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Politica
Csm, Lega fredda su Nordio per conquistare la vicepresidenza. Il piano

Csm, il legame tra il caso Nordio e l'elezione del successore di David Ermini


Tutto si lega in politica e quando c'è di mezzo il potere. Ancora di più se il potere è quello del massimo organo della Magistratura, ovvero il Csm. Mercoledì 25 gennaio si vota per scegliere il nuovo vicepresidente (il presidente è per Costituzione il Capo dello Stato Sergio Mattarella), che svolge concretamente tutti i compiti connessi alla presidenza del collegio e viene scelto tra i membri laici, ovvero quelli eletti recentemente dal Parlamento. L'uscente è David Ermini, ovviamente Pd: la sinistra ha per decenni occupato una poltrona chiave e considerata fondamentale nella gestione del rapporto tra politica e Magistratura e anche in vista dell'annunciata riforma della Giustizia.

La corsa ufficialmente è a tre, anche se la vera sfida è a due. Il Centrodestra tenta il colpaccio con Fabio Pinelli, avvocato voluto dalla Lega, difensore di diversi esponenti del Carroccio ma considerato in passato non lontano da posizioni di sinistra ("Non sono di destra, e sarei un presidente di garanzia", è la frase con cui si è presentato in queste ore ai colleghi, togati e laici, che fanno parte del nuovo Csm, il neo consigliere Pinelli, il laico candidato da Matteo Salvini, proprio con l'obiettivo di salire al vertice di palazzo dei Marescialli). A contendergli la poltrona è il professore Roberto Romboli, da ottobre scorso emerito di Diritto costituzionale all’Università di Pisa e il più votato tra i consiglieri laici, voluto al vertice del Csm del Partito democratico. In corsa anche Daniela Bianchini, docente di Diritto di famiglia e minorile presso l’Università Lumsa e portata al Csm da Fratelli d’Italia, ma pare non avere alcuna possibilità e sarebbe stata inserita nella rosa per sparigliare e cercare di far convogliare i voti su Pinelli.

Per essere eletti vice-presidente del Csm servono anche i voti dei membri togati e le ultime uscite del ministro Carlo Nordio non sono affatto piaciute. Il ritardo con il quale Giorgia Meloni ha difeso il Guardasigilli (una difesa definita d'ufficio, come quella di Silvio Berlusconi) e il silenzio di Salvini - spiegano fonti parlamentari - sarebbero proprio legate alla partita del vertice di palazzo dei Marescialli. Ovviamente la maggioranza e l'esecutivo non possono sconfessare Nordio, pena le immediate dimissioni paventate sabato e poi rientrate, ma una certa freddezza, un ritardo nella difesa e molte dichiarazioni non proprio in linea con quelle del Guardasigilli sono un segnale chiarissimo ai membri togati del Csm. La speranza e l'obiettivo sono quelli di convincerli in questo modo a preferire Pinelli a Romboli. Per il Centrodestra sarebbe davvero un colpaccio. Vedremo come andrà a finire.

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