Conte e la delega ai Servizi mai lasciata. Impigliato nei casi Putin e Trump
Russiagate, il Copasir non risentirà l'ex premier. Si ipotizza per "non turbare gli equilibri Nato" in questo difficile momento a livello internazionale
Russiagate, il Copasir sospende il giudizio: "Non è il momento giusto"
Il Russiagate è tornato d'attualità dopo lo scoop di Repubblica che è riuscita a risalire ad una cena tra il ministro della Giustizia Usa Barr del governo Trump e il nostro ex capo del Dis Vecchione. Un secondo incontro, non previsto, all'insaputa anche del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha fatto riaprire il caso. Per il momento però il Copasir ha deciso di non indagare oltre. Qualcuno ipotizza - si legge su Repubblica - per non turbare gli equilibri Nato in un così difficile momento come quello attuale, nel pieno della guerra in Ucraina, mentre la versione ufficiale del comitato per la sicurezza del Paese è che "non servono altri approfondimenti".
Ma - spiega il Corriere della Sera - restano delle ombre legate alle scelte fatte dall'ex presidente del Consiglio. Pesa soprattutto nella vicenda la scelta di non aver mai voluto cedere la delega ai Servizi. Conte è stato coinvolto per due volte in questioni mai del tutto chiarite: tra intrighi internazionali, tentativi di spionaggio, presunti complotti e ingerenze di Paesi stranieri. Prima il caso Trump, con l missione di Barr in Italia per cercare di far chiarezza su eventuali complotti per sfavorire il Tycoon alle presidenziali, orchestrati dal precedente governo italiano e poi la vicenda della missione dei russi in Italia per il Covid. Forse la spiegazione di tutte queste storie va cercata nell’ostinazione con cui il premier giallo-verde e giallo-rosso tenne sempre per sé la delega ai Servizi nei suoi anni a Palazzo Chigi. Anche se gli costò Palazzo Chigi.