Elezioni Veneto, Fratelli d'Italia e Meloni preparano il blitz per "fregare" il candidato alla Lega in zona Cesarini. Il piano - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:19

Elezioni Veneto, Fratelli d'Italia e Meloni preparano il blitz per "fregare" il candidato alla Lega in zona Cesarini. Il piano

Aspettare fino all'ultimo e spiazzare Stefani e il Carroccio

Di Alberto Maggi

Regionali Veneto, cresce l'ansia nella Lega. Forza Italia al fianco di FdI

Adolfo Urso: "Fratelli d'Italia primo partito. Il candidato va a noi". Francesco Lollobrigida: "La legge prevede che si presenti il candidato il giorno in cui si presentano le liste". Luca De Carlo: "Sul candidato in Veneto la scelta spetta a noi di FdI. Pallone entra quando Dio vuole".

Due ministri e il senatore-coordinatore del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni lanciano segnali fortissimi e inequivocabili - soprattutto sulla stampa locale - che dimostrano come la partita per la candidatura alle elezioni regionali in Veneto del 23-24 novembre sia tutt'altro che chiusa. Dopo il raduno di Pontida la Lega pensava di avere in mano il dopo Luca Zaia con il segretario regionale Alberto Stefani, che è anche uno dei quattro vice-segretari federali del Carroccio, ma - come spiegano fonti leghiste ai massimi livelli - la strategia dei "Fratelli" è ormai chiara: tirarla alla lunga per poi "fregarci all'ultima curva".

Prima bisognava aspettare le Marche per scegliere il candidato, ora la Calabria, poi sarà la volta della Toscana. Un tirare alla lunga, non decidere, che lascia l'amaro in bocca e preoccupa molto la Liga Veneta. Il sospetto - ben più di un sospetto - è che l'intenzione della premier Giorgia Meloni, appoggiata da Forza Italia che in Veneto vuol dire Flavio Tosi (anti-Lega per eccellenza), sia quella di arrivare quasi allo scadere della presentazione delle liste per imporre - forte dei numeri (alle Europee del 2024 FdI raccolse il 37,5% e il Carroccio il 13%) un proprio candidato. O lo stesso coordinatore regionale De Carlo o il vice-capogruppo vicario al Senato Raffaele Speranzon.

Spingersi fino alla zona Cesarini per indicare il nome in una regione dove la vittoria del Centrodestra è sicura al 100% serve per togliere ogni arma ai leghisti. Ovvero non lasciargli il tempo di attuare il piano B, quello di correre da soli alleati alla Lista Zaia (che da sola varrebbe il 15% circa) e ad altre liste civiche. In Fratelli d'Italia sanno perfettamente che c'è questa opzione ed è per questo - spiegano i leghisti - che Urso e Lollobrigida prendono tempo arrivando perfino a parlare dell'ultimo giorno in cui si presentano le liste per annunciare il candidato presidente. "Fregare" la Lega e Stefani e imporre un esponente di FdI sapendo bene che a quel punto il Carroccio non potrebbe far altro che accettare non avendo più tempo per organizzare la corsa solitaria.

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