Marche, Schlein nel mirino della minoranza Pd per il flop di Ricci. Bocciata la linea di "estrema" sinistra (Pro-Pal) - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 19:16

Marche, Schlein nel mirino della minoranza Pd per il flop di Ricci. Bocciata la linea di "estrema" sinistra (Pro-Pal)

Mattarella aveva avvisato la leader Dem: moderazione. Inside

Di Alberto Maggi

Decisive le posizioni di Stefano Bonaccini, leader della minoranza ma troppo vicino a Schlein (secondo i moderati), e di Dario Franceschini

Attesa (anche se non scontata), ma comunque dolorosa. Molto dolorosa. La sconfitta netta e più ampia delle previsioni di Matteo Ricci, candidato del Partito Democratico e del Centrosinistra (esclusa Azione di Carlo Calenda che è definitivamente una opposizione autonoma) fa male, molto male alla segretaria Elly Schlein.

Anche perché il Pd non può nemmeno vantare di essere il primo partito delle Marche essendo dietro Fratelli d'Italia. Un brutto colpo prima di tutto perché in questo modo, escludendo la Valle d'Aosta (dove comunque i Dem hanno dimezzato i voti), e stando alle previsioni degli esperti, le Regionali finiranno con 3 a 3: il Centrodestra si terrà oltre alle Marche, il Veneto e la Calabria e il Centrosinistra (o campo largo) conserveranno Toscana, Campania e Puglia (esclusa la Valle d'Aosta dove si è votato con il sistema proporzionale ed è un mondo a parte).

Nessuna spallata al governo. Niente di niente. La linea di ultra-sinistra (più a sinistra perfino di Maurizio Landini e della sua Cgil) non trova consenso nel Paese. O comunque non allarga il bacino elettorale dell'opposizione dura e pura all'esecutivo di Giorgia Meloni. La riconferma di Francesco Acquaroli nelle Marche smonta la nuova linea politica di Schlein. O comunque non le fa spiccare il volo. Arrivano i primi messaggi (una volta si sarebbe detto tweet) della minoranza interna moderata e riformista che accusa, velatamente, la linea schiacciata sul Movimento 5 Stelle e su Alleanza Verdi Sinistra della segretaria Dem.

Al momento Schlein non rischia, comunque dovrebbe vincere in Toscana, Campania e Puglia (salvo colpi di scena). Ma l'opposizione interna ai Dem è in subbuglio. Da Paolo Gentiloni a Romano Prodi, da Pina Picierno a Lorenzo Guerini, da Piero Fassino a Lia Quartapelle, il coro è unanime di cambiare rotta e virare verso il centro. Mancano ancora quasi due anni alle elezioni politiche ma sicuramente il dibattito interno al Pd è destinato a esplodere. Schlein potrebbe tentare la carta delle primarie anticipate per blindare la sua leader e premiership, ma le voci si moltiplicano su un cambio di cavallo.

C'è chi ritiene più adeguato Giuseppe Conte per Palazzo Chigi, come Matteo Renzi, ma il pessimo risultato nelle Marche allontana l'ipotesi 'Giuseppi' (come direbbe Donald Trump). Dietro le quinte c'è sempre la carta di Silvia Salis, sindaca di Genova, che potrebbe unire tutti e sfidare Meloni. Ma la segretaria del Pd per ora tira dritto e sogna di essere lei a sfidare Meloni e tutto il Centrodestra. Certo è che se stiamo alle Marche, seppur voto locale, questo appiattimento sulla sinistra-sinistra - pensando soprattutto alle vicende di Gaza e della missione della Flotilla - non portano a grandi risultati. Per questo - spiegano fonti moderate del Pd - "da qui alle Politiche tutto può accadere".

Decisive saranno anche le posizioni di Stefano Bonaccini, leader della minoranza ma finora troppo vicino a Schlein (secondo i moderati Dem), e di Dario Franceschini, finora leader alla numero uno del Nazareno. Ma fino a quando?

Ambienti molto ben informati vicini al mondo Pd spiegano anche che "il messaggio di Mattarella che ha chiesto a quelli della Flotilla di accettare la mediazione tramite la Chiesa e di non arrivare a scontrarsi con la Marina israeliana, in fondo assomiglia molto a un messaggio a Schlein: basta linea di scontro fino alla morte, guardare anche al centro (alla Chiesa, appunto, ai cattolici) e moderarsi.

Anche il risultato delle elezioni in Valle d'Aosta, seppur locale, mostra plasticamente che questo spostamento a sinistra-sinistra di Schlein non piace agli elettori. In due anni, rispetto alle Europee, il Partito Democratico ha dimezzato i voti e a guadagnarci, duplicando i consensi, è stata una lista centrista ispirata da Calenda, quindi Azione. Altra prova - spiegano i moderati Dem - che la segretaria del Nazareno sta sbagliando tutto. Anzi, non ne azzecca una. I numeri parlano chiaro.

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