Politica
L’indipendenza della Catalogna imbarazza Salvini
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
C'era un avolta la Padania. La Padania libera che si festeggiava il 15 settembre, in ricordo della dichiarazione di indipendenza fatta sul fiume Po nel lontano 1996. Ma di quella Lega di Umberto Bossi, dell'ampolla e del Monviso, è rimasto ben poco. Oggi il Senatùr è stato emarginato nel Carroccio e a un ruolo soltanto storico e simbolico. Matteo Salvini ha impresso la svolta nazionalista sulla scia di Marine Le Pen, tanto che nello scorso weekend a Palermo, nel cuore della Sicilia, ha preso il via ufficialmente NoiConSalvini, il movimento leghista per il Centro-Sud. E' evidente che come fu per la Scozia, con il referendum per la secessione da Londra bocciato per pochi voti, Salvini anche nel caso della Catalogna dichiara di essere a favore della libertà dei popoli attaccando Renzi per essere a Palazzo Chigi senza investitura popolare. Luca Zaia, che sta lavorando proprio a un referendum sull'indipendenza, resta cauto e afferma che il voto catalano aiuta la causa del Veneto. E' evidente l'imbarazzo in Via Bellerio. La Lega ha ancora nello statuto la dicitura "per l'indipendenza della Padania" ma, di fatto, il segretario federale parla quasi soltanto di immigrazione, o al massimo di flat tax e Legge Fornero. Il tema del federalismo, della devolution e anche della secessione è stato messo da parte e non rientra più nel vocabolario dei leader leghisti. Il voto in Catalogna e la possibile indipendenza della regione di Barcellona rovina in parte i piani di Salvini e ridà forza all'interno del Carroccio ai bossiani (e a Bossi), ovvero a chi pensa che il leader leghista si sia dimenticato troppo in fretta del Nord e dell'autonomia per sposare la linea di partito nazionale di destra.