Bologna, e se arrivasse Forchielli? Perché il centrodestra dovrebbe candidarlo - Affaritaliani.it

Politica

Bologna, e se arrivasse Forchielli? Perché il centrodestra dovrebbe candidarlo

di Simone Rosti

A Bologna si sta consumando una classica transizione di potere gestita dal Pd. Le primarie del centro sinistra sono state lo strumento per legittimare scelte fatte altrove. Merola, l’attuale mediocre sindaco di Bologna, e il Pd cittadino hanno deciso che il nuovo candidato sindaco sarebbe stato Lepore, attuale bravo assessore, e così è stato.

Isabella Conti, renziana, è stata le flebile contendente che ha tentato di sfidare Lepore. Una battaglia persa in partenza, tutti lo sapevano. Conti sarebbe stata una bella discontinuità che avrebbe scompaginato la roccaforte Pd e del centro sinistra.

Anni fa da qui partì Grillo con i 5 Stelle, prossimi alleati del Pd. A questo punto l’unico modo per destabilizzare tutto è una candidatura forte da parta del centro destra, come avvenne con Guazzaloca. Una figura spiazzante in grado di raccogliere tanti consensi, anche a sinistra. Chi potrebbe svolgere questo ruolo alle prossime elezioni d’autunno? A noi viene in mente solo un nome: Alberto Forchielli.

Emiliano doc di Imola, amico di Prodi, consigliere di vari Ministri, trascorsi negli anni ‘90 all’IRI, advisor per la Banca Mondiale, ma sopratutto uomo d’affari (fondatore del Mandarin Capital Partners), cittadino e conoscitore del mondo (in particolare la Cina), divulgatore, opinionista.

Forchielli dice le cose come stanno, non usa artifizi linguistici, non gira intorno ai problemi, la sua enorme banca dati di esperienze professionali in giro per il mondo gli darebbero quel quid in grado di sparigliare le carte in una città come Bologna compassata nell’ordinaria amministrazione. Forchielli sarebbe il jolly che Il centro destra, ma direi tutta Bologna, dovrebbe giocare.

Di fronte ad un’ampia richiesta di candidarsi Forchielli forse non si tirerebbe indietro, certo gli si dovrebbe dare carta bianca senza troppe etichette con pochi punti, ma chiari, da perseguire (ordine, sviluppo internazionale, scossa economica ed accademica).

Il mantra sarebbe quello del “fare le cose in grande”, basta liturgie nelle segreterie, basta operette come il trenino dell’aeroporto, con Forchielli ci sarebbe uno tsunami che esporrebbe Bologna alla visibilità e vitalità che merita. Se il centro destra cittadino avesse un sussulto d’orgoglio andrebbe a piedi a chiedere a Forchielli questo impegno. E a Bologna ne vedremmo delle belle. Anche perché non c’e nessuna altra alternativa in grado di impensierire Lepore.