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Politica
Costituzione, Letta: le destre la distruggeranno! Ecco perché è una bufala

Costituzione: la sinistra dice di aver paura che le destra con i 2/3 dei parlamentari la cambi. Ma è quasi impossibile che la destra abbia anche solo quei numeri

Chi lo ha spiegato in modo dotto al quotidiano La Repubblica è stato lo storico Giovanni De Luna, ex professore di storia contemporanea all’Università di Torino e che ha lavorato all’Annale sul fascismo della Fondazione Feltrinelli: “In caso di vittoria delle destre, la democrazia italiana correrebbe un rischio molto grande”.

E quale sarebbe?

De Luna: “La possibilità che questa destra cambi la carta costituzionale: per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana potrebbe avere i numeri sufficienti per farlo. E i suoi valori restano antitetici a quelli della religione civile degli italiani nata con la Costituente”.

E’ questo uno degli spauracchi più virulenti che la sinistra sta mettendo in giro in questi giorni: se vince la destra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini potrebbero approfittarne per distruggere la Costituzione. “L’attuale destra italiana è totalmente estranea alle grandi famiglie politiche confluite nella Costituzione: liberale, cattolica, azionista, socialista-comunista”, ha spiegato De Luna.

Il segretario Enrico Letta ha giustificato con lo stesso tema l’accordo tra Pd, partitini e cespugli vari: “La legge elettorale può portare la destra unita ad avere la maggioranza dei due terzi (2/3) del Parlamento. Io lancio questo allarme. Senza questi accordi elettorali la Costituzione potrebbe essere riformata da soli da Salvini e Meloni”.

Ecco lo slogan: Fermate le destre, non fate distruggere la Costituzione!

Dagli spifferi degli ambienti che contano arriva la voce che il tema non stia facendo presa solo tra i militanti di sinistra ma anche nelle correnti di sinistra della magistratura, molto preoccupata che a questo giro non vada a finire come nel 1994, quando Silvio Berlusconi vinse le elezioni e non cambiò davvero l’assetto dello Stato, con uomini nuovi dentro gli apparati che contano. A questo giro una vittoria netta del centro destra potrebbe portare a un repulisti totale nei ministeri, nelle controllate, nelle autority, negli organismi di governo e sottogoverno, nella Rai e chi più ne ha ne metta, con una conseguente riforma effettiva della giustizia.

E’ questo il vero potere.

Ma comunque la pensiate, sotto il profilo numerico, è possibile che quanto sostengono Letta e compagni avvenga?

Con la nuova riforma il numero di parlamentari si è ridotti di 345 unità, passando da 945 (630 deputati + 315 senatori) a 600 (400 deputati + 200 senatori).

Vero è che con i due terzi dei parlamentari è possibile cambiare la Costituzione senza referendum confermativo ma è molto difficile avvenga, che cioè la destra si imbarchi in un’avventura simile. Sia per opportunità, dovrà dimostrare di non volere squassare completamente il quadro e agire invece su temi che portano consenso, sia per numeri. I temi costituzionali non portano consenso né garantiscono il potere davvero.

La preoccupazione della sinistra è paradossale poiché il sistema di voto attuale, il Rosatellum, voluto dal Pd è stato tacciato del perfetto opposto: di essere macchinoso e non permettere mai di avere un vincitore netto alle elezioni (cioè una o più forze politiche che comandino da sole) facilitando così l’instabilità. Infatti ci sono possibilità non così peregrine che nessuna delle compagini si trovi numeri così netti da poter governare senza chiedere il consenso ad altri... altro che cambiare la Costituzione.

Ma è ancora più palese guardando i numeri. Il Rosatellum (dall’ideatore, l’ex esponente del Pd Ettore Rosato) è un sistema misto tra maggioritario e proporzionale. Un terzo dei seggi di Camera (circa 133) e Senato (circa 66) viene assegnato con un sistema maggioritario (chi prende più voti vince nel collegio) e gli altri due terzi con un sistema proporzionale attraverso un meccanismo di liste “bloccate”.

Per avere i due terzi dei parlamentari e “distruggere” la Costituzione, come dice la sinistra, la destra dovrebbe eleggere almeno 400 parlamentari. Quindi intanto vincere tutti gli uninominali (e arriviamo a 199-200 seggi). Ed è molto improbabile. E a questi sommare almeno il 50% dei circa 400 seggi proporzionali (600-133-66), cioè altri 200.

Un evento molto difficile da “realizzare” se non impossibile, vista la frammentazione dell’offerta politica e gli attuali trend elettorali.

 

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