Politica
Conte ritorna moderato per cercare di vincere le primarie di Centrosinistra. La sfida a Schlein è appena cominciata
L'analisi sulle ultime mosse del Movimento 5 Stelle

Il tutto in attesa di capire le mosse di Silvia Salis
“Quella che si sta verificando nel centrosinistra è chiaramente una sottile battaglia di nervi per la premiership della coalizione, tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein (con l’incognita Silvia Salis sullo sfondo) per chi potrà sfidare Giorgia Meloni nel 2027. Ed è chiaro che in questa contesa chi parte favorito non è certo la leader dei dem, che a mio avviso è della partita solo sulla carta”, dice un senatore di vecchio corso del Pd.
Un'analisi forse troppo severa per la segretaria, ma certo è che il fatto che Conte in queste ultime settimane appaia più “moderato” e meno spostato verso le posizioni più radicali ed estremiste del movimento di qualche mese fa, vorrà pur dire qualcosa. Ultimo esempio in questo senso, in ordine di tempo, di una presa di distanza da parte di quello che sembra voler tornare a giocare il ruolo di “avvocato del popolo” nei confronti della linea della Schlein , si è avuto a proposito della patrimoniale, dopo le parole della leader dem sull'eventualità di introdurre una tassa patrimoniale addirittura europea.
Al leader a cinque stelle non è sembrato vero avere un assist così comodo. “Vorrei mandare un messaggio direttamente a Giorgia Meloni: ho visto che oggi ha voluto fare un post parlando di patrimoniale. Si rassegni. Non so se a sinistra c’è una discussione sulla patrimoniale, ma per quanto ci riguarda noi siamo una forza progressista indipendente, una patrimoniale non è all’ordine del giorno “ha subito detto un Conte, che sembra, a sentire chi gli è più vicino, essersi reso conto che forse è meglio lasciare il radicalismo di sinistra alla segretaria del Pd (che tanti guai gli sta creando all’interno del partito) e tornare a parlare alla parte di elettorato più moderato. Si tratta di un ritorno al passato al governo giallo verde.
“Quando parla con me lei non parla con la sinistra”, ha detto, in tono piccato, due giorni fa, a David Parenzo, conduttore de “L’aria che tira” su La7, tanto per marcare la differenza tra lui, il Pd e Avs. E anche le polemiche dimissioni della Chiara Appendino, sempre secondo i bene informati, farebbe parte di questa nuova strategia da “moderato”.
Da tempo si vociferava di dissidi tra lei e Conte, proprio sulla linea da adottare (“altro che essere troppo appiattiti sul Pd, semmai è vero il contrario”, fa notare una fonte autorevole del movimento vicina a Conte), che la ex sindaca di Torino vorrebbe più spostata a sinistra, mentre lui ormai ha deciso che i voti si prendono parlando ai moderati (al di là di quello che aveva detto qualche mese Dario Franceschini, che molti danno come uno dei suoi ultimi sponsor per la premiership del campo largo) e lasciando il radicalismo di sinistra a Schlein, Fratoianni e Bonelli. Ed è anche in questa nuova ottica che si registra un riavvicinamento tra lui e Matteo Renzi, a cui Conte sembra ormai aver perdonato il grave sgarbo fatto per portare a Palazzo Chigi Mario Draghi.
In attesa che quella che appare essere la sua prescelta per la leadership e cioè Silvia Salis, si faccia un po' le ossa a Genova, Renzi starebbe valutando di usare appunto Conte, come una sorta di pontiere che possa traghettare il centrosinistra verso posizioni più morbide e preparare il terreno per la vera alternativa al centrodestra (“Renzi dopo la Toscana si è convinto di poter tornare a dettare legge nel centrosinistra, e questo non farà altro che accrescere i dissidi interni e le divisioni, una pacchia per il centrodestra” commenta caustico un senatore dei riformisti del Pd).
Conte, in questa nuova veste di “moderato”, parla di temi concreti come quello della sicurezza “Aumentano i reati di strada, i furti e le rapine nel 2024 rispetto al 2023. Non lo dico io, ma la Relazione del Viminale inviata al Parlamento e anticipata oggi dal Fatto Quotidiano”m ha scritto su Facebook dieci giorni fa.
“Quelli che dicevano ‘ruspa’, ‘tolleranza zero’, ‘è finita la pacchia’ ora dove sono? Al Governo. E hanno mandato – ha proseguito l’ex premier – gli agenti a guardare centri vuoti in Albania per mesi mentre mancano all’appello oltre 11 mila poliziotti nelle nostre città: le carenze di organico sono anche aumentate tra il 2023 e il 2024. Sono pure pagati ‘quattro soldi’ come dice in tv il ministro Tajani non ricordandosi che è al Governo da 3 anni”.
Insomma tanto per ricordare che lui era il presidente del Consiglio del decreto sicurezza, ancora adesso dal Pd di Schlein portato come esempio di cattiva politica. E tanto per rincarare la dose e far capire alla Meloni che deve fare i conti con lui, cita il caso Albania e le risorse umane ed economiche buttate, invece che impiegate nelle città italiane sempre più insicure. Insomma è un altro Conte, rispetto a quello ProPal di solo qualche settimana fa. È un conte che si è reso conto che il radicalismo estremista di sinistra non paga, a giudicare dai sondaggi sempre più deludenti anche a livello nazionale (per non parlare dei risultati delle ultime amministrative).
Un Conte che quindi non è più solo di lotta ma ormai punta con tutta evidenza a quello che rimane il suo sogno, e cioè tornare a Palazzo Chigi, magari approfittando della lite a sinistra tra Schlein e Salis (o chi per lei).
Secondo BiDiMedia la sindaca di Genova Silvia Salis (al 32%) risulterebbe la candidata preferita dagli elettori del cosiddetto campo largo come sfidante di Giorgia Meloni, nel caso di eventuali primarie di coalizione. A un’incollatura (31%), il leader del M5S, che confermerebbe comunque la sua competitività. Solo terza Elly Schlein ferma al 27%. Conte quindi vuole riposizionarsi proprio per scalzare la Schlein da un lato ma con un occhio anche a cosa accade al centro della coalizione, dove la Salis appare per il momento ancora in grande spolvero.
Chissà se al primo inciampo della neo sindaca di Genova, prima ancora della Meloni, non sia lo stesso Conte a tirare una piccola stilettata (così come aveva fatto per le Marche con il caso della inchiesta che aveva coinvolto il candidato Pd, Matteo Ricci) alla nuova paladina del Pd più moderato. Conte, insomma vuole marcare la differenza che esiste tra lui e la Schlein, cercando di rubare spazio a chi, come la Salis si presenta come un'alternativa moderata al radicalismo della segretaria Pd e a quello di Maurizio Landini (altro potenziale futuro leader Pd).
Un comportamento che non deve affatto stupire e rientra nel più classico dei refrain che ben si attaglia alla storia recente del centrosinistra, “in guerra e in amore tutto è lecito”. E quello che si sta verificando per la premiership del centrosinistra, se non è una guerra (termine certo non molto adeguato visti i momenti in cui viviamo) è qualcosa che gli assomiglia molto da vicino.
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