Il Pd cresce ma ai danni di M5S e AVS. Dopo le elezioni in Calabria cresce l'ipotesi Silvia Salis candidata premier - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 19:52

Il Pd cresce ma ai danni di M5S e AVS. Dopo le elezioni in Calabria cresce l'ipotesi Silvia Salis candidata premier

Interessante il 4,42% di Casa Riformista Italia Viva (Renzi)

Di Alberto Maggi

Di sicuro c'è che dopo il voto in Calabria né Schlein né tantomeno il malconcio Conte potranno ambire a Palazzo Chigi


Elly Schlein esce dalle elezioni regionali in Calabria, con il trionfo del Centrodestra di Roberto Occhiuto e di Forza Italia e il flop clamoroso di Pasquale Tridico, comunque salvando la faccia. Osservando i dati di lista, il Partito Democratico insieme a Democratici Progressisti sfiora il 19% con un incremento di circa tre punti percentuali rispetto alle elezioni europee del 2024.

Un segnale - spiegano al Nazareno - che comunque, nonostante la pesante sconfitta - i Dem restano il punto di riferimento dello schieramento di opposizione. Soprattutto se consideriamo che il Movimento 5 Stelle aveva il candidato presidente - Tridico ex numero uno dell'Inps ed eurodeputato è stato il simbolo del reddito di cittadinanza - ha ottenuto un risultato estremamente deludente.

La lista pentastellata insieme a quella del candidato Governatore arriva intorno al 14% con un calo di più di due punti percentuali rispetto al 2024. Da segnalare anche il dimezzamento di Alleanza Verdi Sinistra. In sostanza, se il Pd sale leggermente lo fa ai danni degli alleati e non recupera consensi nell'astensione, rimasta altissima. Unica piccola nota positiva il 4,42% di Casa Riformista Italia Viva, lista di ispirazione renziana che potrebbe essere una sorta di laboratorio per quella terza gamba moderata che l'ex premier vorrebbe affiancare a Pd e M5S.

Resta il fatto però che in una regione importante nel profondo Sud la coalizione del cosiddetto 'campo largo' si è fermata poco sopra il 41% staccatissima dal Centrodestra stavolta a trazione azzurra e non più meloniana. Certo, ora la settimana prossima ci sarà la scontata vittoria e riconferma di Eugenio Giani in Toscana con il Pd primo partito della regione 'rossa' e poi a fine novembre, Veneto a parte, il Centrosinistra dovrebbe vincere agevolmente in Campania con Roberto Fico e in Puglia con Antonio Decaro. Ma resta comunque un bilancio finale di 3 a 3, ogni schieramento ha e avrà tenuto le proprie amministrazioni.

Lontanissima la spallata tanto cercata in estate al governo che sarebbe dovuta passare principalmente dalle Marche. I riformisti del Pd al momento non intendono alimentare polemiche - anche se Pina Picierno e Lia Quartapelle sono uscite allo scoperto contestando il cosiddetto 'campo largo' - e la segretaria è stata abile a convocare la direzione nazionale prima del voto nelle Marche proprio per evitare una dolorosa resa dei conti. Ma i ragionamenti che si fanno in molti ambienti Dem, anche dell'area Dario Franceschini, è che questa linea di sinistra-sinistra schiacciata sulla Cgil di Maurizio Landini mobilita le piazze ma non sfonda al centro.

E prende sempre più corpo l'ipotesi per le elezioni politiche di un cosiddetto 'Papa straniero' cioè di un candidato federatore di tutta la coalizione. E in pole position resta sempre la sindaca di Genova Silvia Salis, anche se non si escludono altri nomi come quello di Ernesto Maria Ruffini, dell'ex premier Paolo Gentiloni o del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Ma Salis - dicono molti liberal Dem - sarebbe forse l'unica in grado di tenere insieme una coalizione allargata fino ad Azione di Carlo Calenda, che finora ha sempre categoricamente escluso alleanze con M5S e AVS. Di sicuro c'è che dopo il voto in Calabria né Schlein né tantomeno il malconcio Conte potranno ambire a Palazzo Chigi.

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