Elezioni regionali, chi ha vinto e chi ha perso. Il confronto sui dati reali (che non piace a Lega e 5 Stelle) - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 17:03

Elezioni regionali, chi ha vinto e chi ha perso. Il confronto sui dati reali (che non piace a Lega e 5 Stelle)

In costante crescita Fratelli d'Italia, Forza Italia e Pd

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

Calo della Lega: fine di un ciclo

L’analisi dei voti assoluti nelle tre regioni della tornata elettorale di fine novembre (Veneto, Campania, Puglia), con confronto tra il 2020 e il 2025, rivela dinamiche profonde di trasformazione interna nei partiti, pur in un contesto di apparente stabilità politica. Ecco le principali evidenze che emergono dall’analisi in parola.

Calo della Lega: fine di un ciclo
Veneto: da 1.263.919 voti a 607.220 (–52%).
Puglia: –33,4%.
Campania: –16,8%.
Totale nelle tre regioni: –732.824 voti (–47%).

La Lega, che nel 2020 dominava il Nord e si espandeva al Sud, subisce un ridimensionamento notevole in termini di voti assoluti, in realtà soprattutto in Veneto, dove rispetto alla presidenza Zaia perde oltre 650.000 voti. Questo segna la fine di una partecipazione popolare territoriale che sembrava plebiscitaria. Il calo è significativo perché avviene nonostante la riconferma di una presidenza leghista in Veneto, segno che il voto personale per Zaia aveva comunque una sua innegabile forza.

Ascesa di Fratelli d’Italia e Forza Italia: riorganizzazione del centrodestra
FdI: +46% complessivo, con picchi in Veneto (+59,3%) e Campania (+70%).
FI: +28,3% complessivo, con un exploit in Campania (+77%).
Fratelli d’Italia si conferma il nuovo perno del centrodestra, assorbendo parte del consenso leghista. Forza Italia, invece, sorprende con una ripresa significativa, soprattutto nel Sud, dove torna a essere un partito competitivo. Il centrodestra non perde voti complessivi, ma li redistribuisce internamente, con un chiaro spostamento verso FdI e FI.

PD: tenuta e crescita selettiva
Totale nelle tre regioni: +124.515 voti (+8%).
Puglia: +25,4%.
Veneto: +18,3%.
Campania: –9,2%.
Il Partito Democratico mostra una tenuta complessiva, con una crescita netta in Puglia e in Veneto, dove probabilmente ha beneficiato di candidati forti e coalizioni larghe. In Campania, invece, perde voti ma mantiene la guida della regione grazie all’alleanza con il M5S. Il dato suggerisce che il PD funziona meglio dove riesce a incarnare un profilo amministrativo solido e inclusivo.

M5S: crisi strutturale
Totale nelle tre regioni: –162.738 voti (–34%).
Veneto: –53,7%.
Puglia: –42%.
Campania: –21,6%.
Il Movimento 5 Stelle continua la sua erosione elettorale, perdendo voti ovunque, anche dove è parte della coalizione vincente. Il calo è più marcato al Nord, ma significativo anche al Sud, dove storicamente aveva radici più profonde. Il M5S sembra non riuscire a capitalizzare la partecipazione al governo regionale, e il suo ruolo si riduce a quello di alleato secondario.

Conclusioni strategiche
Il centrodestra si riorganizza, con FdI e FI in crescita e la Lega in ridimensionamento.
Il centrosinistra tiene, ma con performance differenziate: cresce dove è radicato e perde dove non riesce a rinnovarsi.

Il M5S è in crisi, e rischia di diventare irrilevante se non ridefinisce la propria identità.
Il voto regionale premia la continuità, ma sotto la superficie si muovono trasformazioni profonde nei rapporti di forza tra i partiti.