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Politica
Conte&Letta e la nuova “ditta” M5S&Pd: rivoluzione o minestra riscaldata?
 Enrico Letta e Giuseppe Conte (fonte Lapresse )

Conte intende salvare, almeno apparentemente, le radici del movimento, reinterpretandole: “Bene la regola ‘uno vale uno’ ma chi rappresenta il popolo deve essere onesto e capace”. Come dire che bisogna cambiare musica e musicanti. Poi il colpo di grazia al vangelo grillino: “La democrazia rappresentativa, per quanto in crisi, non appare eliminabile”. Tradotto e semplificato, il progetto di Conte pare quello di trasformare i 5Stelle da movimento caporalesco a  un nuovo partito strutturato (usando gli attuali strumenti della tecnologia e della comunicazione), alla guisa dei Grunen tedeschi, partito socialmente moderato, europeista e atlantista senza perdere l’identità nazionale, verde quanto basta per stare alla moda, in un impasto generale politico-programmatico innovativo, abbandonando il “No tutto” a prescindere, senza l’errore di “buttar via con l’acqua sporca anche il bambino”.

Basteranno questi imput intanto per non provocare la ulteriore fuga dell’elettorato grillino dei duri e puri (per intenderci quelli che nel 2018 avevano dato al M5S il 32,7% dei voti e che lo vedevano se non altro come pungolo del potere)  e per togliere a questo partito la sua vocazione assistenzialista? Conte è oggi l’unica risorsa per salvare il M5S e, perché no, per ri-motivare e ri-mobilitare una parte di elettori altrimenti apatici attratti dai fumi dall’antipolitica.

Niente è scontato. Anche che Pd e M5S, visti non come forze propulsive e partiti della “diversità” ma garanti dello status quo e delle clientele parassitarie, si contendano lo stesso elettorato, mangiandoselo reciprocamente in un autolesionistico harakiri. Negli italiani resta diffuso in quasi tutti i ceti sociali e ovunque nel Paese il malcontento nella classe politica tout-court. Se non cambia il vento che tira, sarà alla fine il centrodestra a far sua la partita. Per Letta non è tempo di alchimie. E Conte non può continuare a dettare la linea con le sue Lectio Magistralis. “La politica è sangue e merda”: Rino Formica dixit. Hic Rhodus hic salta. Vale per Letta. Vale per Conte.   

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