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Romania, Meloni si gode il trionfo del sovranista Simion con 'low profile'. Rassicurare l’establishment finanziario senza dimenticare gli elettori identitari

Salvini esulta, la premier invia il fedelissimo Fidanza. Inside

Di Alberto Maggi

Il trumpiano-meloniano Simion, in caso di vittoria al ballottaggio del 18 maggio, potrebbe essere il quarto leader conservatore a sedere al Consiglio europeo


È stata una serata dai due volti quella di ieri per Giorgia Meloni. Da un lato il ritorno alla Scala di Milano, la prima volta dopo la presenza alla Prima del 2022, stavolta per un concerto voluto da Giancarlo Giorgetti per gli ospiti della Banca di sviluppo asiatica: un’occasione importante per rafforzare il profilo dell’Italia come luogo ideale per gli investimenti esteri. Dall’altro le notizie incoraggianti provenienti dalla Romania, dove il candidato sovranista al primo turno delle presidenziali, George Simion, conquista un primo posto che nel corso della serata assume le dimensioni di un quasi trionfo (oltre il 40%).

E se Matteo Salvini non perde l’occasione per twittare le congratulazioni a Simion, Meloni conferma il low profile come già in precedenti occasioni e invia in avanscoperta il suo luogotenente europeo Carlo Fidanza, che partecipa alla conferenza stampa dal quartier generale di Simion a Bucarest. Del resto Simion è Vicepresidente di quel partito dei Conservatori europei (insieme proprio a Fidanza e a Marion Marechal, con la guida dell’ex premier polacco Morawiecki) che Meloni ha guidato fino a pochi mesi fa.

E così la premier si gode il successo del suo alleato romeno, osservando con piacere che negli ultimi mesi Simion ha saputo si cavalcare l’indignazione popolare per la cancellazione delle Presidenziali dello scorso novembre ma accompagnandolo con ripetute professioni di fedeltà alla NATO, per mettere a tacere le accuse di filo-putinismo che aleggiavano su di lui.

Il trumpiano-meloniano Simion, in caso di vittoria al ballottaggio del 18 maggio, potrebbe essere il quarto leader conservatore a sedere al Consiglio europeo. Non solo: da via della Scrofa si fa notare anche il plebiscito ottenuto dal candidato della destra nella diaspora dei romeni all’estero, con dati schiaccianti proprio in Italia. Nonostante Asia e Romania siano apparentemente così lontane, la serata di ieri ribadisce un canovaccio ormai consolidato:

Meloni vuole continuare a dosare i messaggi rassicuranti all’establishment finanziario e quelli identitari destinati ai suoi elettori. Un terreno senza dubbio scivoloso ma sul quale la premier, complici anche le contraddizioni interne alle opposizioni, ha dimostrato di sapersi muovere con sagacia senza pagarne lo scotto elettorale. Proseguire su questa strada senza inciampare è la vera sfida da qui al voto del 2027.

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