Manovra, noi di Forza Italia da sempre a favore della flat tax - Affaritaliani.it

Politica

Manovra, noi di Forza Italia da sempre a favore della flat tax

di Mario Occhiuto*

Auspichiamo una prossima legge finanziaria che possa incidere significativamente sulla creazione di nuove opportunità per le imprese e i professionisti

Creare nuove opportunità vuol dire valorizzare il ruolo che l’impresa e le professioni possono svolgere all’interno di ogni nuova azione politica che si intraprende. Vuol dire incentivare le iniziative di privati che hanno anche un interesse generale (come previsto dall’art. 118 della Costituzione) e promuovere un coordinamento tra i corpi intermedi in modo da generare buone pratiche e norme che possano consolidare la cooperazione, secondo un principio democratico di sussidiarietà orizzontale.

Faccio degli esempi.

Sul 110, se si intende privilegiare le famiglie con redditi medio bassi -come sottolineato dal presidente Meloni e dal ministro Giorgetti - credo sia utile e necessario mantenere inalterata l’aliquota del 110% fino al 31 dicembre 2023 per tutti i condomini realizzati con i benefici dell’edilizia residenziale pubblica convenzionata ed agevolata perché, come tale, destinati a soggetti che non hanno le risorse economiche per efficientare energeticamente immobili spesso realizzati molti anni fa. In questo modo si dà lavoro alle imprese e si rendono efficienti vecchi edifici rafforzando la coesione sociale in aree spesso degradate.

Un altro esempio: se si vogliono accelerare gli investimenti di impianti produttivi di energie rinnovabili, si potrebbe istituire un fondo rotativo per garantire una quota parte dei finanziamenti richiesti dalle imprese per la realizzazione di nuovi impianti di energie rinnovabili (tramite Mediocredito Centrale ad es). Ciò non comporterebbe oneri effettivi e diretti per l'erario pubblico, trattandosi di mera funzione di garanzia ma sarebbe quanto mai opportuna per le crescenti esigenze di "equity" che ormai sono al pari di quelle di semplificazione. La tempistica della disponibilità delle risorse finanziarie è fattore essenziale per la realizzazione di un diffuso sistema di produzione energetica alternativa, oggi per noi essenziale.

Ancora: per quanto riguarda i flussi migratori -come da grande intuizione del nostro Presidente Berlusconi- noi italiani potremmo essere l'apripista in Europa di un nuovo impianto politico incentrato su un “Piano Marshall” di grandi investimenti per il Nordafrica finalizzati alla crescita sociale e alla stabilizzazione amministrativa di quei Paesi. Investimenti in cui potremmo negoziare e ritagliare, per mille motivi, un importante ruolo per le nostre imprese. Rilanceremmo così quella idea dell’economia di Papa Francesco “Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra, un’economia di pace. Si tratta di trasformare un’economia che uccide in un’economia della vita, in tutte le sue dimensioni.”

Sono pochi esempi per dire che si tratta di cogliere, nella sostanza, ogni occasione per mettere al centro dell’azione politica, nei vari campi, l’impresa e le professioni intellettuali. Consentire poi il ritorno sul mercato, ovvero il risanamento finanziario, per chi non ha potuto pagare in passato pur avendo dichiarato al fisco, secondo un principio di “ratio temporale” cioè con una agevolazione che potrebbe essere riconosciuta al contribuente rapportandola all’età del debito tributario. Perché non ci può essere una vera “pace” (in questo caso fiscale) se non c’è una chiusura netta con il passato: un passato pieno di ostacoli per le imprese, di emergenze imprevedibili e di eventi inaspettati di crisi.

Investire oggi sulle imprese e sulle professioni intellettuali - messe a dura prova in questi anni dalle continue crisi - deve essere un imperativo categorico, ma diventa un’azione autenticamente liberale e una sfida culturale importante, direi cruciale per il futuro del Paese.

È necessario anzi fare molto di più anche dal punto di vista etico, cioè lavorare per rimuovere quei pregiudizi che aleggiano sulla figura dell'imprenditore e che impediscono di costruire un'immagine positiva del suo ruolo che è soprattutto sociale, in quanto figura principale di un sistema che riguarda la produzione di occupazione e la difesa della dignità del lavoro.

*Senatore di Forza Italia