FdI: "Macron? Scomposto personalismo a livello internazionale. Meloni non è scavalcabile... E giocherà di sponda anche con Merz" - Affaritaliani.it

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FdI: "Macron? Scomposto personalismo a livello internazionale. Meloni non è scavalcabile... E giocherà di sponda anche con Merz"

Parla il capodelegazione dei meloniani in Europa, Carlo Fidanza

Di Alberto Maggi

"Ai velleitarismi macroniani Meloni risponde con la concretezza, aiutando l’Europa a riavvicinarsi agli Stati Uniti su dazi e Ucraina"

Il fine settimana ha riservato numerosi colpi di scena nella politica europea e internazionale: dalle polemiche del vertice di Tirana senza Meloni al contrattacco della premier ieri con il vertice a sorpresa con Vance e Von der Leyen e la telefonata notturna con Trump, passando per il bilaterale Meloni-Merz e finendo con le elezioni in importanti Paesi europei.

Affaritaliani.it ha chiesto di tirare le somme al capo-delegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo, Carlo Fidanza, uno dei consiglieri più stretti di Giorgia Meloni sulle questioni internazionali. “Il trilaterale con Vance e Von der Leyen è stato un capolavoro diplomatico assoluto. Fa seguito all’impegno ottenuto da Meloni alla Casa Bianca con Trump ad ospitare quanto prima un vertice Usa-Ue. E la telefonata notturna con Trump conferma che Meloni non può essere scavalcata. Ai velleitarismi macroniani risponde con la concretezza, aiutando l’Europa a riavvicinarsi agli Stati Uniti su dazi e Ucraina. Chissà se la sinistra, tramortita dal colpo, avrà la forza di riconoscerlo”.

Anche lei, come i suoi colleghi di partito, non lesina critiche a Macron. “Il presidente francese è da mesi impegnato in un costante tentativo di recuperare il consenso perduto in patria con uno scomposto personalismo a livello internazionale. Dovunque si volti, dall’Africa agli Stati Uniti, trova la figura solida e credibile di Giorgia Meloni, leader del governo più stabile d’Europa, e reagisce spesso in maniera scomposta finendo col dividere l’Europa e l’Occidente”.

Però anche il neo cancelliere tedesco Merz, anche lui fresco di incontro con Meloni sabato a Roma, sembra prestarsi al gioco… “Merz si è appena insediato e non può certo rompere lo storico asse franco-tedesco, anche se sono convinto che giocherà spesso di sponda con l’Italia. Il bilaterale ha mostrato forti convergenze con Meloni su temi fondamentali come la revisione delle 'eurofollie green' e l’immigrazione: temi sui quali, se Italia e Germania trovano la quadra, le cose possono davvero cambiare in Europa. Coltiviamo questo rapporto con fiducia”.

Eppure, in questo fine settimana iniziato male a Tirana e finito meglio a Roma, c’è da registrare una sonora sconfitta del candidato conservatore Simion in Romania e il secondo posto del vostro Nawrocki al primo turno delle presidenziali polacche. Segnali preoccupanti per Meloni, che sperava di essere affiancata da un quarto membro conservatore al Consiglio europeo?

“Meloni è premier ed è sempre rispettosa delle dinamiche elettorali delle altre nazioni, non ama né subire né esercitare ingerenze. Io le posso rispondere invece da Vicepresidente di ECR, ruolo che ricopro insieme proprio a George Simion. Ovviamente c’è dispiacere per la Romania, dove Simion aveva fatto una grande campagna per il primo turno, contribuendo a ripristinare la democrazia sospesa dopo l’annullamento delle precedenti elezioni. Ha poi aumentato ancora i voti al secondo turno ma l’aumento dell’affluenza ha dimostrato una migliore capacità di mobilitazione data dal messaggio ‘tutti contro il mostro’. Ne prendiamo atto con rammarico ma anche, come sempre, con rispetto. Invece sulla Polonia c’è grande fiducia: la partita è apertissima e ci sono milioni di voti in libera uscita da altri candidati di destra che potranno aiutare Nawrocki al secondo turno. Sarebbe una vittoria importante per garantire quell’equilibrio di poteri che negli ultimi mesi in Polonia è saltato, portando il governo Tusk a gravi provvedimenti arbitrari contro gli esponenti del PiS (il partito Diritto e Giustizia alleato di FdI in ECR, ndr)”.

Intanto in Portogallo, terzo Paese europeo al voto ieri, è la sinistra a segnare il passo… “Una sconfitta sonora quella dei socialisti. Rinnovo un auspicio, anche se temo non accadrà: la somma tra i popolari, il partito patriottico Chega e i liberali di centrodestra raggiunge più del 60% dei voti. È assurdo mantenere cordoni sanitari che favoriscono le sinistre mentre i cittadini chiedono a gran voce di lasciarle all’opposizione. Mi auguro che stavolta la governabilità si cerchi costruendo il centro-destra”.

E a proposito di centro-destra, lei è stato da pochi giorni eletto vicepresidente dell’internazionale dei partiti di centrodestra IDU… “Una soddisfazione personale per il tanto lavoro che da anni svolgo a quel livello ma soprattutto un riconoscimento importante per FdI che oltre a me elegge un altro vicepresidente, Antonio Giordano. È anche questo il frutto della grande forza che viene riconosciuta a Giorgia Meloni, non soltanto ovviamente nella famiglia dei Conservatori ma anche in quella dei Popolari. Una base importante per ottenere risultati sempre migliori e rafforzare il centrodestra europeo”.

Rimanendo al Centrodestra, era proprio indispensabile aprire la crisi di giunta in Friuli Venezia Giulia? “Ci penseremo e si risolverà. Oggi però mi lasci celebrare la storica vittoria del Centrodestra a Bolzano. I tempi sono cambiati, le vecchie pregiudiziali etniche sembrano cadere ma per un uomo di destra Bolzano ha sempre un valore affettivo e politico particolare”.



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