Berlusconi e le due occasioni (perse) per mostrarsi uno statista - Affaritaliani.it

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Berlusconi e le due occasioni (perse) per mostrarsi uno statista

l'opinione di Paolo Diodati

Tra passato e presente: le guerre in Libia e Ucraina

Se le esitazioni iniziali e il brusco voltafaccia al regime di Gheddafi, hanno caratterizzato anche l'operato di altri paesi, il governo Berlusconi è stato l'unico che ha cercato, e a lungo, di apparire con un proprio ruolo, che non aveva, di "mediatore", di cui tuttavia mancava tanto del potere, quanto dell'autorità necessaria. Con l'evolversi del conflitto, Berlusconi, Frattini e di conseguenza la diplomazia italiana, hanno scelto la "solita opzione di accodarsi agli alleati più forti", facilitati in ciò dalla garanzia della partecipazione americana (Alessandro Colombo, Ettore greco, La politica estera dell'Italia, 2012). 

Berlusconi, tuttavia, aveva la possibilità di acquisire nella realtà della pazzia bellica in atto, più autorità e quindi più potere, di quello che aveva lui e di conseguenza l'Italia? Risposta lapalissiana: c'è chi sta seduto sugli allori e chi gli allori se li conquista. Se così non fosse, avremmo ancora il nostro bell'Impero Romano. È forse una ricetta ottimale, quella d'accodarsi sempre al carro dei vincitori?  Una guerra civile, diventata internazionale grazie alla Nato (tanto per cambiare) e quindi al solito determinante intervento americano (Obama telefonò personalmente a Berlusconi, dandogli la spinta finale). Motivo ufficiale per l'intervento, far rispettare il divieto di sorvolare il territorio libico!  Per questo, ci furono 9700 bombardamenti (circa 54 al giorno!). La notizia dei 500.000 civili uccisi è categoricamente smentita. Non abbiamo letto motivazioni per ritenere scandalosamente esagerato questo numero, ma anche i valori (da 40 a 70 morti in tutto) dati per veri, sembrano esageratamente piccoli.

Cosa avrebbe potuto e dovuto fare Berlusconi? Insistere e non spostarsi dalla posizione di uno statista che sa che si deve operare per debellare la guerra tra paesi che dispongono di armi di distruzione planetaria (nucleari, batteriologiche e ultime ma non per pericolosità, virologiche).
Perché, fin quando si tratta di guerre Nato contro dittatorelli, la tecnica Frattini-Berlusconi funziona e non fa correre rischi, anche se sin dall'inizio i politici illuminati dovrebbero sapere le conseguenze nefaste d'una vittoria di Pirro.  Cosa ha guadagnato l'Italia dalla partecipazione alla decapitazione di Gheddafi?
Bisognerebbe chiederlo a Berlusconi.
L'Italia (e Berlusconi) ci avrebbero guadagnato il merito storico d'essere stati tra gli apripista del "tavolo delle nazioni responsabili e volenterose" che dicono che bisogna uscire dalla logica perversa e guerrafondaia, di trovare sempre le scuse più fantasiose per far scattare il meccanismo Nato in tutte le beghe locali del globo.
La strada indicata strillando da Biden (ogni volta che parla peggiora la situazione. L'ultima: "Sono rimasto scioccato dall'incompetenza militare dei russi...") ha un solo sbocco finale. Hanno diffuso la voce che una guerra nucleare comporterebbe la morte solo di un miliardo sugli otto che ormai siamo.  Solo chi vive guadagnando sulla costruzione di armi termonucleari e compagnia bella, può sparare una balla simile! Come solo chi guadagna dai vaccini evanescenti è favorevole alla catena di vaccini che erano stati arruffati per un virus che non c'è più. 

Allora il nostro Berlusconi si comportò, nell'occasione dell'eliminazione di Gheddafi, come un politico di basso cabotaggio, chiacchierone, re Travicello su questioni vitali per l'Italia. Non fu minimamente insospettito dalla strana fregola di Sarkozy, d'iniziare immediatamente i bombardamenti.
Sono ormai troppe le testimonianze attendibili di persone che testimoniano la consegna di valigie piene di euro date da Gheddafi a Sarkozy, per la sua campagna elettorale (condannato per questo, nel settembre scorso).  
Trova così una clamorosa conferma la voce diffusa immediatamente, che spiegava la precipitazione di Sarkozy nell'iniziare i bombardamenti, con il desiderio-bisogno di non restituire i 50 milioni di euro avuti da Gheddafi per finanziare la sua campagna elettorale per il bis alla Presidenza, andata pure male. Pieno di debiti e trombato, non volle aspettare neanche un concordato "Via!", ai bombardamenti, tanto era grande il suo disinteressato amore per la libertà delle tribù libiche!