Draghi terremota le elezioni locali. A rischio la tenuta di Pd-M5S e Cdx - Affaritaliani.it

Politica

Draghi terremota le elezioni locali. A rischio la tenuta di Pd-M5S e Cdx

Di Alberto Maggi

Per l'ex maggioranza probabile tripla candidatura a Roma. Inside

L'uragano governo Draghi, quello del tutti insieme tranne Giorgia Meloni e Alessandro Di Battista, rischia di mettere a rischio anche le alleanze per il prossimo voto amministrativo. Partiamo dal Centrosinistra, ovvero dall'ex maggioranza che sosteneva il Conte II. A domanda specifica fonti del Pd e del M5S rispondono all'unisono che "si sta lavorando faticosamente per tenere unita l'alleanza". Nel giro di pochi giorni il quadro è cambiato completamente. Giuseppe Conte, che ora i Dem di Siena nemmeno vogliono per le suppletive, sarebbe dovuto essere il collante della coalizione Pd-M5S-LeU sia in ottica nazionale (elezioni politiche) sia in vista delle elezioni comunali e delle Regionali in Calabria.

Oggi il fragile equilibrio potrebbe saltare e l'ex maggioranza potrebbe presentarsi in ordine sparso e a macchia di leopardo. Se a Milano ad esempio è ipotizzabile una convergenza dei pentastellati sul nome del sindaco uscente Beppe Sala, il lavoro è iniziato da tempo per arrivare a questo obiettivo, a Roma è tutto in alto mare. Già la situazione era complicata prima, con il Pd che mai avrebbe potuto accettare di sostenere la ricandidatura di Virginia Raggi, che il M5S non intende mollare, oggi, poi, si aggiunge pure la probabile e quasi certa discesa in campo di Roberto Gualtieri proprio per i Dem, anche per trovare un posto all'uscente ministro dell'Economia. Il tutto senza dimenticare che in campo da tempo c'è anche Carlo Calenda, leader di Azione e uno dei più convinti sostenitori dell'esecutivo di SuperMario.

Una sorta di maionese impazzita che potrebbe portare a tre candidature diverse al primo turno (Raggi, Gualtieri, Calenda) per poi (ma è solo un auspicio) convergere al ballottaggio contro il Centrodestra. Non solo. Le spaccature sul governo Draghi che stanno lacerando i 5 Stelle potrebbero ripresentarsi anche a livello locale. A Torino, ad esempio, i cosiddetti 'ribelli' pentastellati non vogliono nemmeno sentir parlare di un'intesa con il Pd.

Stesso discorso per Napoli, anche se con toni differenti. Se l'ex maggioranza piange, il Centrodestra non ride. Ormai la spaccatura è nei fatti e le strade soprattutto di Lega e Fratelli d'Italia si stanno separando. E' vero che a parole e ufficialmente tutti garantiscono che la coalizione rimane in piedi, proprio in vista delle elezioni locali, ma veleni e colpi bassi rischiano di mandare in fumo mesi e mesi di lavoro. A Torino il candidato di Lega, FdI e azzurri è già stato annunciato da tempo, Paolo Damilano, e al momento non ci sono segnali di eventuali divisioni.

A Milano resta in campo il nome del manager Roberto Rasia Dal Polo, anche se aleggia sempre l'ipotesi Maurizio Lupi. Fatto sta, assicurano da Fratelli d'Italia, che se fino all'anno scorso i casi di spaccatura del Centrodestra erano sporadici, questa volta, visto il quadro nazionale, saranno più numerosi. Anche se i leader faranno di tutto per salvare la faccia e presentarsi uniti almeno in Calabria e nelle principali città. E' vero anche che se l'esecutivo di larghe intese di Draghi dovesse andare avanti, con l'ipotesi che duri addirittura fino al termine della legislatura nel 2023, è molto probabile che la contrapposizione soprattutto tra Salvini e la Meloni porti ulteriori e clamorose fratture anche nelle elezioni amministrative. In primavera, obtorto collo, cercheranno di restare il più uniti possibile, ma le divisioni sono dietro l'angolo.