Napoli, boss Esposito ucciso in agguato dopo summit

Napoli - Killer in azione tra la gente a Materdei, dove una pioggia di fuoco ha ucciso Salvatore Esposito, boss del Cavone. In vicolo delle Nocelle, in quella curva a gomito, è stato freddato anche Ciro Marfè, mentre un terzo uomo è rimasto gravemente ferito.

Le vittime rappresentano diversi clan ed erano reduci da un summit per riconquistare zone e piazza di spaccio. Personaggi legati ai Giuliano, Sibillo, Brunetti, Esposito, Sequino e Contini. Dietro l’agguato dunque la prospettiva di un nuovo sodalizio, la nascita di un nuovo cartello cammorristico.

In piazza Mazzini sono esplosi i fuochi d’artificio quando il boss del Cavone è stato trucidato.

Una cosa è certa per gli inquirenti il 32enne boss del Cavone, era la vittima predestinata dell’agguato. Un omicidio importante, dato che il giovane leader camorristico si era imposto nella guerra di successione al clan Lepre per il controllo della droga in zona.

Contro il boss sono stati esplosi otto colpi. Eppure, mentre Marfè è morto sul colpo, Salvatore Esposito ha perso la vita dopo il trasporto d'urgenza al Cardarelli.

La terza persona raggiunta dagli spari è Pasquale Amodio, di 43 anni, attualmente ricoverata al Vecchio Pellegrini. Le sue condizioni non sembrano gravi.

Esposito e Marfé viaggiavano in sella allo stesso scooter, quando sono stati raggiunti dalla pioggia di fuoco. Il mezzo delle due vittime è schiantato contro il muro. Amodio invece è stato colpito alla fine del vico, quasi in via Salvator Rosa. A condurlo in ospedale è stato un amico.

A coordinare le indagini saranno i pm Parascandolo e Woodcock. I carabinieri stanno ricostruendo i nuovi equilibri tra clan e sodalizi. La prima ipotesi è che si tratti di una risposta a quanto avvenuto lo scorso 26 luglio, giorno in cui era avvenuta la stesa nella zona dei Mazzarella, in cui rimasero feriti Giuseppe Gambardella e Mario Russo. Gli spari durante una delle

processioni per la festa di Sant’Anna nel fuggi-fuggi generale.