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Politica
Quirinale, Berlusconi? Incubo 200 franchi tiratori (anche Forza Italia)
 Giorgia Meloni Matteo Salvini Silvio Berlusconi

Quirinale, a preoccupare Berlusconi è più la tenuta del Centrodestra (tranne FdI) che i voti da recuperare in altri gruppi

Per Silvio Berlusconi, impegnato costantemente ad aggiornare il pallottoliere della sua corsa al Quirinale, non sono solo rose. E' vero, come ha scritto Affaritaliani.it, che al Centrodestra potrebbero aggiungersi circa novanta voti in arrivo da altri gruppi parlamentari (trenta dai renziani, trenta dal Misto e altri trena da Pd e Movimento 5 Stelle), ma l'ex Cavaliere deve guardarsi (e temere) soprattutto il fuoco amico.

Fonti autorevoli della coalizione di cui Forza Italia fa parte sottolineano come nel segreto dell'urna i famigerati franchi tiratori contro Berlusconi potrebbero essere addirittura duecento tra le file del Centrodestra, una cifra monstre che ad Arcore preoccupa di più della campagna acquisti tra gli altri gruppi e partiti. I franchi tiratori, ovvero i traditori di Silvio, stando alle ipotesi che circolano nel Palazzo, si anniderebbero soprattutto tra la stessa Forza Italia, la Lega e i gruppi minori della coalizione.

Il timore che spingerebbe i parlamentari di Centrodestra a non votare per l'ex Cav al Quirinale sarebbe soltanto uno e cioè quello che un minuto dopo la proclamazione dell'elezione Enrico Letta e Giuseppe Conte dichiarino finita l'esperienza del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi chiedendo il ritorno immediato alle urne. E sono moltissimi i parlamentari di Centrodestra, tranne che di Fratelli d'Italia, che sanno perfettamente che non torneranno mai a Roma, sia per i sondaggi sia a causa del taglio dei parlamentari.

Quindi? Tutto in alto mare, visto che l'ipotesi Mario Draghi presidente della Repubblica spaventa soprattutto i pentastellati per lo stesso motivo ovvero per il possibile, immediato, il ritorno alle urne. E' così che, stando a fondi del Centrodestra di governo e moderato, la carta coperta, alla quale starebbe lavorando soprattutto Matteo Renzi, è quella che porta a Pierferdinando Casini.

L'ex presidente della Camera è stato a lungo nel Centrodestra con i governi guidati da Berlusconi e alle ultime Politiche del 2018 è stato eletto al Senato con il Centrosinistra nell'uninominale a Bologna. E, fattore molto importante in Italia, è ultra-cattolico. Stando alle ultime indiscrezioni la figura di Casini sarebbe quella ideale per mettere più o meno tutti d'accordo, evitando il rischio voto (sia con Berlusconi sia con Draghi).

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