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Politica
Fi, Berlusconi: "Non credo nei governi tecnici. Noi e la Lega diversi..."
Foto: LaPresse

Fi, Berlusconi:"Noi e la Lega diversi. Non vedo un nuovo governo all'orizzonte"

La crisi di governo è sempre più vicina. Renzi non molla la presa su Conte ed è pronto a far dimettere le sue ministre: Bonetti e Bellanova. Cominciano quindi le manovre dei partiti, per capire se sia possibile formare un nuovo governo o se l'unica strada percorribile siano le elezioni. "Alla presentazione del libro di Vespa, - spiega Berlusconi al Messaggero - ho solo detto che sarà il Capo dello Stato, nella sua saggezza e con lo scrupolo costituzionale che lo caratterizza, a decidere se vi siano le condizioni per mandare gli italiani alle urne o per dare vita in Parlamento ad un governo di segno diverso. Non credo nei governi tecnici e non vedo un nuovo governo all'orizzonte. Forza Italia per il bene del Paese è a disposizione per lavorare con il governo che c'è, anche se questo governo non ci piace. Così abbiamo ottenuto nella Legge di bilancio in discussione in questi giorni diversi risultati importanti: fra essi, esoneri contributivi e aiuti per la decontribuzione per professionisti, lavoratori autonomi e partite IVA".

"Il centro-destra - prosegue Berlusconi al Messaggero - è una coalizione, nella quale noi rappresentiamo le idee liberali, cristiane, europeiste, garantiste. Non siamo un partito unico proprio perché siamo diversi, per cultura, riferimenti internazionali e anche per stile. Noi per esempio non avremmo mai dato vita a comportamenti come quelli accaduti venerdì in Senato: comprendo e condivido l'amarezza dei nostri amici della Lega per la cancellazione del Decreto Sicurezza, ma il rispetto per le istituzioni non deve mai venire meno".

Il Presidente Conte - spiega Berlusconi - è certamente abile nelle relazioni personali, ma il Recovery Fund nasce fondamentalmente dall'impegno del Ppe e dei governi che ne sono espressione. In questi mesi, io personalmente avevo svolto un grande lavoro di persuasione in Europa nei loro confronti, senza il quale dubito che l'Italia sarebbe stata trattata così generosamente. Proprio l'altro giorno grazie al lavoro del Parlamento europeo e in particolare del Ppe si è ottenuto l'aumento dell'anticipo sul Recovery Fund dal 10 al 13 per cento, per l'Italia da 20 a 27 miliardi. Ora si tratta piuttosto di decidere come utilizzare queste risorse. Io credo che si tratti di un'occasione irripetibile per definire cosa sarà il Paese nei prossimi 20 anni. Occorre una visione realistica ma di grande respiro".

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