ho molto tempo da stare sul palco ancora e non voglio perdere i due anni che servono per realizzare un film senza l'adrenalina che ti dà il pubblico. A loro va tutta la mia gratitudine."

Dopo il tour mondiale e il triplo album live "Giro del mondo" ci sono cambiamenti in vista? "Il tour intorno al mondo è stato un regalo che ci siamo fatti, non una svolta. Ho suonato in posti da 500 persone, scoprendo che molti brasiliani e giapponesi conoscono a memoria le mie canzoni. E poi io ho sempre la speranza che ogni disco proponga un nuovo Ligabue. Sono convinto, e lo vedo negli altri, che, quando sei sicuro di aver trovato la formula del successo e la ripeti, immancabilmente fallisci. Con la musica non la si fa alla gente: è il grande mistero della canzone."

Nessun segreto? "Solo l'urgenza di dire qualcosa. Scrivo ancora tantissimo, ma pubblico solo le canzoni in cui riesco a ritrovare questa urgenza. Le altre sono divertissement della domenica pomeriggio."

Altri sogni da realizzare? "Purtroppo non ho mai visto il mondo all'altezza dei miei sogni, né francamente mi aspetto di vederlo."

Intanto il Liga, tiratissimo in chiodo nero, capello bianco scolpito ("mi ero stancato di tingerli, e tenerli lunghi bianchi non è bello"), sorriso accattivante, si appresta a soddisfare il sogno di vederlo dal vivo di 100mila e più persone. Per loro dal 18 settembre ci saranno al Campovolo di Reggio Emilia vari stand, tra cui uno sulla "Liga story", punti di ristoro e sei mongolfiere per issarsi in volo sulla città. Per loro, in omaggio con il biglietto, un libretto non in vendita con note storiche, un biglietto ricordo, fotografie d'epoca e un dvd speciale.

Raffaello Carabini