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Politica
Elly Schlein, meglio tardi che mai. Ha capito che il nemico vero è Conte
Elly Schlein e Giuseppe Conte

Schlein sta ammettendo che il nemico più pericoloso per lei e per il Partito democratico non si chiama Giorgia Meloni ma Giuseppe Conte

 

Fa quasi tenerezza Elly Schlein nella sua diuturna lotta con Giuseppe Conte.

È un po’ come quelle gazzelle che cercano di sfuggire ai grandi felini nella savana: ce la mettono tutta. Accelerano, decelerano, frenano, svoltano improvvisamente a destra e poi a sinistra alzando nuvole di sabbia, ma il leopardo si avvicina sempre di più e alla fine le salta addosso e la ghermisce, lacerandole la pelle con lunghi e affilati artigli.

E lei, una volta catturata, ti guarda con quei grandi occhioni liquidi quasi volesse dire “aiutami!”, ma non c’è niente da fare: quel felinone di Conte le è già addosso ed ha già cominciato a farla a pezzi.

E così ieri Elly la cerbiatta è sbottata durante una conferenza stampa nella sede della Stampa estera, a Roma.

“Rapporti con Giuseppe Conte non più idilliaci? I nostri elettori sono stufi delle liti condominiali tra vicini, cercano da noi un’alternativa unitaria a questa destra. Ma non vorrei che fosse solo un problema mio, perché è una responsabilità delle altre forze di opposizione, con cui bisogna fare un confronto costruttivo sapendo che l’avversario è il governo Meloni, altrimenti non ce ne libereremo”.

Il tema, naturalmente, è sempre quello: il rapporto tra il Pd della cerbiatta e i Cinque Stelle del marpione-leopardo.

I giornalisti la mettono in difficoltà:” Il Pd è subalterno a Conte?”

“No, tutti hanno visto che non mi sono mai tirata indietro dal rispondere, a partire dalla questione primarie“.

Si riferisce alle primarie di Bari, saltate perché Conte non vuole “infettarsi” con i problemi di supposte infiltrazioni mafiose in Puglia e Bari che vedono protagonisti il comune del capoluogo guidato da Antonio Decaro e la giunta regionale di Michele Emiliano.

E poi la cerbiatta, quasi in un dialogo immaginario con sé stessa, ha un singulto di realtà:

“Il Pd ha un obiettivo: ricostruire un’identità univoca e l’alternativa alle destre. È quasi un elogio della matematica: se mettiamo insieme le forze abbiamo già oggi il potenziale di competere con le forze governo. Spero che questa cosa non interessi solo al Pd”.

Insomma, la Schlein sta ammettendo che il nemico più pericoloso per lei e per il Partito democratico non si chiama Giorgia Meloni ma Giuseppe Conte.






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