Elezioni 2018 Puglia, Bellanova contro D'Alema. Azzerato Emiliano - Affaritaliani.it

Politica

Elezioni 2018 Puglia, Bellanova contro D'Alema. Azzerato Emiliano

Gaetano Gorgoni

Il può contare ancora su grandi portatori di voti, come Sergio Blasi


 
Teresa Bellanova è una di quelle personalità politiche cresciute tra le “armate dei dalemiani doc” e la Cgil. Nessuno avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe potuto contrapporsi al suo guru. Oggi, la sfida è diventata realtà: saranno l’un contro l’altro armati, Bellanova e D’Alema nel collegio uninominale senatoriale del sud Leccese, che abbraccia tutto il gallipolino. Si tratta di quella che un tempo fu la roccaforte dell’ex premier. Massimo D’Alema ha invocato per mesi la sfida: lei ha cercato di evitarla. La viceministra renziana solo dopo essersi blindata in altri collegi ha accettato il match diretto. I suoi ex compagni la accusano di essersi venduta al renzismo per la fame di poltrone, alcuni militanti del sindacato avrebbero voluto sbatterla fuori, dopo l’appoggio dato al jobs act. Lei replica di aver combattuto tante battaglie per i lavoratori. Ora è venuta la resa dei conti.
A contrapporsi a questa grande sfida, tutta a sinistra, c’è un uomo molto meno potente: Luciano Cariddi, ex sindaco di Otranto in quota Udc, che sarà il candidato del centrodestra proprio in quel collegio. D’Alema, però, è trasversale: nel Salento raccoglie voti a destra e a sinistra: Liberi e Uguali prepara la vendetta partendo da Lecce. Il Pd anche qui è dissanguato dalle fughe degli scissionisti, ma può contare ancora su grandi portatori di voti, come Sergio Blasi, il più suffragato alle regionali pugliesi, l’inventore della Notte della Taranta, che sfiderà la Lega nel collegio uninominale Nardò- Gallipoli - Maglie. Blasi è un ex dalemiano doc, anche lui convertitosi alla causa renziana sulla strada di Melpignano: ora è uno dei candidati di punta dem. Un tempo disse: “Se Renzi diventerà segretario del partito, io mi dimetterò. Sfascerà tutto”.
In effetti, Blasi è stato profetico, ma alla fine non se n’è andato; anzi, si è alleato con l’attuale segretario del Pd.
Però, il candidato di punta dei dem ci ha tenuto a non contrapporsi a D’Alema: “Io contro di lui non mi metto – ha dichiarato in un’intervista – Gli sono molto grato per quello che ha fatto per me in passato”.
“Matteo Renzi si è chiuso nel fortino e non permetterà a nessuno di defenestrarlo: ormai il partito è suo. I nemici, come Michele Emiliano e gli altri, sono stati privati del potere di indicare qualsiasi candidatura. Per la prima volta in assoluto il segretario regionale è stato privato del potere di indicare i candidati” – confessa un dirigente dello staff del presidente della Regione Puglia - Un uomo solo al comando, che decide le candidature leccesi mettendo agli ultimi posti orlandiani e seguaci di Emiliano”.
E’ andata proprio così in Puglia: nei posti più importanti ci sono i renziani uscenti e anche a Lecce, nel collegio plurinominale, il capolista è Francesco Boccia. Gli uomini di Emiliano azzerati e perfino Fritz Massa, deputato uscente dell’area Orlando è stato neutralizzato. Tra i dem esplode la ribellione e una cinquantina di pezzi grossi spediscono un documento di protesta a Matteo Renzi.  Quanto accaduto ieri a Roma lascia sconcertati e sgomenti - spiegano in un comunicato dell’area orlandiana leccese - Il momento di formazione delle liste dovrebbe essere l’occasione per mettere in campo, unitariamente, le migliori energie e risorse del partito e dei territori e, invece, le scelte compiute (cosa c’entra la candidatura a capolista alla Camera di Francesco Boccia, del tutto estraneo al territorio salentino?) vanno nella direzione diametralmente opposta.
I livelli locali sono stati completamente esautorati da qualsiasi funzione e ruolo.
La discussione è stata soffocata dal peso, ancora una volta asfissiante, dei giochi di corrente. Risulta, inoltre, incomprensibile la scelta di aver escluso dalle candidature i deputati salentini, con alle spalle peraltro una sola legislatura, dando così l’impressione all’elettorato di non voler difendere il lavoro prezioso, faticoso e produttivo per il Salento svolto in questi anni. Quando finirà l’autolesionismo che caratterizza la nostra comunità? Perché di questo si tratta. Non è in discussione la nostra lealtà alla causa politica del PD ma, questo è ovvio, è il momento di far sentire forte la voce di una comunità e di un territorio che non hanno intenzione di rinunciare alla propria dignità politica”.
Anche loro si sono destati dal sonno che li aveva colti mentre votavano un’altra scandalosa legge elettorale, il Rosatellum, che dà un potere insulso alle segreterie di una partitocrazia puerile e proditoria. Ancora una volta gli uomini vicini al capo saranno blindati nei listini giusti, mentre gli altri creperanno. Gli elettori si allontaneranno e gli inciuci fioriranno a primavera, dopo le elezioni del 4 marzo, puntuali come l’ennesimo errore di una classe politica che negli ultimi anni ha giocato troppo sporco.