Politica
Berlusconi e le due occasioni (perse) per mostrarsi uno statista

Tra passato e presente: le guerre in Libia e Ucraina
La seconda occasione: quella attuale, in cui sarebbe molto più facile dissociarsi a parole e a fatti, dalla politica Mattarella-Draghi, tanto per cambiare, appiattiti sulla volontà americana da sempre ispiratrice della Nato.
Berlusconi, cosa fa, in questa seconda occasione più importante e pericolosa della prima, in quanto lo squilibrato Biden sembra puntare a distruggere non un dittatorello, con la tecnica del "tutti contro uno", ma col gioco d'azzardo di poter far ritrovare la Nato, contro Russia, Bielorussia, Cina e chissà quanti altri anti-americani? Dopo aver passato la vita anche a distruggere tutti gli illusi che speravano d'ereditare il suo scettro (Fini, Casini), migrati a sinistra per farsi perdonare il passato e avevano personalità in grado di parlarci senza soggezione, sembra aver trovato, finalmente, la pace col fido e piatto Taiani e la bambola Bernini che, insieme a qualche altro debole "forzista", ribadiscono ovunque la sua linea: complimenti e fedeltà a Draghi e Mattarella. Quest'ultimo, dopo aver rifiutato di farci votare "causa pandemia", ora fa circolare la voce di un rinvio delle elezioni anche a legislatura finita, a causa della guerra. E Berlusconi? Zitto e buono, per essere alla moda! Draghi tratta i parlamentari, come "quelli del bivacco", stabilendo da solo la linea del governo, dichiarando in pubblico di voler la pace e mettendo il segreto sugli invii di armi, per ottenere la pace? E lui, zitto e buono, perché, chi tace, acconsente.
Cosa potrebbe fare, se fosse, almeno in questa occasione storica, consapevole della tragicità della situazione che anche lui ha contribuito a creare, con la partecipazione passiva e consenziente al governo? Cosa avrebbe potuto fare e cosa potrebbe ancora fare, oltre che far cadere, finalmnete, questo scandalo di governo?
Draghi continua, poveraccio, a pasticciare, a ficcarsi e a ficcarci in situazioni pericolose e ambigue. Costretto all'ultimo minuto da Macron e Conte a perorare da Biden, la pace, poi contribuisce a prolungare la guerra mandando altre armi. E ha dato un suggerimento davvero geniale: sediamoci a un tavolo e troviamo la soluzione.
Di Zelensky non si sa se le eventuali possibili aperture (tipo, possiamo cedere la Crimea) che la stampa gli ha attribuito, erano vere e poi rientrate, visto il fervore di Biden nel volere la sconfitta dei russi. L'ultima condizione posta è il ritiro dei russi ai confini antecedenti il 24 febbraio.
Sedersi a un tavolo sarebbe quindi inutile e, dovesse avvenire, non sarebbe ai massimi livelli e non farebbe fare passi avanti importanti.
Sarebbe utile, allora, che si riesumasse l'idea di Daniele Capezzone: organizzare il "Tavolo dei volenterosi". Un tavolo a cui invitare giornalisti e politici davvero preparati, disponibili e pazienti e non i vari opinionisti aggressivi che non conoscono la storia complicata di quelle parti dell'Ucraina. Un tavolo da proporre, a casa loro, anche a giornalisti e politici francesi, tedeschi, inglesi, americani e russi. Un tavolo in cui, anche per i posteri, non si parli solo di "Qui c'è un aggressore e un aggredito. Punto!", arrivando alla conclusione che l'unica pace possibile sia che l'aggressore se ne torni a casa, pagando anche i danni. Un tavolo in cui ci siano competenti al livello dell'eccellente Francesco Borgonovo (giornalista e scrittore, grande studioso, del gruppo de La Verità) che parlino dell'ucraino Solgenitsin (vedi Rileggere Solgenitsin, per immaginare una terza via). Questi competenti, non tifosi e non urlatori, pacatamente, direbbero che Putin, certo sbagliando alla grande, pensava di poter fare alle porte di casa sua e con i russi della Crimea e del Donbass perseguitati e massacrati per anni dai "cugini" ucraini, quello che gli americani hanno fatto e continuano a fare in tutto il mondo, per massacri e beghe in cui non sono coinvolti né loro cugini, né parenti ancora più lontani.
Dal tavolo dei volenterosi, dovrebbe uscire anche un appassionato e motivato monito contro ogni scintilla di guerra amplificata dai "gendarmi del mondo", guerrafondai travestiti da benefattori idealisti, amanti del rispetto degli accordi.
Il calcolo di chi ha previsto che in un conflitto nucleare morirebbero solo un ottavo di abitanti del mondo (un miliardo sugli otto attuali) è infondato.
Le guerre successive, come già scritto, dopo la prima termonucleare a base anche di batteri e soprattutto di virus manipolati, a dispetto della previsione di Einstein, avverrebbero tra scarafaggi, scorpioni, formiche e simili.
E allora, come finiamo il discorso su Berlusconi?
La natura di un uomo, la sua vera essenza, si giudica non in tempi facili, di bonaccia. A essere buoni, bravi e simpatici, son buoni tutti, o quasi. La natura di un uomo va giudicata nella burrasca. Fuori di metafora: se addirittura Hitler fosse vissuto nei rarissimi periodi di pace e tranquillità, avrebbe potuto diventare un tranquillo imbianchino o uno dei tantissimi pittori.
Se Gesù Cristo, Gandi o Budda fossero vissuti nel peggior periodo storico, per violenze, loro sarebbero rimasti come ce li ha tramandati la storia.
Se Berlusconi fosse vissuto in tempi tranquilli o se non avesse voluto "discendere in campo", col cipiglio del "Adesso vi faccio vedere io!", sarebbe restato quello che era agli albori: un cantantucolo su navi, forse menestrello cantautore di pessime canzoni con Apicella, magari su transatlantici, simpatico intrattenitore malandrino con adeguato repertorio umoristico.
Arrivato all'età che ha ora, alla domanda dei curiosi, sulla voce che circola che sia di nuovo padre, avrebbe risposto, col sorrisetto malizioso e la simpatia che, ammettiamolo, emana quando parla di cavolate, avrebbe risposto: "Mi si consénta, ragassi, non è da me rispondere alla Razzi "Pensa un po' a li cazzi tua...", alla domanda se la mia Signora aspetti o no un figlio... . Ma, lo sapete, io sono un gentleman e rispetto la privacy di tutti. Anche della Fassina. Se aspetta un figlio per davvero o per finta... che volete che ne sappia io? Sono fatti suoi... . Comunque - sorriso a 32 bianchissimi denti finti - io non uso il Biafra!" "Il Biafra?" "Sì, ci siamo capiti... 'cla cosa lì, Biafra e Cialis, possibilmente insieme."
Ecco, Berlusconi è anche, e soprattutto, questo. Un simpatico italiano tipico.