Elezioni Torino, parla Daniela Talarico, l'asso nella manica di Marco Rizzo - Affaritaliani.it

Politica

Elezioni Torino, parla Daniela Talarico, l'asso nella manica di Marco Rizzo

Di Alberto Maggi

Partito Comunista/ Intervista a Daniela Talarico, avvocato, candidata indipendente al Comune di Torino

 

Cosa l'ha portata ad accettare la candidatura come capolista indipendente per il PC con Marco Rizzo ?

Appartengo a quell'area neosocialista e patriottica ricca di ideali, dibattito e valori ma ancora molto frammentata, ho ritenuto perciò, alcuni mesi fa, che il PC guidato da Marco Rizzo fosse il solo partito organizzato in grado di interpretare quell'alleanza sociale indispensabile per la creazione di un ampio partito popolare e socialista in grado di potersi contrapporre al sistema neoliberista rappresentato dall'Unione Europea.

In che modo queste idee si proiettano nella campagna per le elezioni amministrative ?

In primo luogo promuovendo e difendendo il lavoro dipendente e autonomo, attraverso la reinternalizzazione dei servizi primari di pubblico interesse oggi largamente appaltati a soggetti privati, attraverso nuove assunzioni indispensabili per poter rendere efficienti servizi essenziali oggi in condizioni disastrose per carenza di personale.

Tutelando, agevolando e incentivando il piccolo commercio di quartiere e le piccole attività artigianali e professionali in modo da favorire anche la rinascita delle periferie desertificate da una politica che per anni si è occupata unicamente di favorire determinati investimenti speculativi a unico vantaggio dei cittadini più ricchi.

Intervenendo sul diritto alla casa e sull'edilizia popolare, combattendo le diseguaglianze sociali e opponendosi al “patto di stabilità interno” che di fatto vincola, limita, indirizza e imbriglia l'attività degli enti locali.

Intende dire che l'attività amministrativa deve avere un forte orientamento politico ?

Esattamente, i vincoli europei e la supremazia del mercato sulla politica hanno comportato sia a livello centrale, sia a livello locale, un appiattimento nel quale non si rilevano significative differenze nell'azione di governo fra destra e sinistra, cosa ovvia, poichè in tale sistema di prevalenza del mercato i partiti finiscono per ridursi a comitati d'affari che rappresentano piccoli e grandi potentati. Ecco perchè l'attività amministrativa deve essere politicamente orientata ed espressione di un indirizzo politico e una visione della società che si oppongano in modo netto al neoliberismo che caratterizza attualmente tutti i partiti da destra a sinistra e che ha schiacciato la classe media verso il proletariato favorendo sempre più l'arricchimento dei pochi e dei pochissimi.

La crisi generata dall'epidemia da covid-19 in che modo si ripercuote sull'attività politica in vista delle elezioni comunali di ottobre?

In modo stravolgente e preponderante direi.

Non parlerei più di “crisi” poichè l'epidemia è stata strumentalizzata per imprimere una radicalizzazione e una forte accelerazione di processi di profonda ristrutturazione socio politica

in parte già in atto da qualche tempo.

Basti pensare alla distorsione, all'estensione e all'abuso della categoria dello stato di emergenza che diviene permanente.

Una cosa del genere dovrebbe far accapponare la pelle a chiunque abbia una cognizione anche minima dello stato di diritto, invece accade tutto al contrario che, a causa di una propaganda giunta al parossismo, coloro che mantengono lucidità, spirito critico e libertà di pensiero vengano colpiti da infamia, stigma e additati come estremisti o fanatici con epiteti stereotipati propalati dai media e ripetuti da gran parte dell'opinione pubblica come mantra.

La svolta presenta caratteri autoritari, estremizzazione tecnocratica e orientamento sempre più marcatamente antidemocratico e antipopolare, si tratta di una strategia estremamente subdola in quanto fa leva sulla paura e sulla pressione psicologica e pretende di aver fondamento razionale poggiando sulla “scienza” mentre si tratta piuttosto di una forma di scientismo fideistico, l'esatto opposto del metodo scientifico.

Ci troviamo pertanto in una situazione sì di grave emergenza, ma democratica e sociale che attualmente nel nostro paese trova opposizione in numerosi gruppi organizzati ma purtroppo non ha, a tutt'oggi, il patrocinio di alcuna sigla di partito.

E' mia opinione che oggi anche le lotte per il lavoro e il conflitto di classe debbano passare necessariamente per una radicale e netta contestazione del costrutto elaborato a partire dalla cosiddetta pandemia e dallo stato di eccezione infinito che è stato instaurato.

Invece i partiti antagonisti rispetto al sistema neoliberista sino ad ora non hanno saputo produrre nulla a livello di mobilitazione sociale.

In Francia ad esempio, anche partiti di ispirazione socialista hanno preso espressa e netta posizione contro il lasciapassare sanitario che di sanitario non ha veramente nulla, essendo pacifico e riconosciuto che i cosiddetti “vaccini” non impediscono il contagio ma sarebbero utili ad attenuare le conseguenze della malattia.

Si tratta dunque esclusivamente di una misura politica di tipo autoritario.

Si assiste oltretutto a un accanimento e a una insistenza nel voler applicare il vaccino ai giovani, ai giovanissimi e addirittura ai bambini, persino ai neonati, quando è pacifico che in quelle fasce d'età l'impatto della malattia da covid è pressochè inesistente, mantre sono invece noti ed espressamente affermati dalle varie agenzie del farmaco e organizzazioni sanitarie internazionali effetti avversi anche gravi fino al rischio morte in numero non trascurabile di casi con un fattore di rischio certamente sfavorevole rispetto al beneficio.

Perchè secondo lei queste esitazioni ?

E' difficile dirlo con certezza, posso supporre che una errata interpretazione  dello stesso materialismo positivista marxista possa in qualche caso giungere a configurare un ostacolo a una lucida critica allo scientismo governativo, conducendo così a una forte contraddizione.

Di quale contraddizione si tratta ?

Di finire con l'avallare proprio la politica e l'impostazione governativa, di quel governo che rappresenta quel neoliberismo del capitalismo assoluto cui tutte le ideologie di derivazione marxista si oppongono.

Con quali conseguenze ?

In primo luogo con la conseguenza di non riuscire a operare una distinzione fra metodo scientifico e scientismo e di accettare l'imposizione di politiche cosiddette sanitarie irrazionali e inflessibili, piegate a protocolli imposti da strutture vicine agli interessi di multinazionali dominanti rispetto agli stati stessi e ai governi al mercato asserviti, i quali, affermando di tutelare la salute, attuano invece politiche che vanno a ledere e comprimere ulteriormente il diritto alla sanità e alla salute e il concetto stesso di universalità della prestazione sanitaria, negando la libertà di cura, negando o limitando fortemente l'accesso alle terapie o agli esami necessari ai portatori di altre malattie diverse dal covid, o di altri tipi di emergenze, si segnalano già moltissimi casi di persone decedute in quanto sono state negate loro le cure, le terapie, gli esami o gli interventi d'urgenza necessari a causa dei protocolli di gestione dell'emergenza Covid.

Si prefigura persino l'ipotesi di negare il servizio sanitario a chi non sia vaccinato, aberrazioni pericolose che tuttavia non suscitano lo sconcerto che dovrebbero, anzi vengono applaudite da una parte dell'opinione pubblica, segno che trent'anni di propaganda unica neoliberista hanno fatto retrocedere buona parte del senso comune agli inizi dell'800.

E in secondo luogo ?

Non viene percepita e denunciata a sufficienza la repressione di diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto al lavoro, attraverso un ricatto mirato a introdurre in maniera surrettizia un obbligo vaccinale privo di presupposti, infliggendo intollerabili e illegittime discriminazioni incompatibili con uno stato di diritto e persino con le direttive delle istituzioni europee.

Il governo solitamente così ligio alle prescrizioni dell'Unione Europea in questo caso le disattende, la risoluzione n. 2361/21 del Consiglio d'Europa precisa che la vaccinazione deve essere su base volontaria, prescrive un sistema di compensazione per i danni causati dai vaccini e adeguati meccanismi che impediscano l'arricchimento ingiusto delle case farmaceutiche, vieta inoltre che si operino discriminazioni nei confronti di persone non vaccinate.

Ora, è vero che queste risoluzioni non sono vincolanti, peccato che però siano state puntualmente ossequiate ogni volta che i governi neoliberisti di sinistra e di destra lo hanno ritenuto opportuno, sempre a detrimento degli interessi del popolo, possibile che proprio una radicale antieuropeista debba finire con il richiamarsi a una risoluzione dell'UE ? Robe da pazzi.

Per completezza segnalo che vi sono anche sentenze della CEDU in tal senso.

Prese di posizione molto nette, come si conciliano con la sua campagna elettorale ?

Come cittadina, avvocato, militante e candidata indipendente, indirizzerò la mia azione politica in totale coerenza con le mie idee di giustizia sociale e con i principi costituzionali su cui era e tuttora dovrebbe essere fondata la Repubblica Italiana, e non potrebbe essere diversamente, la pandemia da covid-19 non avrebbe potuto essere affrontata in modo peggiore e non possiamo pensare che tutto ciò sia frutto di incapacità o sfortuna, piuttosto è ormai evidente il carattere politico dell'instaurando ordinamento bio-securitario e digitale, basti pensare che nel PNRR, strumento finanziario approntato per la pandemia, la sanità è ultima per stanziamento di fondi, mentre la transizione digitale è al primo posto, qualche conclusione da questo fatto andrebbe tratta.