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Politica
Colle, patriota o europeista. Diversi gli identikit ma è tutto in alto mare
Lapresse

Quirinale, l’ "Indovina chi?" per ora senza sbocchi

Se esistesse una versione quirinalizia del noto game da tavolo “Indovina chi?”, i giocatori impegnati nella partita dell'elezione del presidente della Repubblica potrebbero passare settimane a fare domande incrociate per individuare il personaggio che hanno in mente i rispettivi avversari senza mai venirne a capo. Insomma, sarebbe un gioco che potrebbe durare da qui fino almeno a metà gennaio, per essere ottimisti.

Basta ripercorrere i profili che i diversi leader politici stanno tracciando sui quirinabili per rendersene conto. Tutta tattica per non scoprire le proprie carte, in nome dell’assunto secondo cui ogni nome che viene avanzato è bruciato? O, come pare abbastanza lapalissiano, segno che nessuna delle forze politiche sa davvero come nuotare nel mare del Colle?

Quirinale, fioccano gli identikit. Adesso spunta il profilo del patriota

Gli identikit del futuro presidente della Repubblica si sprecano di questi tempi, il problema è che non dicono niente. Magari volutamente, solo per depistare. Il risultato è solo un grande valzer della vacuità. L’ultimo profilo l’ha tracciato la leader di Fratelli d’Italia chiudendo la festa di Atreju. Al Colle “vogliamo un patriota”, ha detto Giorgia Meloni. Senza fare nessun nome, naturalmente.

Neppure quello di Silvio Berlusconi che rimane il piano A, almeno di facciata, nel campo di centrodestra. Solo a festa conclusa, a domanda specifica, l’ex ministra delle Politiche giovanili ha annoverato il leader azzurro tra i patrioti. Giudizio sospeso invece su Mario Draghi perché non ha ancora gli elementi per decidere se l’ex presidente della Bce meriti un posto nel pantheon patriottico. Anche se, sotto-sotto, dalle parti di FdI, il premier al Colle potrebbe essere una garanzia con l’Ue pure per le future ambizioni meloniane.

Comunque, il termine patriota non è di grande aiuto per tracciare un identikit. Prova ne sono le parole del deputato di Leu Stefano Fassina: “I patrioti sono stati innanzitutto i partigiani comunisti, socialisti, cattolici, repubblicani, liberali che hanno liberato l’Italia da quella corrente della destra nazionalista che è stata il fascismo. I patrioti hanno scritto la Costituzione”. Breve, ma intenso pure il messaggio di Enrico Letta a Giorgia: il segretario dem ieri stesso ha pubblicato su Twitter la foto di Sandro Pertini con tanto di dida: "Capo di Stato #Patriota".

Quirinale, da Conte a Salvini si nuota in mare aperto

Non va meglio col ritratto delineato dal leader del M5s Giuseppe Conte che parla di “alto profilo morale e rappresentativo quanto più ampiamente possibile dello schieramento di forza costituzionali che sono in Parlamento”. Un po’ come nuotare in mare aperto e nel pieno di una burrasca con due braccioli e una ciambella.

Matteo Salvini, poi, non ha neppure pinne e fucile per la caccia grossa. Non a caso ha appena annunciato di voler chiamare a raccolta i leader di tutte le forze politiche per trovare un accordo sul Colle. Qualche elemento per un identikit? Più che altro un avviso ai naviganti: "Se qualcuno – ha detto da Bari il leader della Lega - ha la spocchia di sedersi e dire che non può essere di centrodestra, sovranista, populista, dico: il presidente della Repubblica è di tutti, non c'è un articolo 1-bis della Costituzione che dice che il Pd ha diritto imperituro di scelta".

Il segretario del Carroccio però almeno il nome di Berlusconi lo fa apertamente. Con quanta convinzione, poi, è tutto da vedere.  Sempre alla festa di Atreju infatti ha detto: “Berlusconi è un candidato vero. Noi del centrodestra abbiamo tanti difetti ma se diciamo una cosa, la facciamo”.

Al gioco da tavolo di sicuro non mancherebbe la domanda su una donna al Quirinale. Anche stavolta però le risposte restano sibilline. Salvini se ne esce con un “Berlusconi non si chiama Silvia” e si toglie d’impaccio. E in casa azzurra? A domanda precisa su una figura indipendente come Marta Cartabia – che pure rientra nella rosa dei nomi –, il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani ha risposto così: “Io credo che il presidente della Repubblica debba essere anche un politico di spessore, che ha preso voti, che ha governato, non ci si può sempre rivolgere ai tecnici”, ha detto oggi intervistato dal Corsera. E non è difficile rintracciare l’identikit dell’ex Cavaliere che si cela dietro queste parole. O meglio: che non si cela.

Quirinale, da Letta pochi dettagli sul profilo, solo un no a un anti europeo

Nessun aiuto invece dal segretario del Pd. Letta almeno ha capito che il suo appello alle forze politiche a non parlare di Colle fino a gennaio avrebbe finito per tagliare fuori proprio il suo partito. Ma di profili non se ne vedono all’orizzonte. Il Nazareno è in mare aperto. Vorrebbe solo una maggioranza allargata alla forza di opposizione e cioè FdI. Difficile scucirgli altro. Nei giorni scorsi ha detto che è “inimmaginabile l'Italia con un presidente della Repubblica anti europeo". D’accordo, ma persino i sovranisti oggi sono diventati europeisti.

Quirinale, per Renzi “ogni discussione è prematura”. Ma a Palazzo si scommette sulle sorprese che ha in serbo

Non va meglio con Matteo Renzi. Il campione di tattica parlamentare, titolo che si è guadagnato sul campo visto che tutte le forze politiche tengono d’occhio le sue mosse, di profili non ne delinea. Piuttosto si è esercitato a bruciarne alcuni e Paolo Gentiloni è uno di questi. Il progetto di una federazione con il partito di Toti e Brugnaro rimane in piedi cme idea e occupa i pensieri del leader di Iv per essere ancora più ago della bilancia nelle elezioni del Quirinale.

Nel frattempo, però, davanti alla platea di Atreju e alla sua padrona di casa, continua a occhieggiare al centrodestra: “Stavolta o la destra si incarica di fare una proposta complessiva o, se non lo fa, dal 20 gennaio in poi si deve cercare le ragioni migliori per cercare tutti insieme un arbitro”. Le carte, tuttavia, restano nascoste perché, come ha ribadito ad Atreju l’ex sindaco di Firenze, “fino al 15 gennaio ogni discussione è prematura”. Peccato che in pochi a Palazzo ci credano. Scommettono sull’effetto sorpresa: “Ci stupirà con qualche effetto speciale - dicono ad Affari – Non è detto che ci riesca, ma ci proverà fino all’ultimo”.

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